L’era post Bergoglio

di Wanderer

Pubblicato sul sito di Marco Tosatti

L'originale in spagnolo
http://caminante-wanderer.blogspot.com/2021/07/la-era-postbergoglio.html

L'immagine è nostra





Presentazione di Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, un amico del nostro blog ci ha mandato la traduzione italiana di questa analisi, molto interessante della situazione della Chiesa e delle prospettive future, elaborata da El Caminante/The Wanderer, Buona lettura.


Come molti media cattolici di diverse tendenze stanno già affermando, non c’è dubbio che siamo di fronte a un pontificato finito che lascia una Chiesa morente e che significa la pietra tombale sotto la quale sarà definitivamente sepolto l’esperimento iniziato negli anni ’60 con il Concilio Vaticano II. Non ci si poteva aspettare altro da Bergoglio che noi argentini conoscevamo molto bene come arcivescovo di Buenos Aires.

Di fronte a un tale disastro, paradossalmente, penso che dovremmo rendere grazie a Dio, perché questo è il modo più efficace per convincere tutti che la chiesa conciliare ha fallito. Sarebbe un grave errore supporre che la crisi attuale sia opera di Francesco.
Egli ha semplicemente continuato a fare in modo brutale e pacchiano ciò che Paolo VI e Giovanni Paolo II hanno già fatto.
Non dobbiamo dimenticare Montini che si getta ai piedi di un arcivescovo ortodosso nel 1975 (vedi) o Wojtyla che organizza la riunione di Assisi nel 1986, per fare solo degli esempi.
Il problema non è Bergoglio; il problema è il Vaticano II che ha causato un caos senza precedenti nella Chiesa cattolica. E i tentativi di salvarla attraverso una “ermeneutica della continuità”, o la promozione della “riforma della riforma” promossa da Benedetto XVI, non hanno avuto successo.

Proprio per questo, Papa Francesco si è comportato come un grande immunizzatore, o come un vaccino capace di neutralizzare qualsiasi variante progressista in futuro, perché sappiamo già come vanno a finire; il Papa argentino ha “bruciato” il progressismo, ha mostrato dove finisce l’esperimento di assimilare la Chiesa al mondo, le sue aperture e i suoi ponti: in una Chiesa sbiadita, in un sale che ha perso il suo sapore, in un territorio di desolazione in cui le correnti di un vento gelido soffiano tra le rovine di conventi vuoti, di scuole e università cattoliche che non lo sono più, di cerimonie volgari che pretendono di essere sacre, e di una casta sacerdotale data ai vizi più abietti e spregevoli.

Si tratta, credo, di una situazione ovvia che solo il progressista più accecato o il più idiota può negare. Bisogna ripeterlo ancora e ancora: il Vaticano II è stato un fallimento ed è inutile continuare con la pretesa di applicarlo, e di continuare a respirarne lo spirito che, più che un’aria rinfrescante e salutare, si è dimostrato un gas mortale (iprite).
Non intendo, naturalmente, che i suoi documenti siano bruciati in una cerimonia solenne in Piazza San Pietro. La cosa migliore da fare con loro è tacere, dimenticarli.

Ma questa situazione solleva una grande domanda: cosa succederà nell’era post-Bergoglio che sarà anche l’era post-Vaticano II?

La proposta dei settori più tradizionalisti sarà sicuramente quella di tornare a ciò che la Chiesa era prima degli anni ’60, al che ho due obiezioni.

La prima è che la Chiesa ha avuto molti e gravissimi problemi e sarebbe sciocco cercare di stufare di nuovo nello stesso brodo. Ed è così vero che sono stati proprio i dirigenti di quella Chiesa che ci hanno imbarcato in questa catastrofe. Quelli che alzavano con gioia le mani e applaudivano rabbiosamente le proposte preparate da Congar o Rahner e presentate nell’aula conciliare dal piccolo club di vescovi progressisti, erano più di tremila prelati di tutto il mondo che si erano formati a quella chiesa che oggi molti desiderano. Il verificarsi di un tale abbaglio è un chiaro segno che qualcosa di importante non stava funzionando. Abbiamo già discusso a lungo su questo blog, e coloro che vogliono rivedere lo stato di quella chiesa decadente possono leggere il breve ma brillante libro di Louis Bouyer La decadenza del cattolicesimo, che può essere scaricato gratuitamente qui (https://www.vorticelibros.com.ar/libro.php?id=121).

E la mia seconda obiezione alla pretesa della Chiesa di riportare indietro l’orologio viene dalla lezione della storia: una volta che le catastrofi che affliggono le società umane sono finite, è impossibile tornare allo status quo ante. Dopo le guerre di religione, la Pace di Westfalia del XVII secolo dovette disegnare una nuova mappa e l’Europa non fu più la stessa per quasi mille anni. Dopo le guerre napoleoniche, anche con figure conservatrici come von Metternich e Castlereagh, il Congresso di Vienna non poteva tornare all’Europa prima della Rivoluzione francese e le successive scorrerie corse. E il Trattato di Versailles dopo la prima guerra mondiale, con l’aiuto dell’incapacità dei suoi protagonisti, specialmente il presidente Wilson, distrusse l’Europa tradizionale, sostituendola con un puzzle razionalista che durò solo pochi decenni.

La Chiesa, alla morte di Bergoglio, non terrà una conferenza di pace; terrà un conclave, di cui ben pochi osano presagire qualcosa di buono, poiché i suoi protagonisti saranno, per la maggior parte, cardinali scelti dal papa defunto e creati a sua immagine e somiglianza, cioè mediocri e incompetenti.

Eppure, la vicinanza dell’abisso può farli arretrare. Ma ritirarsi dove? Come ci si ritira in situazioni come questa? Qual è la meta da raggiungere e come ci si arriva? Non lo so. Il prossimo Papa dovrà essere, oltre che un santo, un uomo di raffinata prudenza, uno stratega e un esecutore con il polso di un neurochirurgo.

Se saremo vivi, vedremo cosa succederà, ma ciò che ci corrisponde in questo momento – e richiamo l’attenzione sul fatto che stiamo attraversando ore cruciali di cui ci verrà chiesto conto – è pianificare quali posizioni e quali bastioni occuperemo. E in questo, ognuno ha delle responsabilità, alcune più alte e altre più basse, ma siamo tutti responsabili. I cardinali che conservano ancora la fede cattolica, o i superiori delle poche congregazioni e istituti religiosi veramente cattolici che esistono, non avranno lo stesso ruolo dei semplici parroci, o dei fedeli.

E occupando baluardi e difendendo posizioni, non intendo incoraggiare fantasie militariste o promuovere grandiosi discorsi in difesa della tradizione. Tutto questo ha già dimostrato che nelle circostanze attuali non serve a niente. Al contrario, ciò che si è dimostrato veramente efficace nel preservare e vincere le posizioni sono state azioni discrete e pianificate che evitano conflitti inutili senza rinunciare a un solo iota di principio.





luglio 2021
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