Noi siamo più forti e vinceremo

Articolo di Elia


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Infirma mundi elegit Deus, ut confundat fortia (1 Cor 1, 27).

«Dio ha scelto le realtà deboli del mondo per svergognare quelle forti».
Ecco una costante del Suo agire nella storia: per far risplendere la propria potenza, il Signore elegge gli strumenti umanamente meno influenti, per cui mezzo ottiene risultati inspiegabili da un punto di vista puramente naturale.
Chi non conta nulla, secondo criteri mondani, si trova inaspettatamente elevato, a beneficio degli altri, a una funzione di rilievo che non ha affatto ricercato e, pur non disponendo di grandi mezzi, provoca la reazione rabbiosa del potere, che si sente minacciato da una pulce. Ciò dimostra che, sul piano soprannaturale, i rapporti di forza sono invertiti; così succede che chi dovrebbe sentirsi sicuro dia segni di paura, mentre chi, al contrario, avrebbe motivo di temere sia tranquillo e sereno, difeso com’è da un’invisibile e inespugnabile fortezza.

Dobbiamo renderci conto che, rispetto ai tiranni di questa terra, possediamo armi molto più potenti, alla portata di chiunque, e risorse di ben altro livello, in quanto sono soprannaturali: i Sacramenti, il Rosario, la meditazione, oltre alle svariate pratiche di carità e di penitenza. Chi, già prima che sorga il sole, si mette alla presenza del suo Creatore e Redentore per innalzare a Lui le lodi e le azioni di grazie che giustamente Gli deve per tanto immeritato amore, affronta la giornata ripieno di invincibile forza, di indomito coraggio, di serena fiducia e di sollecita attenzione al prossimo.
Perfino nelle prove più dure, come l’esclusione dal lavoro o dal ministero, sa di poter contare sulla Provvidenza, che nulla di indispensabile fa mancare a chi serve Dio senza compromessi, ma veglia su di lui con amorosa lungimiranza e impagabile tenerezza.

Sappiamo bene che il diavolo da sé non può nulla, se non ciò che gli permette di fare il Signore, che con la propria morte e risurrezione lo ho spogliato di ogni forza, con la predicazione della Chiesa ha abbattuto il suo regno e con la perseveranza dei cristiani lo umilia continuamente. Sia lui che i suoi servitori sono come cani legati al guinzaglio: il padrone può pure, se lo ritiene utile ai suoi scopi, allungare di un po’ la corda, ma anche bloccarli a piacimento e tirarli indietro. Dato che il futuro è noto soltanto a Dio, non azzardiamo previsioni troppo certe, né in senso ottimistico né in chiave catastrofica; una voce interiore, tuttavia, ci rassicura con insistenza garantendoci che l’attuale prova non durerà ancora a lungo. Una volta disinnescato il detonatore della paura, in ogni caso, il terrorismo psicologico del regime fa cilecca.

Piuttosto che lasciarci divorare la mente e il cuore dal continuo assalto di allarmi reali o presunti, rientriamo spesso in noi stessi e meditiamo sull’infallibilità della Provvidenza, sull’infinita potenza e sapienza di Dio, che ci ha creati e redenti, ci vuole santi e ci chiama a regnare con Lui in eterno.
Ogni evento, ogni situazione va considerata nella prospettiva dell’eternità, non in funzione di una precaria sicurezza e di un’illusoria tranquillità da godere in questa vita. La rilettura del cristianesimo in salsa esistenzialistica ha prodotto cattolici ripiegati su di sé, attaccati al benessere e alla salute, ossessionati da un bisogno di felicità immediata… e, di conseguenza, proni ai diktat della dittatura sanitaria, che trova in loro, paradossalmente, i più fervidi sostenitori, anziché oppositori fermi e coraggiosi a vantaggio proprio e di tutti.

Il sistema sta tentando invano di neutralizzarci con etichette infamanti, ignobili sotterfugi, volgari distorsioni della verità… palesando così la propria impotenza di fronte a un dissenso che non riesce a soffocare. La subcultura mediatica ha causato una deformazione mentale per cui tutto è opinione, mentre la realtà oggettiva scompare dietro la cortina fumogena delle chiacchiere. I dati diventano idee, l’osservazione diretta del reale un punto di vista personale, i ragionamenti incontrovertibili discorsi deliranti… il tutto condito da una schiuma rabbiosa, ma imbellettata di mielosi incitamenti a compiere un atto d’amore. Quel che provoca più compassione è il pensiero del giudizio cui vanno incontro tutti quei mentitori, figli del padre della menzogna.

Teniamo a mente che il Creatore, come già alle acque, ha fissato un limite pure al male: Terminum posuisti, quem non transgredientur (Hai posto un confine che non oltrepasseranno; Sal 103, 9). A sguardo umano i Suoi nemici paiono invincibili; possiamo avere l’impressione che il loro piano stia procedendo, inesorabilmente e senza intoppi, verso l’instaurazione di una tirannia mondiale, ma non dimentichiamo che sono soltanto uomini, per quanto sembrino potenti. Dio, in realtà, può ribaltare la situazione in un istante e spazzarli via con un semplice soffio. Invece i pochi che non si son piegati sono coloro con i quali Egli, dopo la svolta, ricostruirà la Chiesa e la società; ora sta mettendo alla prova i Suoi eletti perché dimostrino che può contare su di loro e ne prendano coscienza. Abbiamo dunque davanti un compito formidabile e meraviglioso.

Nel pieno della crisi ariana, quando l’eresia, grazie all’appoggio degli imperatori e al cedimento di gran parte della gerarchia al compromesso, pareva aver definitivamente trionfato, sant’Antonio, dal deserto, rivolse ai cattolici questa esortazione:
«Figli, non perdetevi d’animo. Come ora il Signore è adirato, così poi provvederà alla guarigione. La Chiesa presto riacquisterà la sua bellezza e risplenderà secondo il suo solito; vedrete i perseguitati ritornare, l’empietà rinchiudersi nella propria tana e la fede cristiana, in piena libertà, sarà proclamata dappertutto. Preoccupatevi, però, di non lasciarvi contaminare dagli ariani. Il loro non è l’insegnamento degli Apostoli, ma dei demoni e del loro padre, il diavolo; è un insegnamento infecondo, assurdo, di una mente non retta, simile all’irrazionalità dei muli» (sant’Atanasio d’Alessandria, Vita Antonii, 82).

L’applicazione al presente è del tutto naturale; è fin troppo facile riconoscere chi, oggi, propala un insegnamento assurdo e irrazionale, fondato non sulla rivelazione evangelica, bensì sull’ideologia globalista diffusa dai padroni del mondo, in nome della quale, anche nella Chiesa, si incentivano la discriminazione e l’esclusione.
Mentita est iniquitas sibi (L’iniquità ha mentito a se stessa; Sal 26, 12): come già nel processo a Gesù, così anche il moderno sinedrio e i suoi pappagalli si ingannano da soli, restando vittima delle proprie menzogne e smascherando da sé la propria malafede. Chi si oppone alla verità conosciuta, infatti, è costretto a deformare la presentazione della realtà in modo così evidente che squalifica se stesso a un grado tale da non richiedere neppure una confutazione. Ciò vale tanto per i dinosauri della sinistra radicale quanto per quelli del tradizionalismo formalista, ad essi congiunti sotto l’unica regia della finanza cazara

Coraggio, dunque: perseveriamo, con l’aiuto della grazia, fino al termine della battaglia, il cui esito è comunque vittorioso per chi è agli ordini del Re dei re, anche qualora apparentemente soccomba con il martirio. Pur senza cedere a false promesse di un mondo nuovo che anticiperebbe la Parusia, manteniamo comunque ferma l’attesa della svolta positiva che la Provvidenza ha predisposto e alla quale ci sta preparando, affinché, al momento stabilito, possiamo assumere il compito assegnatoci.
Lapidem quem reprobaverunt aedificantes, hic factus est in caput anguli (La pietra che i costruttori hanno scartata, proprio questa è divenuta testata d’angolo; Sal 117, 22). Con umiltà, ben lungi da ogni forma di vana esaltazione, ringraziamo ogni giorno il Signore per tanta degnazione nei nostri confronti, senza omettere di attuare la nostra gratitudine in una carità vigile e operosa.



novembre 2021
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