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Intervista sulla Messa in latino di Marcello Veneziani
condotta da Stefania Briccola per conto de L'Ordine Mv.
Perché ostacolare o sopprimere di fatto un rito antico e una
liturgia che ha accompagnato per secoli i fedeli è un gratuito
atto ostile verso chi ama la tradizione e la liturgia antica e uno
sfregio alla Chiesa in saecula saeculorum. Si può essere
progressisti e preferire la Messa in lingua nazionale e moderna, ma
impedire a chi si riconosce in quel rito di seguire l’ordo missae
è una limitazione della libertà e del culto, un
impoverimento spirituale e un segno di odio verso quei gruppi e
ciò che rappresentano. Che senso ha dialogare con i non
credenti, i credenti in altre religioni, i lontani e chiudere le porte
della Chiesa ai credenti e praticanti della liturgia latina?
Come ricorda la sua partecipazione alla Messa in latino e il rito antico ignorato dalle nuove generazioni? (Dove era esattamente? Quando? È davvero rappresentazione teatrale dal linguaggio criptico… non proprio una Messa rock) Mv.
Ero bambino e andavo a Messa la Domenica mattina con mio padre a
Bisceglie, seduti nel coro della cattedrale o in sacrestia. Ricordo il
fascino di quel rito e di quella liturgia, il mistero di quelle parole
arcane, il senso del sacro nella bellezza e l’odore d’incenso, la
convinzione puerile che adorare fosse l’equivalente di odorare… fede
olfattiva… Ne ho scritto nel mio ultimo libro, la Leggenda di Fiore.
L’ateo Michael Onfray difende a spada tratta la Messa in latino e il senso del sacro di cui si è perso il valore. Perché si ha tanta nostalgia di personaggi come Mircea Eliade e Andre Malraux? Mv.
Perché ci ricordano che non esiste solo il nostro presente,
l’uomo a una dimensione; ma ci sono altri mondi che noi abitiamo: il
passato attraverso il ricordo e la memoria storica, l’avvenire mediante
la speranza e la profezia, l’eterno attraverso il sacro e il mistero…
Eliade ci ha pure insegnato a ritrovare le tracce del sacro dissimulate
nella vita moderna e profana.
Chi ricorda tra i firmatari degli appelli sottoscritti all’indomani del Concilio Vaticano II che ha riformato la liturgia e soppresso l’ordo missae (il rito della Messa secondo il rito tridentino) nel 1964? (c’erano ortodossi come Ashkenazy ecc.) Mv.
Ricordo tra tanti due figure straordinarie, il poeta Borges che non
può definirsi propriamente un fedele ma che ne era tuttavia
affascinato dalla bellezza e dall’antico splendore e la scrittrice
Cristina Campo (al secolo Vittoria Guerrini) che era salda nella fede e
credente e vanamente si impegnò nella difesa dell’ordo
missae. Nacque un movimento, vi fu poi Monsignor Lefevbre, una
brutta ferita che di recente era stata rimarginata; ora Bergoglio la
riapre, e in un’epoca di chiese vuote, Messe disertate, vocazioni
calanti…
La questione della stretta sulla Messa in latino riguarda un problema “politico” all’interno della Chiesa con una minoranza di cattolici da arginare o la reale unità da raggiungere seguendo la linea del Concilio Vaticano II? Mv.
C’è una motivazione politica e c’è anche una concezione
personalistica e lievemente dispotica, comunque intollerante da parte
di un papa che pure si schermì dicendo: chi sono io per
giudicare?… Ma anche sul piano politico è stato un errore
grossolano, perché ha ridato fiato e spinta a gruppi davvero
minoritari. La Chiesa dell’accoglienza non accoglie i fedeli e i riti
di sempre, respinge i devoti che non condividono il discorso politico
di Bergoglio.
L’antico Messale è cambiato e la nuova liturgia ha conferito un volto nuovo alla Chiesa. Tutto questo cosa ha comportato? (dalla limitazione di una lingua universale, madre della nostra civiltà, a un senso feriale che pervade la liturgia non più solenne. Una specie di caffè decaffeinato…) Mv.
Paradossalmente la Chiesa che insegue la globalizzazione rinuncia
all’universalità sul piano liturgico e linguistico. Si
sostituì il rito comunitario con una riunione assembleare e
condominiale; così si perde la bellezza, il mistero e il lindo
rigore di una liturgia e si tagliano i ponti con la tradizione, la
civiltà cristiana, il legame tra il santo e il sacro.
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novembre 2021 |