La Chiesa conciliare italiana
in soccorso del Green pass del Governo

di
Francesca de Villasmundo


Articolo pubblicato su Medias Presse Info








“Salute invece di santità”, potrebbe essere la divisa della Chiesa conciliare italiana;
nell’anno 2 della pandemia, essa inventa, e instaura, un nuovo sacramento: la vaccinazione contro il Covid. Così, questa Chiesa, da conciliare diventa anche sanitaria.

Per raggiungere questa salvezza sanitaria, i sieri sperimentali anti Covid diventano nutrimento quotidiano per volontà della Conferenza Episcopale italiana.
Lo scorso 8 settembre, i vescovi italiani hanno pubblicato una lettera pastorale che esorta a «curare le relazioni». E nell’era del Covid, la cura delle «relazioni di solidarietà, comunione e attenzione verso tutti, soprattutto i più deboli» può solo effettuarsi con l’imperativo morale di farsi vaccinare.
Dopo aver citato due fonti principali della rivelazione dopo il Vaticano II, e cioè il video messaggio di Francesco del 18 agosto scorso, quello del vaccino come «atto d’amore», per così dire; e l’intervento del Presidente della Repubblica Italiana al meeting di Rimini, la lettera si rivolge alle coscienze dei fedeli perché si lascino toccare dalla richiesta di compiere questo «atto d’amore».

«La cura delle relazioni chiede d’incentivare il più possibile l’accesso alla vaccinazione dei ministri straordinari della Comunione Eucaristica; di quanti sono coinvolti in attività caritative; dei catechisti; degli educatori; dei volontari nelle attività ricreative; dei coristi e dei cantori».
Di conseguenza, «le Conferenze Episcopali regionali e ciascun vescovo» sono invitati a «formulare messaggi o esortazioni per invitare alla vaccinazione tutti i fedeli e, in particolar modo, gli operatori pastorali coinvolti nelle attività caratterizzate da un maggiore rischio di contagio, come quelle elencate».

Ogni grave effetto indesiderato della vaccinazione o anche la morte, tra questi operatori pastorali, probabilmente verranno considerati come  il coronamento di atti eroici di obbedienza e di amore.

La Conferenza Episcopale Italiana poteva solo esortare e non imporre; mentre Avvenire, il giornale dei vescovi italiani, entra in scena per venire in soccorso del sanitariamente corretto difeso dal Vaticano bergogliano.

In un articolo firmato da Giacomo Gambassi, il quotidiano dei vescovi chiede in sostanza allo Stato di riflettere sul passaggio dal raccomandare il vaccino per la vita e l’attività liturgica e pastorale al renderlo obbligatorio:
«La Cei non può imporre l’obbligo vaccinale all’ombra del campanile»  - scrive Avvenire - «perché il tema “è affidato alle competenti autorità dello Stato”, si legge nella missiva intitolata “Curare le relazioni al tempo della ripresa».
Peccato che nella lettera della CEI l’oggetto delle virgolette non è l’obbligo della vaccinazione, ma la “tutela della salute pubblica”, in generale, e si precisa che «finora l’obbligo vaccinale riguarda solo alcune circoscritte categorie di lavoratori» … «La normativa civile attuale non prevede l’obbligo vaccinale né richiede la certificazione verde per partecipare alle celebrazioni o alle processioni né per le attività pastorali in senso stretto».

Avvenire esplicita la richiesta soggiacente alla lettera dei vescovi, quella che il documento invoca solo timidamente: e cioè che lo Stato ha competenza per imporre delle condizioni di partecipazione al culto. In pratica, i prelati italiani autorizzano lo Stato italiano a legiferare in sacris, facendo di ogni obbligo sanitario una condizione sine qua non per la partecipazione alla liturgia e alla vita sacramentale della Chiesa conciliare. Il giornale dei vescovi italiani sembra quindi strizzare l’occhio allo Stato, perché intervenga dove i poveri vescovi non possono fare nulla...

Avendo stabilito al Vaticano II che l’evoluzione è una parte essenziale della vita e che seguire le mode del momento è un imperativo vitale, ecco come si muove la Chiesa conciliare: dall’essere neomodernista e neoprotestante, diventando di conseguenza relativista e indifferentista, all’essere post-moderna facendosi cinghia di trasmissione della cultura di scelta arcobaleno, ed ecco che ora è anche decisamente covidiana... e del cattolicesimo che essa pretende di rappresentare, conserva solo il nome.


settembre 2021
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