Il totalitarismo bergogliano,
una ricorrenza gesuitica



Pubblicato il 19 luglio dal sito portoghese Fratres in unum









Fedeli pregano nella Cattedrale di Buenos Aires
all'annuncio della elezione di Papa Francesco


Uno dei giorni più traumatici della storia della Chiesa fu il 21 luglio 1773, quando Papa Clemente XIV, con un tratto di penna, decretò la soppressione della Compagnia di Gesù con il Breve Dominus ac Redemptor, un atto autoritario che portò all’arresto di padre Ricci, all’epoca preposto, e all’immediata spoliazione di 23.000 gesuiti. Espulsi dalle loro case, i sacerdoti sono stati esiliati da vari paesi, hanno perso tutti i loro beni e circa il 20% ha dovuto abbandonare il sacerdozio. Fu il momento più doloroso nella storia della Compagnia di Gesù e una pagina nera nella storia della Chiesa.

Non è senza una certa ironia che ora il primo Papa gesuita riproduca simili modi autoritari. Con un semplice tratto di penna egli, non solo intende estinguere la “forma straordinaria del rito romano”, ma ne limita l’accesso al punto da proibirne la celebrazione nelle chiese parrocchiali, mentre da ora in poi i sacerdoti ordinati hanno bisogno dell’autorizzazione di Roma per celebrarla.

Francesco ha voluto squalificare la “forma straordinaria” dicendo che l’unica lex orandi del rito romano è il Novus Ordo. Questa imposizione è completamente estranea a qualsiasi carattere del rito romano, che ha sempre ammesso varie forme (sia di celebrazione, come la forma letta, la forma solenne, la forma pontificale, la messa papale, oltre a una pluralità di usi, come i riti degli ordini religiosi o anche variazioni del rito romano stesso, come il rito brakariano o ambrosiano, per esempio).

Dietro parole apparentemente serie, Francesco afferma solo un non senso che nasconde il suo sentimento dittatoriale e totalitario - un senso noto da tempo ai suoi fratelli argentini, quando era il cardinale Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires.

Nella sua lettera ai vescovi, confessa che la sua motivazione è quella di censurare ogni critica al Vaticano II. Ovviamente per censurare le critiche dei tradizionalisti, perché le critiche progressiste, che dicono che il Concilio è stato superato, le lascia correre.

Oltre ad essere pluralista, la Chiesa ha sempre avuto una pluralità di discussioni quando l’argomento non era dogmatico. Francesco ama scandalizzare, è sempre lacerante a spese della dottrina della Chiesa, ma non ammette alcuna critica a un Concilio che voleva essere tutt’altro che dogmatico. È il Vaticano II come super dogma, un’espressione dell’allora cardinale Ratzinger, riesumata.

Stiamo vivendo la più terribile censura mai vista in nessuna dittatura, nemmeno ai tempi del nazismo. Francesco non vuole la discussione, vuole mettere a tacere e togliere i mezzi d’azione ai gruppi cattolici. Questo è un imbavagliamento collettivo e la creazione di campi di concentramento di cattolici tradizionali per la loro estinzione sommaria. I metodi sono tanto nazisti quanto è nazista la pretesa.
Francesco si ricorda che il Papa non è il padrone della Chiesa, è che l’ultima parola è di Nostro Signore?

Francesco ha riesumato Clemente XIV, mettendosi, come lui, nelle mani dei rivoluzionari più sanguinari. Sta ripetendo la storia, questa volta contro dei cattolici indifesi, senza nascondere il suo odio, di uno che vuole veramente eliminare i suoi avversari.

Il titolo sadico che ha scelto per il Motu Proprio, “Traditionis Custodes”, rivela esso stesso la sua acuta malizia e il suo velenoso scherno. Questa è un’abitudine della sua crudeltà. Non è stato lui a chiamare “Come una Madre amorosa” il documento in cui potenzialmente criminalizza i vescovi, mentre si assolve dalla colpa in caso di abusi sessuali?

Tuttavia, questo sadismo rivela anche la sua inclinazione psicopatica. Non si tratta solo di diabolica ironia, ma anche di ciò che gli psicologi chiamano “stimolazione contraddittoria”, “una tecnica di ingegneria sociale che fa scattare comandi opposti a individui docilmente disposti a obbedire, disorientando le loro difese psicologiche e facendo loro accettare sottilmente qualsiasi comando per quanto assurdo”.

Questa è la ragione per cui tu, caro lettore, puoi esserti sentito disorientato e perplesso davanti al motu proprio promulgato da Francesco venerdì scorso. Tu e la maggior parte dei fedeli avete percepito che c’è una malizia che è più grande della nostra capacità ordinaria di discernimento.

Non abbiamo a che fare con un dilettante, ma con un vero dittatore, un machiavellico incontrollato che usa il potere papale nei modi più aggressivi per promuovere la completa eliminazione di coloro che odia. In questo caso, l’odio non è solo dottrinale, ma si oggettiva nelle persone, in te e in me, in noi che siamo e vogliamo rimanere semplicemente cattolici.
 



luglio 2021

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