A proposito di Traditionis custodes:
un piccolo bilancio


di Giovanni Servodio




Da quando è stato pubblicato da papa Bergoglio il motu proprio Traditionis custodes, si è sviluppato un continuo e a volte rumoroso sommovimento: hanno reagito i più interessati all’ingiunzione punitiva voluta da Bergoglio; hanno reagito gli irriducibili sostenitori dell’ancora vivente, seppur emerito, Benedetto XVI, nel vedere frantumato il Summorum Pontificum; hanno reagito alcuni diocesani che si son visti costretti a rinunciare in partenza alle loro aspirazioni a celebrare sia il novus sia il vetus ordo; hanno reagito i meno interessati, perché autonomi, del movimento di Mons. Lefebvre; hanno perfino reagito i gruppi a margine degli ex aderenti a quest’ultimo movimento; e, dulcis in fundo, hanno reagito tanti fedeli che speravano di poter continuare ad assistere alla Messa tradizionale.
Ognuno, logicamente, ha reagito a modo suo, ma tutti hanno dato prova di uno stupore a nostro avviso ingiustificato.

L’operato del Papa “porteño”, dopo quello che questi ha fatto negli ultimi nove anni, non avrebbe dovuto suscitare stupore, avvezzo com’egli è a demolire, un pezzo la volta, tutto quello che nella Chiesa rimane di buono e di realmente cattolico. Il Papa argentino è stato messo lì apposta, perfino con la complicità di Papa Ratzinger, per portare alle estreme conseguenze il sovvertimento architettato dal Vaticano II. Ci voleva un prelato col pelo sullo stomaco e Bergoglio non ha deluso i suoi committenti.
C’era ancora un grosso ostacolo da far scomparire e Bergoglio ha pubblicato Traditionis custodes per tentare di portare alla fossa la Messa tradizionale, eredità della Chiesa apostolica e testimone vivente della vera liturgia cattolica.

Guardando alle diverse reazioni suscitate da questa iniziativa bergogliana, stupisce come alcune di esse, partendo da tale iniziativa, abbiano finito col produrre critiche nei confronti degli altri gruppi tradizionali, come si trattasse di un obiettivo prioritario: è il destino balordo dei gruppi minoritari, che sembrano mossi da uno spirito di concorrenza più che da uno spirito di comune difesa. Ci sono sempre di quelli che si reputano più “minoritari” degli altri e si convincono di possedere una verità più vera.
Abbiamo letto di certuni che imputano ad altri un bergoglionismo interessato, mentre secondo loro dovrebbero essere antibergogliani anche quando ricavano dei benefici dall’operato di Bergoglio. Questi stessi critici, però, beneficiano dello stesso operato, ma per loro va bene così: essi sono al di sopra di ogni sospetto.

Tutta questa confusione, in fondo, non fa altro che favorire i piani di Bergoglio, che vuole i diversi gruppi tradizionali divisi tra loro, in vista di ridimensionarli o eliminarli.
Tuttavia, certuni danno l’impressione di non rendersi conto di questo, sperando in cuor loro che gli eliminati siano sempre e solo gli altri. Una prova di sensibilità di parte che presto o tardi si rivolterà contro di loro. Bergoglio è maestro nel divide et impera.

Meno male che esiste una realtà in cui lo spirito partigiano alligna solo in parte, ed è la realtà dei semplici fedeli, i quali hanno a cuore solo il perdurare della fede cattolica, indipendentemente dai vari gruppi composti anche da sacerdoti incasellati, i quali sono utili a tutti fedeli perché solo i consacrati possono assicurare la continuità della Messa tradizionale. Poco importa l’etichetta sotto la quale questi sacerdoti militano: celebrando la Messa tradizionale finiscono con l’operare a maggior gloria di Dio e a sostegno della salvezza delle anime.

Certo che c’è il rischio che le dette etichette influenzino il pensare dei fedeli che assistono alla Messa celebrata da questi sacerdoti etichettati, ma lo spirito imparziale dei fedeli, ancorato alla realtà oggettiva che impone l’esigenza primaria della Messa tradizionale al di sopra dei particolarismi degli stessi sacerdoti, manterrà intatta l’istanza di dover costituire quel “piccolo resto” che sarà lo strumento che Dio utilizzerà per debellare i bergogli, i bergoglionismi e i bergoglionisti che via via si presenteranno… finché Dio vorrà.





novembre 2021

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