Eterogenesi dei fini e regimi totalitari

di Elia


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La locuzione coniata dal filosofo tedesco Wilhelm Wundt (1832-1920) è diventata comune per indicare il fenomeno per cui un’azione individuale o collettiva, eseguita in vista di un determinato scopo, finisce col produrne altri diversi, se non totalmente opposti. Tale è il caso del rafforzamento dell’autorità centrale, sia nello Stato che nella Chiesa, con la correlativa educazione all’obbedienza cieca, presentata come un’esigenza incondizionata, sciolta da qualsiasi altra considerazione.
Dato che i ruoli di governo, in entrambi i casi, sono stati occupati da individui perversi che abusano del proprio potere, l’esercizio dell’autorità è piegato al conseguimento di fini estranei, contrari a quelli che ne sono la ragion d’essere e che devono quindi orientarlo. Il senso del bene comune viene allora deformato in funzione di interessi particolari, non esprimendo più la prosperità di tutti i membri della comunità e della comunità stessa, bensì un ordine forzato, puramente artificiale, che distrugge il bene individuale come quello della società nel suo insieme.

Il fatto paradossale è che questo esito totalitario è stato raggiunto con un’onnipervasiva propaganda, rispettivamente, sulla democrazia e sulla collegialità. L’illusione della partecipazione universale alla gestione del potere ha insensibilmente imprigionato le masse in una schiavitù senza precedenti, non soltanto a livello operativo, ma addirittura a livello mentale. Chi manifesta un minimo di senso critico e di autonomia di giudizio viene immediatamente bollato con etichette infamanti: reazionario, fascista, rigido, tradizionalista… Con un moralismo tanto facile quanto sciocco si soffoca sul nascere qualunque obiezione senza mai entrare nel merito delle questioni con argomenti convincenti, ma limitandosi a squalificare l’avversario.
La realtà oggettiva è completamente ignorata o, se ciò non è possibile, profondamente distorta mediante il ricorso a insulse formule stereotipe che, benché prive di significato razionale, assurgono a sentenze indiscutibili, impedendo ogni ragionevole confronto e mortificando l’intelligenza dei contendenti.

Nell’ambito temporale stiamo assistendo al tentativo di imporre a livello planetario un regime che rappresenti, sotto l’egida della tecnocrazia, la sintesi del modello comunista e di quello capitalista, solo artificialmente contrapposti per mantenere i popoli sottomessi e divisi in aree sinarchiche, in realtà convergenti nel diffondere il materialismo puro e nel promuovere lo snaturamento dell’uomo.
Nell’ambito spirituale, parallelamente, il processo di dissoluzione di ogni struttura dottrinale, morale, liturgica e giuridica ha frantumato l’unità visibile della Chiesa militante, facendo peraltro prevalere un centralismo assoluto, sebbene articolato in aree linguistiche o nazionali. La comunione di origine soprannaturale, fondata sulla successione apostolica, è stata rimpiazzata da una struttura piramidale analoga a quella delle multinazionali; bandito ogni riferimento alla trascendenza, si è costruito un edificio organizzativo basato unicamente sull’efficienza umana. Poco importa che si stia svuotando sempre più di persone: basta che sia un’agenzia di influenza a servizio dei piani di Davos.

L’apparente promozione della diversità è in realtà un espediente mirante a mascherare il processo di omologazione di massa. In ogni campo – religione, cultura, opinione, famiglia, relazioni – la difesa incondizionata della varietà nasconde l’universale imposizione di un modello di vita unico che riduce l’essere umano a consumatore compulsivo senza passato e senza futuro, schiacciato sull’istante presente e disposto a tutto pur di conservare le opportunità di momentaneo godimento che il sistema gli assicura. È per questo che la gioventù addestrata in tal modo (ma non solo essa) è totalmente e disperatamente sottomessa proprio in nome di una pretesa libertà senza limiti che non sopporta la minima limitazione richiesta dalla legge morale, mentre subisce con la più accanita convinzione qualunque angheria del regime. L’indottrinamento è talmente profondo che un semplice tentativo di far ragionare la gente provoca reazioni rabbiose; l’estrema fragilità di un io dissoltosi nella collettività si protegge con modalità violente da qualsiasi fonte di disturbo.

Una debolezza simile si riscontra nell’attuale gerarchia cattolica, cresciuta in gran parte con il mito del proibito proibire e con quello della nuova Pentecoste. Se la politica ha reclutato di preferenza ragazzini senz’arte né parte, perfettamente manovrabili dagli agenti dell’oligarchia finanziaria, nella Chiesa sono stati prescelti i soggetti con tendenze omofile, spesso sodomiti praticanti e disinibiti pederasti. La tolleranza e l’ignavia che da decenni regnano nei seminari riguardo a questo problema non può essere ascritta unicamente a debolezza o inettitudine nei superiori, bensì fa pensare a una deliberata intenzione di pervertire il clero al fine di renderlo completamente succube, non soltanto per mezzo di ricatti, ma pure mediante la deformazione della coscienza.
Come acutamente colto da Leone XIII, il nemico di Dio e dell’uomo ha trasfuso negli uomini il veleno della sua malvagità, rendendoli depravati di mente e corrotti di cuore con l’alito mortifero della lussuria, di ogni vizio e iniquità, ossia con il suo spirito di menzogna, empietà e bestemmia.

La Sposa dell’Agnello immacolato, già sazia di amarezze, non solo ha visto i suoi avversari metter le mani su quanto possiede di più sacro, ma anche porre il loro trono abominevole proprio là dove la Sede del beatissimo Pietro, Cattedra della verità, è stata costituita per far da faro alle genti.
Questa affermazione così drastica non si spiega adeguatamente con la situazione di quell’epoca storica. È certo che la massoneria si era già profondamente infiltrata in Vaticano, tanto da potervi installare un suo candidato come Segretario di Stato, ma ciò non sembra sufficiente per giustificare l’immagine dell’erezione di un trono, mirante a percuotere il Pastore e disperdere il gregge (cf. Zc 13, 7). Si può dunque pensare che si tratti di una profezia, benché già in via di realizzazione: quelle tremende parole, poi espunte da Pio XI, si stanno compiendo oggi, con un papa che si è dimesso in forma del tutto anomala ed è stato sostituito da un prelato eterodosso che stringe la mano alla maniera dei massoni, quasi a voler confermare visivamente di esser stato scelto da loro.

La sua ipocrita insistenza sulla sinodalità fa da specchietto – ma solo per le allodole – a una delle gestioni più ferocemente autoritarie che la storia della Sede Romana ricordi. Quel che risulta più offensivo è che, in tal modo, ci prendano tutti per stupidi, come se non fosse più che evidente che non soltanto la manfrina della partecipazione si è risolta nel suo esatto contrario, ma pure che il culto della personalità del papa è sfociato in un’autocrazia perversa e ripugnante, vantaggiosa unicamente a chierici immorali e carrieristi.
Se questa è la Chiesa diversa che intendono realizzare, sprofondi nel baratro con la sua dirigenza corrotta e con i magnati cazari che a loro volta la controllano, con gli pseudoteologi che le fanno da corifei e con gli opinionisti prezzolati che le fungono da paraninfi.
Veniat mors super illos, et descendant in infernum viventes (Sal 54, 16): che questa maledizione risuoni contro di loro dalla bocca di quanti possiedono un cuore puro, immune dall’odio e capace di chiedere a Dio non la rovina altrui per se stessa (cosa che sarebbe peccato), ma il giusto castigo degli empi ostinati e la conseguente liberazione dei piccoli dalla loro tirannide.

È l’inquilino di Santa Marta che ha tenuto a battesimo l’attuale governo; è grazie a lui che tantissimi lavoratori, con le loro famiglie, non san più dove sbattere la testa. È stato proprio lui – guida spirituale dei globalisti, nonché principale agente pubblicitario di un’arma biologica che distrugge il corpo umano – a propiziare l’impiego politico del banchiere, già allievo dell’Ordine cui apparteneva, e a determinare questa situazione aberrante: l’oppressione di un intero popolo da parte di un governo così spietato da aizzare la Polizia di Stato, corpo che annovera pure veri e propri delinquenti in divisa, contro una folla inerme, senza alcun riguardo per donne, anziani e bambini, aggrediti con idranti e lacrimogeni alla stregua di pericolosi terroristi. Nonostante la stampa di regime abbia occultato questo fatto di inaudita gravità, attribuendo la colpa dei disordini a manifestanti di estrema destra (diretti dai servizi segreti), tale infamia non potrà mai esser cancellata, testimoniata com’è dalle riprese dei presenti. Che gli spregevoli individui che ne sono direttamente o indirettamente responsabili siano processati o rimossi al più presto; altrimenti la Porta dell’Inferno, appena inaugurata, li risucchi tutti insieme nell’abisso.

Avete sperato nel Signore per l’eternità, nel Signore, Dio forte, in perpetuo. Poiché piegherà quanti abitano in alto; rovescerà la città eccelsa, la rovescerà fino a terra, la demolirà fino a ridurla in polvere. Il piede la calpesterà, i piedi del povero, i passi dei miseri (Is 26, 4-6 Vulg.).





ottobre 2021

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