Card. Zen: la Messa tradizionale in latino deve essere mantenuta

Pubblicato sul sito informazioni della Fraternità San Pio X







Lunedì 9 agosto, il cardinale Zen ha dichiarato che egli pensa che Traditionis custodes potrebbe non avere un effetto disastroso sulla celebrazione della Messa latina tradizionale, anche se egli dubita dell’intenzione di alcuni di quelli che l’attaccano e che sono strettamente legati a Papa Francesco.

L’ex vescovo di Hong Kong è intervenuto in una tavola rotonda diffusa in diretta su internet, alla quale hanno partecipato anche il vescovo ausiliare di Astana nel Kazakhstan, Mons. Athanasius Schneider e dei laici: John Rao, Felipe Alanis, James Bogle e Robert Moynihan.

La tavola rotonda è stata animata da Aurelio Porfiri, compositore di musica e fondatore di Altare Dei, un giornale cattolico sulla liturgia e la musica sacra.

«Io penso che l’effetto del motu proprio potrebbe non essere così devastante», ha dichiarato il cardinale nel corso della discussione che aveva per tema «l’avvenire della Messa latina tradizionale».

Il cardinale Zen ha espresso la sua soddisfazione per il fatto che il vescovo di Hong Kong non ha voluto attuare dei cambiamenti sulla celebrazione della Messa latina nella sua diocesi.

Tuttavia, ha aggiunto che era inquieto: certe persone sperano che il motu proprio non servirà solo a regolamentare questa forma della Messa, ma sarà «un processo per farla sparire».

«Questo è molto inquietante», ha dichiarato, «perché io penso che [la Messa tradizionale] è qualcosa di molto prezioso e molto benefico per la pietà e il nutrimento della fede».

Chi c’è dietro il motu proprio?

Il cardinale, che richiama instancabilmente le cattive intenzioni dei comunisti cinesi contro il cattolicesimo, ha anche dichiarato che egli sospetta che le idee che sono alla base di Traditionis custodes non hanno potuto venire da Papa Francesco, ma da «persone che lo circondano, e in particolare il Segretario di Stato, cardinale Parolin.

Egli ha aggiunto: «Forse, se qualcuno ha più informazioni sull’origine di questa tempesta, potrebbe risparmiarci molte discussioni su qualcosa che, io penso, dovrebbe essere evidente: che [la Messa tradizionale] è molto propizia alla pietà e anche al rafforzamento della fede».

Nel corso della discussione, il cardinale cinese ha anche parlato della sua educazione e dei suoi ricordi, che sono impregnati della Messa tridentina.

Quando suo padre, convertito al cattolicesimo, voleva diventare prete, i missionari l’avevano dissuaso. Secondo il cardinale Zen, essi avrebbero detto a suo padre di sposarsi e più tardi di «mandare un ragazzo per diventare prete».

«Quindi, mio padre si è sposato ed ha avuto cinque figlie prima di me. Io ero il sesto della famiglia e il primo maschio».

Poi ha continuato spiegando che suo padre lo portava a Messa tutti i giorni salvo la Domenica quando lo portava a cinque Messe in cinque chiese diverse.

«Era meraviglioso – ricorda il cardinale – e in nessun caso fastidioso. Era molto bello. Ed è questa l’origine della mia vocazione sacerdotale».  L’ultima Messa domenicale era una grande Messa molto frequentata; la musica era bella e catturava la sua attenzione.

Ha poi detto che amava la Messa di Requiem, e poteva cantare col coro la sequenza Dies Irae «dalla prima all’ultima parola». «Mi piacerebbe che fosse cantata per il mio funerale; se oggi non c’è nessuno capace, io la registrerò» per l’occasione.

 




agosto 2021
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