COMMENTO A UNA RISPOSTA

di Luciano Pranzetti





Ora che il varco della dialettica – id est: dibattito – è stato aperto, grazie al nostro intervento e alla risposta di Don Curzio Nitoglia, aperto, naturalmente con garbo e avviato col rispetto reciproco quale si deve a due, o più contendenti, col medesimo garbo e pari rispetto ci accingiamo a commentare le valutazioni sugli attuali fatti di Ukraina riferendoci, naturalmente, alla recente dichiarazione di Mons. C. M. Viganò filtrata ed approvata dall’ultimo intervento di Don Curzio - Risposta ai teocon sulla guerra russo/ucraina del 2022 - a contrasto di alcune tesi svolte in chiave critica da alcuni autori, tra cui noi che, pur non nominati, ci sentiamo tratti nell’arengo.
L’ordine con cui Don Curzio, probabilmente per mera casualità, elenca gli argomenti in contesa, è, infatti, lo stesso che abbiam stabilito noi nel primo intervento “Alcune domande”.

Allo scopo di diradare umbratili equivoci diciamo che il termine con cui si apre la discussione, vale a dire “Teocon”, non riflette – parlando per quanto ci riguarda - il nostro essere cattolici che, sia detto palese, è privo di connotazioni movimentiste talché né conservatori né progressisti, né tanto meno supposti esponenti ma soltanto Cattolici, Apostolici, Romani.

Ed infine, riconosciuto al Vescovo, C.M. Viganò, il legittimo diritto ad intervenire su quali che sìano argomenti e riconosciuto a Don Curzio eguale diritto di porre rilievi e valutazioni a sostegno delle tesi di Monsignore, sia anche a noi concessa pari opportunità di entrare nel discorso ed esporre le nostre riflessioni. SINE IRA ET STUDIO SED ACCURATE ET PUNCTUALITER.

1 – Ci viene contestato l’aver definito le nazioni, una volta sotto il tallone sovietico, più libere ora di quanto non lo fossero allora e, a dar forza a questa sua disamina, Don Curzio cita alcuni luoghi tomistici ove si fa piena luce sul concetto di libertà la quale è definita come “facoltà di scegliere i mezzi migliori per fare il bene” (San Tommaso Aq.: S. Th. I, q. LXXXIII -De libero Arbitrio).
Noi concordiamo, totalmente, su tale accezione – vera libertà - ma ci si permetta di analizzare, liberamente, questo termine, distinguendo libertà interiore/metafisica e libertà esteriore/fisica (San Tommaso: SCG I, cap. LXXXVIII, 1). E noi, parlando di libertà esteriore: l. di movimento, l. di parola, l. di circolazione l. di residenza e di altre della medesima tipologia, evidenziamo un diverso stato di vita per come si manifesta tra le varie latitudini. Ora, mentre la libertà interiore non è coartabile in quanto nessuno ci può impedire di mantenere nell’intimo la fede, di pregare, di desiderare il bene ricorrendo anche alla dissimulazione, quella esteriore è affatto comprimibile, come dimostrano gli ordinamenti degli Stati etici – comunisti, nazisti, fascisti, tiranni – che regolano i ritmi della vita sociale in ogni particolare o come si è verificato, e si verifica ancora, per la persistenza della pandemia da covid19, che si è costretti ad essere confinati in casa, o come, in questi giorni, le persone sottoposte alla guerra. Si tratta della stessa coartazione della libertà fisica che il governo russo esercita arrestando migliaia di suoi cittadini che manifestano il proprio dissenso contro l’aggressione all’Ukraina.

E’ vero, il “modello americano” confonde licenza con libertà ma non è detto che una persona debba necessariamente seguire simile modello in quanto vigono tanti altri modelli di vita e questa varietà permette a tutti, intanto la libertà fisica – che non è valore da sottostimare – e, poi, anche quella interiore.

Il fatto che noi si possa disputare su quest’argomento, senza che censura alcuna ce lo vieti, certifica una libertà che in casa russa non è ipotizzabile. Ecco a che cosa ci riferivamo quando scrivemmo che le nazioni, già sotto il signoraggio sovietico, godono oggi una libertà maggiore e migliore di allora.

2 – Non siamo stati noi a ridurre l’intervento russo in Ukraina a una mera questione di “accesso al mare” – locuzione che ricorda un lontano desiderio di “un posto al sole” – non siamo stati noi, ma S. Eccellenza mons. C. M. Viganò che ne ha fatto la ragione, di una – virgolettata – “guerra difensiva e giusta”.
La vicenda dei missili russi a Cuba – nota come la “crisi di ottobre 1962” – viene rievocata per stabilire una simmetria con quanto sta accadendo in Ukraina. In pratica, analogamente alla reazione del presidente USA, J. F. Kennedy che minacciò l’intervento militare per non sentirsi sicuro con l’arsenale nemico in casa, la Russia, si dice, è stata costretta ad intervenire per difendere i suoi confini dai silos della NATO.
Ragionamento corretto ma con un difetto di fondo: mentre gli USA minacciarono l’intervento per via delle basi sovietiche già installate a Cuba, non risulta che l’Ukraina avesse ospitato, nel proprio territorio, arsenali NATO. Perché, allora, scatenare una guerra contro una nazione non ancora de facto compromessa con le forze occidentali?

3 – Noi non abbiamo negato che Zelensky sia un rappresentante LGBT. La cosa, con la guerra in corso, non ha rapporto alcuno, questo abbiamo scritto nel nostro intervento “Alcune domande”.

4 – Si ammette che la Chiesa ortodossa, cui appartiene Putin, è scismatica ma si obietta che gli USA si fondano su tre pilastri: protestantesimo, massoneria, giudaismo postbiblico. Correlazione zoppa, perché a un Chiesa X deve corrispondere, dialetticamente, una Chiesa Y e non uno Stato. Concordiamo sulla denuncia dei tre pilastri ma, per equità di giudizio, diciamo che la Russia di Putin detiene il più alto tasso di divorzi e di aborti e anche se, come ha scritto un ottimo osservatore della Storia, “proibisce i Gay Pride”, vieta il dissenso e avvelena, con il polonio, gli oppositori politici.

5 – L’ultimo rilievo, “quello che più ha di felle”, riguarda taluni teocon che affermano essere, Putin, un “comunista bolscevico”. Certo, la foto di un Putin che bacia la sacra icona ha tutta l’aria di un cambio di cultura, di ideali, di vita che, tuttavìa, si rivelerà come un caso di sottile dissimulazione. Comunista e bolscevico lo era ai tempi del KGB, poi la rivoluzione di Gorbaciov gli ha permesso questa santa metamorfosi la quale, però non gli impedisce di comportarsi peggio di un bolscevico ché, quando i compagni Krusciov e Breznev devastavano gli Stati satelliti, dichiaravano di doverlo fare per soccorrere i “paesi fratelli” dall’aggressione capitalista. Putin non accampa nemmeno questo pretesto. Lui invade, devasta, fa terra bruciata in Ukraina come già in Georgia e in Cecenia, ma per Monsignore questa è una guerra “metafisica e spirituale” (!). Per cui, tessuta l’apologìa di Putin in termini vibranti si arriva ad assimilarlo a Cristo dai teocon preferito a Barabba alias Zelensky, Biden, Bergoglio.
Questo paragone, Ecc.za Mons. C. M. Viganò, è il massimo di un delirio, di una follia autoreferenziale. E’ un peccato contro lo Spirito Santo e, pertanto, imperdonabile (Mt. 12, 31/32).







marzo 2022
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