DIO UNICO ?

di Luciano Pranzetti






Il 17 agosto 2002, a Cracovia, Papa Giovanni Paolo II, nell’omelia pronunciata in occasione della dedicazione del Santuario della Divina Misericordia, volle inserire, quale opportuna conclusione, una preghiera con cui affidava il mondo alla misericordia del Signore e che, nella parte finale così riportava: “affinché in Te, Dio uno e trino, trovino sempre la fonte della speranza”.
Ineccepibile, sotto l’aspetto dogmatico quell’uno e trino che qualifica, evidenzia e sottolinea il mistero ontologico della Santissima Trinità che, come è rivelato, consiste nell’unità composta da tre divine Persone quanto all’essenza, agli attributi e all’attività. Quindi Unità nella Trinità e Trinità nell’Unità.
Il contenuto del dogma è così definito: “Nell’unica essenza divina vi sono tre Persone e queste tre Persone sono un solo Dio”, definizione che traduce il Simbolo di S. Atanasio come proclamato nella sua professione: “Fides catholica haec est, ut unum Deum in Trinitate et Trinitatem in unitate veneremur” = la fede cattolica è questa: che noi veneriamo un solo Dio nella Trinità e la Trinità nell’unità” (Denz. 39 e passim).
Che sia chiara questa verità, e cioè: gli attributi TRINO/UNO sono reciprocamente legati in un vincolo indissolubile ma sia altrettanto chiaro che la formula papale è claudicante dacché manca una segnalazione fondamentale, quella, cioè, che qualifica la SS Trinità come un solo Dio, senza la quale non si dà completa definizione del dogma trinitario.

Siffatta riflessione ci è rampollata nella mente all’ascolto della “Coroncina alla misericordia” recitata e teletrasmessa dalla emittente tv2000 e visibile sulla piattaforma YouTube.
Il conduttore, giunto alla conclusione, legge la preghiera scritta da Papa Giovanni Paolo II - quella che abbiamo posto all’inizio di questa nostra ricognizione – ma, diversamente dalla dicitura originale “. . . Dio uno e trino” opera una variante che, a primo ascolto, passa per giusta, corretta ma, per quanto osserveremo, si pone come contigua all’eresia, e cioè: “affinché in Te, Dio unico e trino. . . “ dove, si nota, è stata soppressa l’eminenza dogmatica dell’attributo Uno, sostituito, appunto da Unico.

L’aggettivo “unico” attiene alla categoria della quantità per cui, dato un insieme xy di cose, se ne identifica una che è unica. Ora, secondo tale ragionamento, definendo Dio come “Unico”, senza il raccordo ontologico di “Uno”, lo si rapporta ad un pantheon in cui Egli domina, unico per potenza, sapienza ecc., su altre divinità e col successivo “trino” si ipotizza una trimurti, una triade con la quale si annulla il mistero della pericoresi, cioè la compenetrazione ontologica reciproca e necessaria di una divina Persona nell’altra in virtù della quale il trino diventa uno e viceversa.

Ora, la variante di “unico” dichiara essere, il Signore Dio, la sola divinità, in quanto, come afferma per bocca di Isaia “non est ultra Deus absque me . . .ego Deus et non est alius” = altro Dio non c’è fuori di Me. . . io sono Dio e non ce n’è altro (45, 21-22), ma la questione resta ancora vaga perché con la categoria dell’Unicità, così com’è data nella locuzione della “Coroncina” televisiva, non v’è cenno alcuno alla misteriosa Unità di sostanza delle tre Persone

Si tratta, perciò, di mettere ordine nelle due lezioni: quella papale a cui manca la categorìa dell’Unicità e quella della Coroncina in cui è assente la categorìa dell’Unità. E’ necessario, pertanto, dare ai due termini il loro esclusivo e pertinente ruolo nella correlata funzione autodichiarativa, perché l’ortodossa professione di fede vuole che “Unico” e “Uno” vengano collocati al posto giusto poiché soltanto con l’Unicità della divina essenza, che aggetta sulla trina Unità, si coglie la vera realtà in quanto i due attributi sono concordi nell’esprimere la completa essenza di Dio.
E quindi, i responsabili della CEI, proprietaria di tv2000, provvedano a che, nella recita della coroncina – della quale si parla - si pronunci la proposizione, dettata da Papa Giovanni Paolo II, con la necessaria integrazione con cui marcare l’Unicità esistenziale di Dio nella sua Unità trinitaria, come così in appresso: “affinché in TE, unico Dio, Uno e Trino. . .”. in accordo con il “Credo” in cui dichiariamo, all’inizio: “Credo in un solo Dio” per proseguire con la scansione delle tre divine Persone.

Con siffatta formula si ha la locuzione papale integrata, corretta l’altra, con entrambe le quali si ottiene una ortodossa professione di fede.





marzo 2022
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