Esuli cubani esiliati dal Vaticano

di Belvecchio





Tra il 23 e il 24 ottobre scorso circa 500 esuli cubani provenienti da varie parti del mondo si sono dati appuntamento a Roma per manifestare contro il regime castrista-comunista che imperversa da più di 60 anni a Cuba. Si sono ritrovati il sabato a Piazza Venezia e la Domenica si sono presentati in piazza San Pietro per partecipare all’Angelus di papa Bergoglio.

La polizia italiana non ha permesso l’ingresso degli esuli cubani nella piazza del Vaticano e quasi tutti si sono dovuti accontentare di rimanere in via della Conciliazione, che è territorio italiano.

L’iniziativa della polizia ha fatto seguito ad una segnalazione dell’ambasciata cubana ed è stata condivisa dalle autorità vaticane, a dimostrazione che queste ultime, Papa in testa, tengono a mantenere buoni rapporti con i comunisti che governano Cuba.
Qualche mese fa, in occasione di un’udienza  nell’aula Nervi, un gruppo di esuli aveva espresso la sua opposizione al regime castrista che reprime la libertà. Papa Bergoglio aveva dato loro la benedizione, ma non aveva pronunciato una parola neanche di conforto.

Dopo l’Angelus, papa Bergoglio non ha nominato né salutato gli esuli che sapeva erano bloccati in via della Conciliazione.






Le reazioni all’accaduto di Domenica sono state molteplici, soprattutto nell’area americana, e hanno espresso stupore e condanna per questo esilio dal Vaticano di cattolici cubani che si oppongono ad un regime acattolico e anticattolico.
In alcune delle reazioni venienti da altri paesi, Italia compresa, si è fatto notare che il divieto d’accesso in piazza San Pietro sarebbe stato giustificato per evitare che si verificasse una interferenza tra l’atto religioso della recita dell’Angelus e l’atto di protesta politica degli esuli convenuti.
In realtà, dopo l’Angelus, papa Bergoglio è solito pronunciare un breve discorso, sia a carattere generale sia per salutare i diversi gruppi presenti nella piazza. In tale circostanza non è la prima volta che il Papa parli di fatti politici, né che qualche gruppo esprima delle proprie rimostranze. Evidentemente, questa volta il Papa ha voluto esprimere la sua vicinanza al regime comunista cubano e quindi ha dovuto permettere che si impedisse l’ingresso in piazza agli esuli contrari a tale regime.



Da parte nostra constatiamo che in Vaticano si cerca in tutti i modi di non fare politica, ma di fatto facendo politica: sono innumerevoli le occasioni in cui papa Bergoglio ha espresso forti critiche a certe correnti politiche e a certi orientamenti politico-economici, soprattutto quando questi contrastano con l’immigrazionismo e il pauperismo bergogliani.
Con l’accaduto del 24 ottobre è stata fatta un’eccezione partigiana e interessata a favore del regime comunista di Cuba.




Uno degli esuli è riuscito ad evitare il blocco




Ma viene subito allontanato dalla polizia




novembre 2021

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