SCIOCCHEZZAIO  2022

del Luciano Pranzetti



Abbiamo, in un precedente intervento – luglio 2021 - scritto di talune locuzioni sciorinate nel corso del santo Rosario di Lourdes – tv2000, ore 18,00 – talmente insipide, banali e inopportune che non riusciamo a comprendere come dei sacerdoti di lungo corso non se ne accorgano, e non tanto nell’attimo in cui le pronunciano quanto nei momenti di preparazione durante i quali è possibile soffermarvisi e farci la tara. Credevamo che l’estro, che ispira e trasporta codesti animatori, si fosse spento a vantaggio di un ortodosso e semplice commento dei Misteri. Speranza delusa ché, parafrasando un noto detto, l’autore di una sciocchezza torna sempre sul luogo della stessa. 

Due sono, questa volta, i distillati pensieri esciti da fervide menti che hanno attirato la nostra attenzione e, quindi, stimolato ad operarvi una ricognizione teologica e, precisamente quelli riferiti al terzo e al quarto glorioso. In aggiunta, proponiamo ai fedeli lettori, due esempi di banalità spacciati, uno per serio atto liturgico che, lungi dall’esprimere il debito significato, si risolve in una ridicola, buffa e meschina pantomima e l’altro quale estraneo soffietto in un contesto serio, come in appresso esponiamo.





1 – La discesa dello Spirito Santo su Maria e sui primi cristiani.

Non si comprende perché mai non si enunci, il terzo mistero glorioso, secondo la tradizionale, corretta formula: “La discesa dello Spirito Santo su Maria e gli Apostoli nel cenacolo”.
Ma vediamo. La nuova dizione propone due informazioni:
a)    Lo Spirito del Signore si effonde sulla Madre di Dio e su tanti – quanti non si sa – anonimi individui presenti nel Cenacolo;
b)    costoro, poi, vengon definiti “cristiani” prima ancora che gli stessi ricevano quello che, in effetti, altro non è che il sacramento della Cresima.

Qualcuno obietterà che gli Atti (2, 1/4) non specificano chi e quanti fossero nel cenacolo. Vero, il passo citato sorvola sui nomi perché li enumera poco prima, in 1, 12/14. Pertanto ci sembra modo qualunquista sopprimere la specifica di “Apostoli” annegandola e offuscandola nel generico e liquido attributo di “cristiani”.
Non paia, siffatta variante, il vezzo di un isolato novatore perché, a ben osservare, essa si presenta come una delle tante manipolazioni, operate nel corpo della Scrittura, in obbedienza all’imperante fregola revisionista dell’attuale Pontefice.

Abbiam scritto variante, e non a caso, dacché la predetta smania di conformare la Parola di Dio all’etica e alla semantica umana, ha tutte le caratteristiche di una pandemia non dissimile dal pestifero covid19 che, di varianti, è prolifico padre.







2 – L’assunzione di Maria è il capolavoro della fantasia di Dio.


Nel precedente intervento ci trovammo a parlare del sogno di Dio che, per ovvia logica, crea dormendo e, perciò, non tutto Gli riesce bene. Questa volta il Signore viene qualificato come un fantasista che, secondo l’estro per come Gli détta, si innamora dell’idea che in un certo momento Gli rampolla nella mente e, senza difficoltà, la realizza. Ma prima di inoltrarci in una critica che potrebbe risultare infondata, vediamo come viene definita la fantasia:
Fantasia – facoltà della mente umana di creare immagini, di rappresentarsi cose e fatti corrispondenti o no alla realtà . . . L’attività del fantasticare: immaginare o supporre, o anche sospettare situazioni prive di realtà, lasciando libero corso alla fantasia (Vocabolario Treccani, vol. III, pag. 397 – 1997).

Ecco la carta d’identità del Signore: un essere soprannaturale che, come qualsiasi persona umana, ha dei giorni in cui ha bisogno di lasciar libero corso all’irrazionalità, sicché, il gran disegno della redenzione – di cui Maria è parte importante – altro non è che un prodotto fantastico, privo, cioè, della categoria della logica, privo della proprietà divina della preveggenza per la quale i tempi – passati e futuri – sono a Lui un eterno presente, privo della categoria della finalità.
Ma vi pare che la creazione dell’universo, così perfetta, articolata, condotta e distribuita secondo un piano di sei giorni e giudicata, dallo stesso Artefice, ottima, altro non sia che l’esito di un fantasista in vena di scherzare? E vi pare che Colui che si definisce “Io sono Colui che sono” (Ex. 3,14) sia, secondo il parere di un animatore liturgico, un goliardo zuzzurellone che, a un certo momento della sua eterna giornata, s’inventa l’assunzione di Maria?
  
Sulla scia di don Tonino Bello, il prossimo santo conciliare, colui che s’è inventato Maria, donna ordinaria, si sono già avviati quanti stanno modellando il Signore Onnipotente come un dio ordinario





3 – Datevi un cenno di pace.

Abbiamo, in un nostro esteso intervento, criticato la stretta di mano quale privilegiato e unico segno di pace – di chiara e dimostrata assonanza massonica – con relativo dispregio del santo segno della Croce. Ora, stante la pandemia virale causata dal Covid19, la Gerarchia ha disposto il divieto della stretta di mano in quanto veicolo di contagio. E allora, ecco la fantasia all’opera. Fra i tanti espedienti – baci volanti, ciao ciao, sorrisini – ultimamente va di moda il cenno di capo: tante teste che ciondolano come quelle di un branco di asinelli.

Santità, molto reverendi prelati, reverendi parroci: ma vi costa tanto consigliare, quale sigillo di pace, il santo segno della Croce?






4 – Buongiorno a tutti.
 
6 gennaio - ore 7,00 – Santa Messa celebrata nel Santuario del Sacro Cuore in Roma, teletrasmessa dalla emittente tv2000. Il celebrante, letto il Vangelo, si dispone per l’omelia. Uno si aspetterebbe il canonico e debito introito del “Sia lodato Gesù Cristo”. Macché! Serio e garbato, il sacerdote ammannisce uno stridente, inopportuno “Buon giorno a tutti” che tanto ricorda quell’estraneo, laico, offensivo “Buona sera” rivolto dal cardinal Bergoglio, neoeletto Papa, alla comunità cattolica raccolta in Piazza San Pietro la sera del 13 marzo 2013.

Con sì fatti inserti, la Santa Messa, già desacralizzata dalla riforma (?) paolosesta, si sta avviando ad assumere i tratti di una cerimonia in cui ciascuno si sente in diritto di tirar fuori le più insipide, sciocche varianti. A maggior gloria dell’uomo





gennaio 2022
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