Exsurge, Domine!

Articolo di Elia


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Aspicite ergo quae fecit nobiscum, et cum timore et tremore confitemini illi, […] quoniam ostendit maiestatem suam in gentem peccatricem
(Guardate dunque ciò che ha fatto con noi e dategli gloria con timore e tremore, poiché ha mostrato la sua maestà verso un popolo peccatore; Tb 13, 6-7).

Il vecchio Tobia, al termine dell’omonimo libro biblico, riconosce le meraviglie della Provvidenza e ne dà lode a Dio con un commosso inno di ringraziamento in cui il buon esito della vicenda privata illumina la sorte collettiva del suo popolo.
Il Regno d’Israele (la parte dello Stato davidico che, dopo la morte di Salomone, si era separata dalla sua dinastia, perpetuatasi nel Regno di Giudea) era stato annientato dagli Assiri, che avevano poi deportato la popolazione. Tobia, rimasto fedele all’alleanza mosaica, sperimenta grandi benefici celesti, pur nelle durissime prove che, per permissione divina, lo colpiscono personalmente, ed è così in grado di incoraggiare i propri compatrioti esortandoli a riconoscere il motivo del castigo così da poterne trarre frutto.
L’esilio era stato causato dall’infedeltà religiosa ed era perciò il modo in cui Dio aveva esercitato la Sua giustizia, dopo gli innumerevoli e premurosi richiami trasmessi dai profeti, ma tristemente andati a vuoto.
Quello era quindi un tempo propizio di ravvedimento: «Convertitevi dunque, peccatori, e operate ciò che è giusto davanti a Dio confidando che vi faccia misericordia» (Tb 13, 8).

La Nazione italiana non è colpevole soltanto di aver abbandonato la fede e di essersi data al peccato nelle forme più gravi, ma anche di aver protratto per decenni una pratica religiosa esteriore, ipocrita e intermittente, priva di reale adesione interiore e per giunta sacrilega, in quanto adempiuta in stato di peccato mortale. Non possiamo perciò stupirci del castigo che l’ha colpita per mano di strumenti scelti da Dio, come un tempo gli Assiri: non si tratta tanto delle insensate restrizioni con cui, da due anni, ci viene resa difficile la vita quotidiana, quanto del flagello costituito dall’obbligo di assumere, senza alcuna utilità, un farmaco dannoso che, a parte i gravi effetti avversi, indebolisce fortemente il sistema immunitario.
Ora è lo stesso amministratore delegato della Pfizer, tale Albert Bourla (un nome, un presagio), ad ammettere come se niente fosse che il suo prodotto è del tutto inefficace per prevenire l’infezione, fatto che avrebbe spinto la sua ditta a elaborare un nuovo “vaccino” che, sebbene le verifiche di prassi siano ancora in corso, sarà certamente pronto il mese prossimo… Chi si è fatto avvelenare già tre volte, in altre parole, potrà continuare a farlo col solo beneficio dei profitti stratosferici di personaggi come quello.
Abbiamo così, malauguratamente, piena conferma di quanto velatamente annunciato, un anno fa, da qualcuno che – supponiamo – è ben inserito nei circoli occulti che hanno orchestrato la pandemia: la cosiddetta vaccinazione è un enorme bluff destinato al fallimento (come mezzo di prevenzione, evidentemente, non come fonte di guadagno).
Del resto uno dei maîtres à penser della sovversione totale, il francese Jacques Attali, già nel 1981 sosteneva in un’intervista che una popolazione troppo numerosa non è conveniente per il sistema economico e che, di conseguenza, essa andava sfoltita cominciando dagli anziani, che non sono più produttivi ma costano molto allo Stato, per continuare con i deboli, gli inutili e, infine, gli stupidi.
Non potendosi riproporre i campi di sterminio, sarebbe stato necessario escogitare il modo di indurre la gente stessa a chiedere di farsi eliminare, andando spontaneamente al macello e operando così una sorta di autoselezione; droga, AIDS e suicidi, a quanto pare, non bastavano alla bisogna.
Per inciso, il poderoso e puntuale coro di smentite, compresa quella del diretto interessato, è un’eloquente conferma della veridicità della citazione.

Ora, tali considerazioni non devono indurci al pessimismo e alla rassegnazione, bensì spronarci a pregare ancor più intensamente perché il castigo ottenga finalmente l’effetto voluto e gli Italiani imbocchino la via della conversione.
Al tempo stesso è del tutto legittimo che i giusti implorino la liberazione dalla prova con le parole sacre della Scrittura: Exsurge, Domine, adiuva nos, et redime nos propter nomen tuum (Sorgi, Signore, aiutaci e riscattaci a motivo del tuo nome; Sal 43, 26).
Il Signore permette che essi vengano ingiustamente vessati sia per il loro progresso spirituale, sia per l’ottenimento dell’aiuto a vantaggio di chi non lo chiede. Coloro che, con l’incredulità o il peccato grave, si sono esclusi dalla Comunione dei Santi han bisogno che altri meritino al posto loro le grazie necessarie per esservi riammessi; altrimenti, se muoiono in quello stato – e quanti son falciati dal falso vaccino! –, le loro anime andranno all’Inferno, checché ne dica colui che, nonostante la grave malattia, persevera pervicacemente nell’insegnare l’errore, sollecitando anch’egli, in modo sempre più urgente, le nostre preghiere per la salvezza dell’anima sua.

Se doveroso è intercedere per qualcuno che rischia seriamente la dannazione eterna, indispensabile è pregare per il bene della Chiesa, tanto più minacciato quanto più alta è la carica che detiene il de quo. Anche a tale proposito i Salmi ci forniscono un’efficace invocazione: Exsurge, Deus, iudica causam tuam; memor esto improperiorum tuorum, eorum quae ab insipiente sunt tota die (Sorgi, o Dio, giudica la tua causa; ricordati dei tuoi oltraggi, di quelli che un insensato ti rivolge tutto il giorno; Sal 73, 22). 
E’ la Sua stessa causa che Dio deve difendere: è il Suo stesso onore ad essere in gioco, la Sua maestà ad essere oltraggiata, la Sua verità distorta, la Sua santità contraffatta!
È perciò giunta l’ora che Egli si levi per il giudizio e ponga fine ai continui insulti proferiti da colui che, per l’alta posizione che occupa, avrebbe piuttosto il dovere di farne rispettare il Santo Nome esigendo riparazione, anziché concedere interviste, da quella cloaca della televisione pubblica che L’offende col denaro pubblico, infrangendo la legge che sanziona il vilipendio della religione.

Exsurge, Domine; non confortetur homo: iudicentur gentes in conspectu tuo (Sorgi, Signore; che non si affermi l’uomo: siano giudicate le genti al tuo cospetto; Sal 9, 20).
Ancora una volta possiamo interpellarlo con le parole da Lui stesso donateci, per chiedere un intervento che sia benefico anche per chi merita di esser giudicato, in quanto può risparmiargli la condanna eterna.
Misericordia autentica è quella di chi, prevedendo un danno irreparabile, mette in atto tutti i mezzi possibili per scongiurarlo, comprese le punizioni più severe per quanti, non volendo intender ragione, si ostinano nell’errore o nel peccato. Un castigo esemplare può altresì risultare fruttuoso per un intero popolo, indotto in tal modo a resipiscenza.
Per questo san Paolo non esitò a pronunciare una severa condanna contro un pubblico peccatore che, con la sua condotta, metteva a repentaglio la salvezza di tutta la comunità: nel nome del Signore Gesù, con il Suo stesso potere, lo consegnò a Satana per la rovina della carne, affinché l’anima fosse salva nel giorno del Giudizio (cf. 1 Cor 5, 4-5).

Una maledizione del genere va proferita da un successore degli Apostoli o almeno da un sacerdote (ai quali facciamo appello), ma può diventare oggetto della preghiera di ogni battezzato, purché sia ben premunito dai possibili contraccolpi, fisici e spirituali.
In ogni caso, Dio ascolta il grido degli umili: Desiderium pauperum exaudivit Dominus; praeparationem cordis eorum audivit auris sua (Il Signore esaudisce il desiderio dei poveri; il suo orecchio ascolta la disposizione del loro cuore; Sal 9, 38). Pur continuando a lottare con fiducioso abbandono alla Provvidenza per aggirare le eventualità più dannose e veder rispettati i nostri diritti naturali, raddoppiamo l’intensità della supplica per ottenere l’intervento del Cielo, così che il nostro Paese sia preservato da una sciagura peggiore, come quella di una guerra… a meno che, nei piani divini, non debba essere proprio un conflitto su larga scala a far crollare un regime fondato sull’interesse di pochi e su colossali menzogne.

Comunque vada, non dimenticate mai che, per coloro che amano Dio, tutto coopera al bene (cf. Rm 8, 28), purché essi facciano la propria parte. Per agire secondo la volontà di Dio in una situazione di persecuzione, scegliete se chiedere l’intervento ordinario della Provvidenza o quello straordinario. Nel primo caso, Essa combina le circostanze in senso favorevole ed è ammissibile qualche piccolo accorgimento che assecondi le Sue disposizioni; se invece volete un miracolo, dovete abbandonarvi completamente ad Essa, anche a costo di rinunciare momentaneamente all’indispensabile.
Non è obbligatorio, per chi non è spiritualmente pronto, compiere una scelta eroica, ma con la grazia tutto è possibile. In altre parole, non è peccato cercare il contagio per esser lasciati in pace per almeno sei mesi; se però la coscienza vi proibisce di collaborare in alcun modo con il regime accettando una certificazione illegittima e discriminatoria, andate con fierezza incontro alla sospensione contando sull’immancabile aiuto del Cielo, che vi sorprenderà al di là di ogni aspettativa.

Propter miseriam inopum, et gemitum pauperum, nunc exsurgam, dicit Dominus (Per l’afflizione dei deboli e il gemito dei poveri, ora sorgerò, dice il Signore; Sal 11, 6).

https://youtu.be/78wRfaO9sZ0

https://ilsimplicissimus2.com/2022/02/03/i-vaccini-sono-la-malattia-
tutta-israele-in-ospedale-con-la-quarta-dose/amp/

https://www.armstrongeconomics.com/world-news/tyranny/the-stupid-
will-believe-it-and-ask-to-be-treated-pandemic-to-depopulate-1981/





febbraio 2022
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