ATTENTI ALLA “SANTA RUSSIA”!



di Don Francesco Cupello



Pubblichiamo un vecchio articolo (2015) di Don Francesco Cupello,
aggiornato alla luce di quanto sta accadendo oggi in Ucraina
 
L'immagine è nostra






Vladimir Putin bacia una icona della Santissima Vergine


Al Sinodo dei Vescovi appena concluso, [era il sinodo sulla famiglia] è intervenuto in aula il Metropolita Hilarion Volokolamsk, inviato della Chiesa Ortodossa Russa.
L’illustre Presule, dopo aver duramente criticato alcune Comunità Evangeliche per le «benedizioni alle coppie dello stesso sesso», ha attaccato l’America e alcuni Paesi europei dove si «continuano a praticare politiche finalizzate alla distruzione dell’autentico concetto di famiglia».
Avendo premesso che la Chiesa è chiamata ad essere «un faro nel buio di quest’epoca», ad essere «luce del mondo» e «sale della terra», ha voluto implicitamente affermare che solo una Chiesa con questa identità può rivendicare di essere veramente la Chiesa voluta da Cristo e che ogni deviazione da questa missione, le negherebbe il diritto ad essere guida e punto di riferimento sia all’interno del mondo cristiano, sia agli occhi della Comunità civile.

Ciò è facilmente deducibile dall’affermazione che «cattolici e ortodossi dovranno allearsi per instaurare un dialogo con i governi e i parlamenti di tutto il mondo, affinché assicurino alla famiglia un’adeguata protezione giuridica».
Va da sé che gli Ortodossi per “alleanza” intendano che i Cattolici addivengano alle loro posizioni.
Ove tale auspicata alleanza venga meno (per responsabilità cattolica, sembra sottintendere il Metropolita), niente paura, ci siamo sempre noi Ortodossi Russi, la TERZA ROMA, a garantire l’ortodossia della dottrina, della morale e della retta fede basata sul Vangelo.
E chiaramente Hilarion fa capire qual è la dottrina ortodossa sulla famiglia e sui temi teologici e morali connessi a tale istituto, su cui non ci sono e non possono esserci ripensamenti e ridefinizioni.
Innanzitutto egli dichiara che l’istituto della famiglia è sacro per tutta l’umanità e che non c’è spazio per una concezione del matrimonio diversa dalla sua comprensione come unione di un uomo e una donna. E rileva con amarezza che «in un gran numero di Paesi d’Europa e d’America, nonostante le numerose proteste, vengono approvate e riconosciute a livello statale le unioni dello stesso sesso» e che «da qualche parte è già stabilito giuridicamente e attuato praticamente il diritto di partner dello stesso sesso all’adozione, anche attraverso il ricorso alla tecnica della “maternità surrogata”».

Il su accennato richiamo al dovere della Chiesa di interloquire con gli Stati e i Parlamenti di tutto il mondo, perché siano approntate giuste leggi per difendere l’istituto familiare, sottende la concezione della SANTA RUSSIA, che con lo Stato e il Parlamento russo, si pone come supremo baluardo di difesa in tutto il mondo dei valori fondamentali dell’uomo quali scaturiscono dalla Rivelazione.
Ne sia prova la netta chiusura dell’Ordinamento giuridico dello Stato russo al riconoscimento delle coppie omosessuali e alla possibilità per esse di poter adottare bambini; non solo, ma il Governo russo attuale preclude la possibilità di adottare bambini russi a tutti quei Paesi ove sia vigente una legislazione favorevole all’equiparazione delle coppie omosessuali al matrimonio e al diritto di queste di adottare.
E’ chiara qui la “SANTA ALLEANZA” tra Stato e Chiesa che fa delle due entità la SANTA RUSSIA , tanto più santa, autorevole e punto di riferimento per tutti i cristiani, quanto più la PRIMA ROMA si dovesse allontanare dall’ortodossia.

Non ci vuol molto a capire che è questo che intende dire il Metropolita Hilarion, quando nel suo intervento al Sinodo afferma: «Subiscono l’influenza delle idee del relativismo morale anche molti cristiani… L’educazione del cristiano sul tema della famiglia è oggi compito prioritario per la Chiesa… E’ giunto il momento, per noi cristiani, di unire le forze e fare fronte unico per la tutela della famiglia…
Dobbiamo insieme difendere le nostre posizioni, sia nel dialogo con i poteri legislativo ed esecutivo dei singoli Paesi, sia presso le organizzazioni internazionali… Occorre non limitarsi agli appelli, ma usare tutti i mezzi per ottenere la tutela giuridica della famiglia».
Come dire che se tutto questo non lo fa ROMA, lo farà MOSCA.

Ora tutto ciò non è per nulla da sottovalutare: ogni eventuale cedimento dottrinale della Chiesa cattolica romana, si tradurrebbe inevitabilmente in un accreditamento della Chiesa Ortodossa Russa quale ultimo e unico baluardo della vera Chiesa di Cristo, la cui missione è quella di non far prevalere le porte degli inferi, giustificando così appieno la sua rivendicazione ad essere la TERZA ROMA e determinando così un’emergenza ecumenica, qualora la Chiesa Ortodossa di Mosca, a motivo di eventuali cedimenti dottrinali di Roma, si sentisse investita, tra tutte le Chiese cristiane, del ruolo di Defensor Fidei.

Già un chiaro sintomo, per fare un esempio, c’è stato subito dopo la famosa uscita di Papa Francesco: Chi sono io per giudicare un gay che cerca il Signore?, allorché un vescovo orientale, tale Patriarca Elia, arrivò addirittura a scomunicare Bergoglio.
Eccone il testo:

«Oggi, 2 agosto 2013, la Chiesa cristiana orientale celebra la festa del santo profeta Elia.
In questo giorno il Patriarcato Cattolico Bizantino, in autorità di Dio Uno e Trino, dichiara l’anatema – la maledizione di Dio, secondo Gal 1,8-9, sul Vescovo di Roma Francesco Bergoglio.
Il motivo è che egli ha abusato dell’ufficio ecclesiastico per violare le leggi di Dio. Egli promuove l’immorale mentalità dell’omosessualità che è contraria all’essenza del Vangelo e distrugge tutti i valori morali. Con questo, Francesco Bergoglio è escluso dal Corpo invisibile di Cristo. Il suo ufficio nell’organizzazione visibile della Chiesa egli occupa illegalmente. Inoltre, con il suo silenzio, l’ex papa Francesco ha approvato eresie contemporanee e con i suoi gesti ha inoltre approvato il sincretismo con il paganesimo. Eresie contemporanee negano l’ispirazione divina delle Scritture, la divinità di Cristo, l’unicità della sua morte redentrice sulla croce e la sua reale e storica risurrezione.
L’omosessualità promossa da Francesco Bergoglio è il frutto delle eresie contemporanee e del sincretismo. Ogni vescovo, sacerdote e ogni credente cattolico sono tenuti a separarsi interiormente dall’apostata Francesco. Non possono più obbedire a lui né alla struttura alla guida della quale egli sta. Se il vescovo o sacerdote ricorda il suo nome nella Divina Liturgia, dichiara pubblicamente di essere in comunione spirituale con l’apostata. Anche su di lui graverebbe la maledizione di Dio, l’anatema. I credenti sono tenuti all’obbedienza a Dio e devono separarsi da questi traditori di Cristo. Non possono più obbedire loro».


Non so chi sia questo Patriarca Elia, né saprei dire se si tratta di un vero Patriarca, né infine quanto attendibile sia la fonte che ne pubblicizza l’intervento, dato che ho tratto da Internet sia il testo, sia il video che lo mostra mentre solennemente lancia il suo anatema. A prima vista il video sembrerebbe autentico. Ne dà indiretta conferma un altro video in cui un sacerdote cattolico piuttosto attendibile respinge in un articolato discorso la scomunica del Patriarca come destituita di ogni fondamento teologico ed ecclesiale.

A prescindere dalla virulenza dei toni del Patriarca e dalla sproporzione tra “reato” e pena inflitta, a me qui interessa soltanto citare il caso per la sua emblematicità e la forte valenza sintomatica in rapporto a quella che io chiamavo più sopra la rivendicazione della Mosca Ortodossa di essere la TERZA ROMA.
Il pericolo sicuramente c’è e non è da sottovalutare. E’ infatti molto rischioso spingersi troppo avanti, perché gli Ortodossi russi, nel caso di un allontanamento di Roma dalla
Tradizione, non ci metterebbero molto a sentirsi investiti del ruolo di difensori della fede e della sana dottrina, in ciò rafforzati dallo Stato russo, che si presenterebbe così agli occhi del mondo come unica roccaforte di salvaguardia di valori perenni contro un Occidente depravato e corrotto.

Non potrebbe essere questo il recondito motivo, mascherato dalla questione degli Uniati, che sta dietro alla riluttanza del Patriarca di Mosca di incontrare il Papa, nonostante il grande desiderio di questi (specie a suo tempo di Papa Giovanni Paolo II) che tale incontro si possa attuare?
Non si è nemmeno riusciti a far sì che ciò avvenisse in territorio neutro, ad es. Vienna, come da più parti si era suggerito e auspicato. Perché?
Intelligenti pauca: un cedimento dottrinale di Roma accrediterebbe subito Mosca come roccaforte e baluardo della Tradizione e dell’ortodossia dogmatica, e ciò sarebbe più facilmente conseguibile, se già si siano mantenute le debite distanze tra le due Chiese.

Non dice proprio niente che nemmeno l’onnipotente Putin sia riuscito, o non ci abbia nemmeno provato, a convincere il Patriarca di tutte le Russie a incontrare a Mosca il Papa di Roma? Si vuole davvero che questo tema non sia stato mai oggetto di colloquio tra Putin e il Papa nei diversi incontri tra i due in Vaticano?

Morale della favola? Roma è legata a doppio mandato a Mosca sul piano della dottrina, della morale e della Tradizione e perciò ogni eventuale cedimento di Roma su questo piano si tradurrebbe inevitabilmente in un rafforzamento della convinzione
di Mosca di essere la Terza Roma, faro di luce per tutti i cristiani.


Questo è quanto io scrissi qualche anno fa. I tragici avvenimenti di questi giorni mi confermano su quanto da me paventato. E oggi posso aggiungere quanto segue: dalla bocca del Patriarca di tutte le Russie Kyrill non è uscita una sola parola di condanna della guerra scatenata da Putin contro l’Ucraina, anzi l’ha addirittura incredibilmente giustificata come una difesa della Santa Russia contro il corrotto mondo occidentale che vuole imporre i suoi immorali ed empi principi, che si oppongono al volere del Creatore. Il suo silenzio davanti al massacro di donne e bambini, anziani, persone innocenti e inermi, è davvero agghiacciante.
E non parliamo dei criminali attacchi agli ospedali, nonché delle distruzioni indiscriminate, ivi comprese le Chiese, senza nemmeno garantire la sicurezza dell’antica cattedrale di S. Sofia a Kiev.
Kyrill pensa di difendere i valori cristiani, calpestando il Vangelo? Non si ricorda il Patriarca che Giovanni Battista è stato imprigionato e poi decapitato, per aver parlato chiaro in faccia ad Erode?
Se tuttavia è scandaloso il silenzio di Kyrill, è anche rattristante quello di papa Francesco sul silenzio del Patriarca. Da Bergoglio ci si sarebbe aspettato una calda supplica a Kyrill a che prima condannasse l’aggressione russa, a che poi intervenisse presso Putin (dato che i due sono compagni di merende, pardon di onorificenze: di Putin  verso il Patriarca con il conferimento della più alta onorificenza dello Stato, e del Patriarca verso il neo “zar” con incensamenti in cattedrale), a porre termine all’aggressione.
Il Papa avrebbe dovuto subito ricordare a Kyrill che il Vangelo è al di sopra di qualunque esigenza e rivendicazione e che nessuna guerra può trovare giustificazione, domandandogli al contempo se si è dimenticato che il Vangelo ci invita ad amare i nemici, a pregare per loro, a fare del bene a quelli che ci fanno del male, a porre l’altra guancia, a benedire quelli che ci maledicono, a dare anche la tunica a chi toglie il mantello.
E invece Kyrill regge chiaramente il sacco a Putin nel saccheggio dell’Ucraina, non solo per le ragioni suddette, ma anche per meschini interessi di bottega e per ritorsione alla concessione dell’autocefalia da parte del Patriarca di Costantinopoli alla Chiesa ortodossa ucraina. E non parliamo dell’odio verso gli Uniati così numerosi in Ucraina. Quanto siamo lontani da S. Ambrogio, che impedì l’ingresso in cattedrale all’imperatore Teodosio, per le sue mani sporche di sangue!
Come si fa a tacere di fronte al rischio di una terza guerra mondiale e davanti alla farneticante messa in allerta da parte di Putin dell’arsenale nucleare, nonché davanti al folle rischio di incidenti nucleari con i bombardamenti ravvicinati intorno alle centrali nucleari ucraine, senza tener conto delle gravi conseguenze per tutta l’Europa?
Il silenzio di Kirill è scandalosamente antievangelico e la conseguente connivenza con la criminale decisione di Putin di aggredire l’Ucraina è una clamorosa rottura con tutte le altre Confessioni cristiane, le altre Chiese ortodosse e una parte della stessa Chiesa ortodossa russa, se solo si pensa agli oltre 200 preti ortodossi russi che si sono ribellati al silenzio del loro Patriarca. Ma anche la blanda reazione della Segreteria di Stato vaticana è sconcertante, dolorosa e avvilente, perché non basta definire la guerra una pazzia, dal momento che ogni guerra lo è, né bastano le acrobazie diplomatiche, perché più che mai oggi occorre invece la parresia evangelica.
Come infatti la comunità internazionale ha isolato Putin, soprattutto con le pesanti sanzioni economiche, così doveva fare la Santa Sede, isolando Kyrill da tutto il mondo cristiano, con una chiara e ferma condanna del suo silenzio, senza se e senza ma.

 




marzo 2022
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