…novità che non si possono tacere…

di Francesco Colafemmina


Articolo pubblicato sul sito dell'Autore Fides et forma, il 15 marzo 2013



In poche ore ho ricevuto decine e decine di emails. Mi riesce difficile rispondere a tutti voi singolarmente, perciò lo faccio dal blog. Non preoccupatevi, il blog non finirà, almeno non tecnicamente. Piuttosto resterà in silenzio per un po'. Certo, vi sono novità che non si possono tacere.

Ad esempio quella dell'altare ad populum. Aver reintrodotto ieri quell'altarino posticcio in Cappella Sistina significa demolire con un semplice gesto tutta la nostra azione volta ad ostacolare gli adeguamenti liturgici. Inutile nasconderselo: prima si poteva fare affidamento sull'esempio del Papa. Oggi non più: il Papa è mutato e l'esempio pure. Gioiscono centinaia di Vescovi e sacerdoti che hanno puntualmente disobbedito a Benedetto XVI, che ne hanno snobbato gli insegnamenti, che ne hanno ignorato la testimonianza. Oggi gonfiano il petto e presto inizierà una nuova persecuzione iconoclasta.

Questo è in ogni caso in profondo disaccordo con l'impegno in favore di una Chiesa non spendacciona e non sprecona, impegno sancito dal nuovo "Vescovo di Roma", come ama definirsi (anche se usa la Phaeton della Volkswagen - costo 80.000 euro - invece della Mercedes - regalata nel 2008 al papa precedente e dal costo di ca. 100.000 euro). Quanti milioni di euro sono stati spesi negli ultimi 50 anni per giustificare spesso orridi oltre che inutili adeguamenti liturgici, altari orrendi, amboni invasivi?

E che dire delle nuove casule fatte confezionare per la messa di insediamento? Tutto molto coerente con il pauperismo esaltato dai media in questi giorni! Anello piscatorio in ferro, croce pettorale in ferro ma mai sia vecchie casule! Spendiamo altri soldi per nuovi paramenti...

Esempi come quello di Reggio Emilia, di Arezzo, di Acerra, di Oristano, testimoniano una vis iconoclasta supportata esclusivamente dal denaro. Ma evidentemente lo spreco di denaro è giustificato quando si vuol far "camminare" la Chiesa in avanti. Quando la si vuol edificare demolendo. O' bancariell' tornerà di moda!

La reintroduzione delle casule medievali è anch'essa un segno di discontinuità. Si sprecheranno nuovi soldi per nuovi paramenti? Si incentiveranno Vescovi e sacerdoti ad abbandonare quelli appena rispolverati dalle sagrestie? In nome di cosa? In nome di una pura discontinuità liturgica fondata sulla sobrietà? Conosco decine di sacerdoti che non hanno problemi a celebrare anche la messa antica con una banalissima casula, che non si formalizzano se c'è un altare rivolto al popolo. Ma non conosco sacerdoti fermamente conciliaristi che siano in grado di conciliare una cosa e l'altra. Purtroppo si tratta di un radicato vizio ideologico che confonde la bellezza dedicata alla liturgia e in ultima istanza a Nostro Signore, con una bellezza "mondana". Dare tutto per Dio, mostrare che la bellezza e la ricchezza non servono all'uomo, ma possono rivestire colui che agisce in persona Christi ed essere esclusivamente dedicate all'adorazione del Signore, significa dare un grande segno. Tanti amici sacerdoti vivono nell'indigenza, nella povertà assoluta, ma nella liturgia donano tutto al Signore e alla Chiesa. E' una bella testimonianza. No agli orpelli mondani, sì alla bellezza liturgica.

Ultima notazione - per completare l'opera -: la comunione in mano. Ebbene, già ieri durante la messa in Cappella Sistina non ho potuto fare a meno di notare che alcuni sacerdoti di curia si sono concessi il lusso di prendere la comunione in mano. Cosa che con Benedetto XVI non avrebbero mai fatto. E' un segno di cambiamento anche questo. Naturalmente non è colpa di nessuno. Il nuovo Papa è fatto così ed il vecchio non ha fatto nulla per trasformare le sue prassi in regole, per estenderle a tutto il mondo, per inciderle nella storia. Si è basato sulla fiduciosa accettazione da parte dei Vescovi e dei suoi collaboratori, ma tenendo conto del livello di fiducia dimostratogli dalla sua Curia non ci sono dubbi sul fatto che sia stata mal riposta. 

L'arte e la bellezza sotto questo papato conteranno ben poco. Probabilmente di questi tempi non servono a molto. Ci sono questioni ben più importanti. Quindi mi auguro francamente che almeno sui temi etici e sulle pressioni riguardanti il sacerdozio nonché il Papato non vi siano cedimenti, ma sono più che certo che prima o poi vi saranno. Specie per quanto concerne l'ecumenismo: si avvererà la profezia del Papa che riunisce tutte le Chiese cristiane rinunciando al primato petrino o meglio ridimensionandolo?

Detto questo, mi leggerete meno semplicemente perché di combattere contro i mulini a vento e contro punti di vista giurassici che verranno riesumati dai vari musei delle cere conciliari non ne ho voglia. Pensiamo alla santificazione personale che è meglio. Magari ogni tanto vi diletterò con la contemplazione del bello. Perché, come direbbe Franco Califano, tutto il resto è noia.

Un abbraccio e un grande grazie a tutti voi!




marzo 2013

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