L’inverno del nostro scontento

Articolo di Roberto Pecchioli


Pubblicato sul sito Ereticamente

 




L’inverno del nostro scontento non diventerà estate gloriosa sotto il sole di York, come nel Riccardo III di Shakespeare.  Sarà piuttosto lo scontento tenace del romanzo di John Steinbeck. Il protagonista, uomo di solidi principi morali, attaccato al buon nome della sua famiglia, caduta in povertà per una delle crisi ricorrenti del capitalismo, è costretto a campare come commesso nel negozio che fu suo e dei suoi antenati. Vede crollare ogni principio. Il buon nome non ha più alcun prestigio, i valori di ieri non valgono più nulla. Decide di tornare alla condizione economica del passato e accetta ogni compromesso, truffa e bassezza: recupera lo status sociale, ma il deserto morale lo porta sull’orlo del suicidio.

Forse l’inverno della pandemia lascerà presto spazio alla tiepida primavera; forse. Volveràn las oscuras golondrinas, cantava Gustavo Adolfo Bécquer, poeta sivigliano del XIX secolo. Torneranno le scure rondini, ma non saranno le stesse di prima, quelle che fecero il nido sul suo balcone, testimoni della stagione più gioiosa dell’esistenza. Insomma, sembra chiaro che non andrà tutto bene, come recitava lo stupido slogan di inizio pandemia appeso alle finestre, accompagnato dal ridicolo arcobaleno, insegna globale delle anime belle. Se dai fatti occorre trarre significazione, la primavera non porterà troppe fioriture.

Siamo prigionieri di un certificato vaccinale che chiamiamo all’americana green pass perché non siamo neppure più padroni delle parole; chi lavora è sotto ricatto, il potere minaccia bambini e ragazzi, il magico salvacondotto è indispensabile per condurre uno straccio di vita e guadagnarsi il pane. Se non ce l’hai o lo hai dimenticato a casa, sei un clandestino della vita, un proscritto, un nemico.
La libertà ha fatto in due anni passi indietro enormi, nella complicità della sedicente società civile, con il consenso della maggioranza in un’indifferenza penosa.
La narrazione del potere è dominante, benché si comincino a scorgere crepe, fenditure, contraddizioni nelle quali si stanno inserendo movimenti sociali che rivendicano –finalmente – il ritorno della libertà, anzi delle libertà.

Torneranno le rondini ma quel che deve tornare è il senso della libertà.
Scriveva Tommaso d’Aquino che “la radice della libertà risiede nella ragione. Non esiste libertà senza verità. E’ libero chi è causa di se stesso, è servo chi agisce non per se stesso, ma mosso dall’esterno da altri.
La libertà è per il grande domenicano il libero arbitrio, una facoltà spirituale legata all’essere e alla responsabilità degli atti.  Possiamo non credere che l’uomo sia libero e razionale per grazia divina, ma è certo che la vera libertà è orientata alla ricerca e all’incontro con la verità. Resta l’intuizione essenziale del fondamento di una comunità davvero umana. Se la libertà consiste nella padronanza di noi stessi e dei nostri atti, l’inverno è gelido e la primavera lontana.

Pure, comincia a diffondersi la consapevolezza che il certificato con la macchia al centro – il codice di controllo QR – è un imbroglio. Non ha alcuna valenza sanitaria: io posso esibirlo ed essere ammalato, o, come si deve dire, contagiato.  E’ una specie di certificato di buona condotta, la prova che siamo disciplinati cittadini digitali, ossia cifre. 
Lo scopo è la tracciabilità integrale dell’esistenza ed è sinistro sapere che il green pass è affidato a Sogei, la società che gestisce l’anagrafe fiscale e tributaria dello Stato.
Fa stare peggio apprendere che il sistema è stato approntato da un’entità, ID Alliance 2020 (Alleanza per l’Identità Digitale 2020), a cui partecipano l’onnipresente Unione Europea, diversi governi e soprattutto investitori privati del calibro di Gavi Alliance di Bill Gates, attiva nel mercato dei vaccini, Facebook, Rockefeller.

Lo scopo ufficiale è “migliorare la vita di tutti i cittadini tramite il suo sviluppo e diffusione”. Parole allo zucchero, maschere del programma di identificazione elettronica che include ognuno di noi all’interno di una piattaforma globale.
L’identità digitale ha l’obiettivo di diventare indispensabile per accedere a scuole, ospedali, banche, supermercati e per viaggiare. Il sistema sarà collegato al conto bancario per garantire i pagamenti attraverso il codice digitale: tra i soci del progetto figura Mastercard, gigante delle carte di credito.
In Canada, dove la protesta antigovernativa ha costretto alla fuga ignominiosa dai palazzi del potere il primo ministro Trudeau, giovin signore progressista, politicamente corretto, molto liberale, a modino e gay friendly, il governo chiede poteri di emergenza che potrebbero bloccare i conti bancari degli oppositori.
Ecco a che serve la digitalizzazione del denaro, il vero scopo delle card tanto comode.





febbraio 2022
AL SOMMARIO ARTICOLI DIVERSI