TESSERE PER UN MOSAICO
DEL DOPO BENEDETTO XVI

Il nuovo Papa e le attese dell'Asia


Pubblichiamo e commentiamo un “distaccio” da Bangkok
dell'Agenzia Fides - Organo di informazione delle Pontificie Opere Missionarie dal 1927
reperibile a questo indirizzo


Bangkok (Agenzia Fides) – “Ringiovanire il mondo”, rilanciare la speranza, essere una voce “profetica e misericordiosa”: sono queste le attese che l’Asia nutre verso il nuovo Pontefice. Lo dice all’Agenzia Fides il francescano p. Nithiya Sagayam, OFM Cap, Segretario esecutivo dell’Ufficio per lo Sviluppo Umano nella “Federazione delle Conferenze Episcopali dell’Asia” (FABC).
In una nota inviata a Fides, il francescano individua le principali aspettative che il vasto continente asiatico, nella sua immensa pluralità di popoli e religioni, ha verso il Papa che sarà eletto.


Il nuovo Papa – spiega p. Sagayam – avrà il compito di ‘ringiovanire il mondo’, non solo la Chiesa. Il mondo non ha perso la speranza nella Chiesa cattolica. Ma la Chiesa si basa sul Vangelo. La missione della Chiesa è centrata su Cristo, non sui canoni o sulle omelie. E’ molto importante che la Chiesa non sia come una organizzazione laica, presa da questioni di denaro e potere, ma che accolga il grido e le angosce degli uomini, specialmente dei poveri e degli emarginati”.


L’appello è quello contenuto nella Gaudium et Spes: “Il grido del Papa dovrebbe essere il grido del mondo: spesso si identifica la Chiesa come ente che si occupa di contraccezione, matrimoni omosessuali, ordinazione delle donne, messa in latino. La quantità di energie spesa per tali questioni è eccessiva rispetto a quella spesa per i problemi scottanti del mondo: violenza, guerra, produzione di armamenti, discriminazione e sfruttamento dei poveri e degli emarginati. I popoli dell’Asia desiderano che la Chiesa, piuttosto che guardare ad intra tutti i suoi problemi interni, sia rivolta ad extra, portando il messaggio di Cristo in tutte le questioni che agitano il pianeta, come povertà e oppressione. Il magistero del nuovo Papa aiuti la Chiesa ad abbandonare le tentazioni di autoreferenzialità e, sulla spinta del Concilio Vaticano II, ad avvicinarsi alle gioie e alle ansie dei popoli del mondo”.


Oggi si notano – prosegue – segnali di vitalità nelle Chiese emergenti: non ci si dovrebbe sorprendere se un Papa venisse da un paese in via di sviluppo. In ogni caso, qualunque sia la sua provenienza, il nuovo Papa dovrebbe guardare con attenzione e parlare il linguaggio delle Chiese periferiche, in Asia, Africa, America Latina. Il mondo si aspetta che il nuovo Papa sia universale, sia una guida profetica e misericordiosa per il mondo”.

Infine “il Papa sia la voce della coscienza per tutti i leader politici mondiali: questo è un ruolo molto importante da svolgere e per questo auspichiamo siano forti i legami con gli altri leader religiosi nel mondo”. (PA) (Agenzia Fides 20/2/2013)

Fa bene il Vaticano a reagire contro le ingerenze “esterne” che vorrebbero “condizionare i cardinali elettori”, perché, ovviamente, bastano le ingerenze “interne”.

Questa informativa dell’Agenzia Fides è tutto un programma, che fa capire perché la crisi che imperversa nella Chiesa da 50 anni è tutta interna e tutta sgorgante copiosamente dal Vaticano II, non tanto perché causa prima, ovviamente, quanto perché consesso che diede la stura a tutte le forze anticattoliche che, come serpenti velenosi, si annidavano nel corpo vivo della Chiesa, consesso che ha loro permesso di trasformare, pian piano, ma profondamente, gli uomini di Chiesa, da fedeli servitori del Signore Gesù, Re del Cielo e della terra, in sudditi devoti del “principe di questo mondo”: Sua Indecenza Monsignor Satana.

Abbiamo evidenziato alcuni passi di questo dispaccio, che da soli sono di un’eloquenza assordante e spaventosa, ma richiamiamo l’attenzione su due punti:
- La Chiesa non si occupi più di morale (contraccezione, matrimoni omosessuali, ordinazione delle donne), né di liturgia (messa in latino), non sono queste le cose importanti per aiutare i fedeli a salvare la loro anima, no!; la Chiesa si occupi di politica (violenza, guerra, produzione di armamenti, discriminazione e sfruttamento dei poveri e degli emarginati), perché è questo il motivo per cui Dio ha voluto l’Incarnazione, la Passione, il Sacrificio e la Risurrezione del Suo Unigenito.

- Il prossimo Papa la smetta di fare il Papa, … si veda l’esempio…, e di pensare alle cose della Chiesa per il bene delle anime. Il nuovo Papa aiuti la Chiesa, sulla spinta del Concilio Vaticano II, ad avvicinarsi alle gioie e alle ansie dei popoli del mondo; si impegni per il governo mondiale e per questo stringa forti legami con gli altri leader religiosi del mondo.

Chi parla così dovrebbe essere un figlio spirituale di San Francesco, ma, dopo cinquant’anni di neo-Chiesa conciliare, si rivela essere un povero politicante da “bar dello sport”, intriso di luoghi comuni e tutto preso dal bisogno di affermare il benessere del corpo, invece di perseguire il bene dell’anima.
Disgrazia vuole che questa sulfurea infezione costui non la tiene per sé, ma come un untore la diffonde nel mondo cattolico, aiutato dall’Agenzia Fides, quella stessa che un tempo era portavoce della Pia Opera della Propagazione della Fede e che oggi, evidentemente, ha tutt’altro da propagare.

Quos perdere vult, Deus dementat

Che il Signore ci aiuti e la Madonna ci protegga.


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febbraio 2013

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