IL DIAVOLO E LA MASSONERIA

Il diavolo e la massoneria nell’analisi di H. Delassus

di Francesco Lamendola


Pubblicato sul sito Accademia Nuova Italia







Parlare del diavolo, oggi, è già impresa difficile; parlare della massoneria, poi, come di uno strumento diabolico potentissimo, che già si è impadronito di forze umane dalle risorse illimitate e condiziona direttamente la vita dei popoli e delle nazioni, è ancora più arduo.
Sembrano, entrambe questioni vecchie stravecchie, ossessioni e ipocondrie della Chiesa cattolica, d’un tempo, quella di prima del Concilio, chiusa in se stessa, decrepita e un po’ ridicola, che vedeva pericoli e nemici dappertutto: prima, insomma, che vi fosse la benedetta svolta della nuova teologia e  della ”seconda Pentecoste” che ha illuminato le menti e i cuori dei padri conciliari, inaugurando una stagione meravigliosa e facendo scoprire ai cattolici il vero significato della loro fede, sino ad allora mal compreso ed equivocato.

Eppure il diavolo c’è, non è mai andato in vacanza; e anche la massoneria c’è, né ha mai smesso di odiare Cristo e la sua Chiesa e di adoperarsi per distruggerla in qualunque maniera possibile, dall’esterno o dall’interno.
Quest’ultimo non è un problema recente: è vecchio di almeno tre secoli, visto che la prima scomunica solenne della massoneria, quella di Clemente XII con la bolla In eminenti apostolatu specula, è del 1738.
Qualcuno ha scoperto che esiste l’infiltrazione delle logge all’interno del clero solo dopo il Concilio Vaticano II: ma quella è stata la fase finale, quando perfino Paolo VI non esitava a disseminare il suo pontificato di simboli massonici, per non parlare poi di Bergoglio, eletto da una maggioranza massonica del collegio cardinalizio, la mafia di San Gallo, e acclamato con altissime parole di lode dai fratelli in grembiulino, in decine di lettere e comunicati ufficiali.




Non bisogna pensare alla massoneria ad un’ossessione ormai anacronistica di cattolici reazionari: il monito lanciato da monsignor Delassus un secolo e mezzo fa è più che mai attuale: è anzi addirittura superato dalla realtà di oggi!


In realtà, la situazione era già grave, quasi disperata, già nella seconda metà del XIX secolo: lo sappiamo, fra le altre cose, dalle indagini circostanziate fatte da un eminente monsignore francese, Henri Delassus (1836-1921), che dedicò gran parte della sua vita a smascherare la presenza massonica nel clero, quasi un don Luigi Villa ante litteram, e che dovette rinunciare a pubblicare la totalità delle sue ricerche su richiesta precisa di papa Pio IX: segno di quanto già fossero potenti le logge non solo al di fuori, ma anche all’interno della Chiesa.
Di lui abbiamo già parlato in un precedente articolo (vedi: Il N.W.O. è il compiersi dell’antico piano massonico, pubblicato sul sito dell’Accademia Nuova Italia il 01/10/20); ora vogliamo riprendere alcune sue conclusioni riguardo al nesso esistente fra l’opera del diavolo, la massoneria e la fase finale della lotta da essi scatenata contro la vera Chiesa cattolica (e non certo contro la falsa chiesa degli ultimi anni e decenni, quella creata artificiosamente, con la frode, a partire dal Concilio Vaticano II), avvalendoci della penna di un valido studioso che si firma Michel, autore d’un saggio apparso a puntate sul quindicinale Sì Sì No No fondato da don Francesco Maria Putti, Il Diavolo e gli Angeli, la loro esistenza e la loro natura (settima parte, n. 18 del 31/10/2021, pp. 5-6):

Monsignor Henri Delassus riporta la dottrina cattolica riguardo alla lotta tra Satana e la Chiesa e, dopo essersi avvalso della S. Scrittura e della Tradizione, non disprezza di fare anche una breve antologia delle rivelazioni private accolte dalla Chiesa. Ora esse non sono un luogo teologico, ma «non vanno disprezzate». Mi permetto di rinviare il lettore ad esse, come semplici rivelazioni private, per dargli un po’ di speranza in questo tristissimi tempi.. (…)

Monsignor Delassus ne “Il problema dell’ora presente” (Lilla, Desclée, 2 voll., 1904-1905; tr. it. IIa ed., Effedieffe, 2014-2015) scrive: «Dove conduce il turbine che trasporta il genere umano? Ai piedi di Dio o ai piedi di satana? […] Non è la prima volta che satana e i suoi si credono alla vigilia del trionfo. […] Noi siamo nell’ora d’un combattimento il più decisivo» (Delassus, “Il problema”, cit., vol. 2, p. 47).

Gregorio XVI nella sua Enciclica “Mirari vos” del 1832 applicava al nostro tempo moderno le parole dell’Apocalisse al capitolo IX sul «pozzo dell’abisso ormai aperto» (H. Delassus, “Il problema ecc.”, cit., vol. 2, pp. 48-49, 51), dal quale escono gli errori, le depravazioni e i demoni per tentare per tentare l’uomo nella maniera più crudele. «L’antitesi è tra Cristo o l’Anticristo finale ed essa racchiude il mistero dell’avvenire» (Delassusu, id, cit., vol. 2, p. 52).




Henri Delassus fu un don Luigi Villa ante litteram

San Pio X nella sua prima Enciclica”E supremi apostolatus cathedra” del 1904 si chiede se l’Anticristo non sia già in mezzo a noi dato il carattere antropolatrico della modernità filosofica e del modernismo teologico, come insegnano sant’Ireneo, sant’Ambrogio, sant’Agostino, san Gregorio Magno, Teodoreto, san Giovanni Damasceno, sant’Anselmo, Ruperto da Deutz, san Beda il Venerabile [cfr. Cornelius A. Lapide, “Comm. In Sacram Scripturam, tomo XII, “In Apocalypsim”, ed. Vives, p. 178].

Noi siamo attualmente, constata amaramente Delassus, «in uno stato di anticristianesimo, che è lo stato in cui è necessario che l’Anticristo finale trovi il mondo per esserne accettato» (Delassus, id,  2, p. 59). Poi saggiamene commenta che nessuno conosce la data precisa del suo avvento, ma secondo il Vangelo (Lc. XII,54), se scorgiamo le nubi addensarsi su di noi, ne deduciamo che la pioggia molto probabilmente è vicina (Delassus, id, vol. 2 p. 61).



Il diavolo e la massoneria nell’analisi di Monsignor Henri Delassus (1836-1921)


Pio IX ha scritto che nelle condizioni in cui versa l’umanità nel mondo moderno «gli uomini possono essere salvati non più dalle cause seconde, ossia dalle creature, ma dalla Causa prima che è Dio, in quanto la lotta è talmente grande che Egli solo può vincere i suoi nemici» (Delassus, “Il problema”, vol. 2, p. 62).
Leone XIII nell’enciclica “Praeclara” (20 giugno 1894) ha insegnato: «Noi vediamo nel lontano avvenire un nuovo ordine di cose: la soluzione cristiana della questione sociale, la fine dello scisma luterano e bizantino che hanno lacerato l’Europa e la luce del Vangelo che illumina tutti i popoli». (…)

Caterina Emmerich (Delassus, “La conjuration antichretiénne” vol. 3, pp. 867-878) vedeva la massoneria scatenata nel tentativo di distruzione della Chiesa mediante il naturalismo teorico e pratico, con la corruzione delle idee e dei costumi, e la vedeva in rapporto con l’avvento dell’Anticristo. Specialmente Roma e il Vaticano erano attaccate dagli spiriti del male e dai loro suppositi, il papa circondato da traditori era molto triste, tuttavia assieme alla tela del maligno Roma era sempre attraversata da una corrente di luce e di grazia. La beata Emmerich parla di un “uomo nero e tenebroso” che lavora attorno alla basilica di S. Pietro per rovinarne i fedeli e i Pastori ed ha avuto anche la grazia di poter essere condotta in spirito da papa Leone XII per aiutarlo a prendere le giuste decisioni. Tuttavia la Emmerich narra anche le sue visioni di restaurazione e di trionfo della Chiesa e della sua gerarchia, che era stata prima come sfigurata dalle torbide manovre della setta infernale, tra le cui fila vedeva anche dei sacerdoti (Delassus, “La conjuration ecc.”, vol. 3, pp. 880-883). I buoni difensori della Chiesa lottavano anch’essi, ma senza metodo, come se ignorassero la gravità della situazione (cit., vol. 3, p. 885)

La beata Anna Maria Taigi (Delassus, “La conjuration”, vol. 3, pp. 886-890) ha avuto le medesime visioni, e specialmente il gioco dei settari per ingannar dei cardinali sotto papa Gregorio XVI al fine di distruggere il Papato rimpiazzandolo con una “nuova chiesa delle tenebre” abbattendo i dogmi e mettendo sincretisticamente assieme tutte le credenze religiose. Ella ha addirittura visto san Pietro scegliere il suo successore dopo la sì disfatta della setta infernale che aveva macchinato all’opera di demolizione della Chiesa. La maggior parte del clero era sedotta dalle tenebre. Tuttavia grazie al soccorso di Maria SS. La Chiesa avrebbe prevalso contro di esse.

Un ruolo, secondo la Emmerich (Delassus, “La conjuration”, vol. 3, pp. 892-895), decisivo nella battaglia contro l’anti-chiesa l’avrebbe avuto san Michele Arcangelo proprio quando tutto sembrava perso e probabilmente vicino il regno dell’Anticristo: un Papa severo, austero e santo sarebbe sorto ed avrebbe rianimato i fedeli.




Il diavolo c'è e non è mai andato in vacanza e anche la massoneria c’è, né ha mai smesso di odiare Cristo e la sua Chiesa e di adoperarsi per distruggerla in qualunque maniera possibile!


Nel 1884 il papa Leone XIII ebbe una visione terrificante di Satana che lanciava un assalto in grande stile contro i cristiani e contro la Chiesa, dopo aver avuto l’autorizzazione di Gesù, e di san Michele Arcangelo che interveniva nella lotta per respingere le forze infernali (vedi il nostro articolo: Perché è stata soppressa la preghiera di Leone XIII a San Michele Arcangelo?,
pubblicato sul sito dell’Accademia Nuova Italia il 18/02/16).
Il papa, che avrebbe composto e ordinato di far recitare sempre, a conclusione della santa Messa, la preghiera a San Michele Arcangelo (preghiera che verrà soppressa da Paolo VI nel 1964: il papa massone non poteva certo sopportarla), riferì la sua visione con queste parole:

Ho visto la Terra avvolta dalle tenebre e da un abisso; ho visto uscire legioni di demoni che si spargevano per il mondo per distruggere le opere della Chiesa ed attaccare la Chiesa stessa, che ho visto ridotta allo stremo. Allora apparve San Michele e ricacciò gli spiriti malvagi nell’abisso. Poi ho visto San Michele Arcangelo intervenire non in quel momento, ma molto più tardi, quando le persone avessero moltiplicato le loro ferventi preghiere verso l’Arcangelo.




San Pio X


E san Pio X, nell’enciclica E supremi apostolatus del 4 ottobre 1903, con la quale iniziava il proprio magistero apostolico, dopo aver annunciato la sua volontà d’instaurare omnia in Christo,  metteva severamente in guardia circa i segni annunziatori di un avvento ormai imminente, e forse anzi già avvenuto, del figlio della perdizione (§ 4-5):

4. Tuttavia, poiché a Dio piacque innalzare l’umiltà Nostra a questa pienezza di potere, rivolgemmo l’animo a “Colui che ci conforta”, e sorretti dalla virtù divina mentre mettiamo mano all’impresa, dichiariamo che nell’esercizio del Pontificato Noi abbiamo un solo proposito: “Rinnovare tutte le cose in Cristo”(Ef 1.10), affinché sia “Tutto e in tutti Cristo”(Col. 3,11). Vi saranno certamente taluni che, applicando alle cose divine una misura umana, tenteranno di spiare le Nostre riposte intenzioni e di volgerle a scopi terreni e ad interessi di parte. Per togliere a costoro ogni vana speranza, Noi affermiamo con grande determinazione che Noi altro non vogliamo essere — e con l’aiuto di Dio lo saremo nella società umana — che ministri di Dio, il quale Ci ha investito della sua autorità. Le ragioni di Dio sono le ragioni Nostre; è stabilito che ad esse saranno votate tutte le Nostre forze e la vita stessa. Perciò se qualcuno chiederà quale motto sia l’espressione della Nostra volontà, risponderemo che esso sarà sempre uno solo: “Rinnovare tutte le cose in Cristo”. Nell’intraprendere e perseguire questa magnifica opera, Venerabili Fratelli, infonde in Noi un grande ardore la certezza di avere in voi tutti degli strenui collaboratori nel realizzare tale impresa. Se ne dubitassimo, dovremmo giudicarvi, a torto, come ignari o indifferenti verso questa nefasta guerra che ora e dovunque è dichiarata e condotta contro Dio. Infatti contro il loro Creatore “le nazioni ebbero fremiti di ribellione e i popoli concepirono idee insensate”, e quasi unanime è il grido dei nemici di Dio: “Allontanati da noi. Perciò si è estinta del tutto nei più la riverenza verso l’eterno Dio, e nella condotta della vita, sia pubblica sia privata, non si tiene in alcun conto il principio della Sua suprema volontà; ché anzi con tutte le forze e con ogni artificio si tende a sopprimere completamente addirittura il ricordo e la nozione di Dio.

5. Chi considera ciò, deve pur temere che questa perversione degli animi sia una specie di assaggio e quasi un anticipo dei mali che sono previsti per la fine dei tempi; e che “il figlio della perdizione”, di cui parla l’Apostolo (2 Tess 2,3) non calchi già queste terre. Con somma audacia, con tanto furore è ovunque aggredita la pietà religiosa, sono contestati i dogmi della fede rivelata, si tenta ostinatamente di sopprimere e cancellare ogni rapporto che intercorre tra l’uomo e Dio! E invero, con un atteggiamento che secondo lo stesso Apostolo è proprio dell’“Anticristo”, l’uomo, con inaudita temerità, prese il posto di Dio, elevandosi “al di sopra di tutto ciò che porta il nome di Dio”; fino al punto che, pur non potendo estinguere completamente in sé la nozione di Dio, rifiuta tuttavia la Sua maestà, e dedica a se stesso, come un tempio, questo mondo visibile e si offre all’adorazione degli altri. “Siede nel tempio di Dio ostentando se stesso come se fosse Dio” ( Tess. 2,2).




Oggi la massoneria controlla veramente il mondo intero, compreso il vertice della Chiesa visibile, e spinge ogni cosa nella direzione opposta a quella auspicata da san Pio X, cioè non verso Cristo, ma verso il diavolo, il suo antico ed implacabile avversario!

Non si pensi alla massoneria, perciò, come ad un’ossessione ormai anacronistica di cattolici reazionari. Il monito lanciato da monsignor Delassus un secolo e mezzo fa è più che mai attuale: è anzi addirittura superato, non nel senso che il pericolo sia scomparso bensì, nel senso che la realtà è andata assai oltre ciò che allora nelle più fosche previsioni si poteva temere.
Oggi la massoneria controlla veramente il mondo intero, compreso il vertice della Chiesa visibile, e spinge ogni cosa nella direzione opposta a quella auspicata da san Pio X, cioè non verso Cristo, ma verso il diavolo, il suo antico ed implacabile avversario.

Dobbiamo perciò fare una scelta di campo, e dobbiamo farla subito: sia nella nostra vita interiore, sia in quella esteriore. Tenendo bene a mente le inquietanti parole di monsignor Delassus: Dove conduce il turbine che trasporta il genere umano? Ai piedi di Dio o ai piedi di satana? (…) Noi siamo nell’ora d’un combattimento il più decisivo. Siamo sul pozzo dell’abisso ormai aperto (…), in uno stato di anticristianesimo, che è lo stato in cui è necessario che l’Anticristo finale trovi il modo per esserne accettato.




febbraio 2022
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