Nuovi orrori etici:
in Australia sì agli embrioni tripartiti



di Mauro Faverzani


Pubblicato su Corrispondenza Romana

 




Il pretesto è sempre quello, evitare malattie genetiche: così l’Australia ha approvato e legalizzato la creazione di embrioni umani, da utilizzare – è il caso di dirlo – come materiale genetico.

Incredibile, ma tragicamente vero. Il voto del Parlamento federale è passato quasi inosservato, ma lo scorso 30 marzo sono stati cancellati punti-chiave della normativa sulla clonazione, allo scopo di consentire l’attuazione di tecniche sperimentali, ufficialmente volte a prevenire la trasmissione di malattie mitocondriali dalla madre al figlio tramite la “creazione” di embrioni tripartiti.

Di cosa si tratta? Di un sistema messo a punto da diversi laboratori, tra cui quello dell’università di Newcastle, nel nord della Gran Bretagna, già nel 2008: in pratica, vengono “prodotti” embrioni con tre Dna, due femminili ed uno maschile. L’espressione della malattia ereditaria, legata al solo Dna mitocondriale della madre, verrebbe annullata dal Dna mitocondriale della cellula uovo di una donna sana. In questo uovo “svuotato” del nucleo centrale, vale a dire del patrimonio genetico completo, viene inserito il nucleo dell’ovocita tanto materno quanto paterno, avviando la fecondazione dell’embrione sano.

In realtà, questa tecnologia assistita per la fecondazione in vitro, tanto esaltata – prevedibilmente – dai radicali a livello nazionale ed europeo, ha sollevato ben più di un’obiezione dal punto di vista etico e scientifico: consente, infatti, la creazione di decine di embrioni umani, tenuti in vita per alcuni giorni col preciso scopo di raccogliere e conservare materiale genetico sano, nonché l’impianto di materiale genetico di più di due persone in un embrione umano. Poi vengono distrutti, benché, se impiantati, potessero tranquillamente proseguire con un normale sviluppo. Mai prima d’ora era stata varcata questa linea di demarcazione tra vita e distruzione della vita, non solo in Argentina, bensì anche nella maggior parte del mondo.

Promotori della legge, sul voto della quale era stata lasciata libertà di coscienza ai deputati, sono stati il primo ministro, Scott Morrison, ed il ministro della Salute, Greg Hunt, ma a favore ha votato anche il leader dell’opposizione, Anthony Albanese.
Alla fine, discussi ma bocciati diversi emendamenti, il testo è passato con 37 sì e 17 no, nonostante il voto contrario anche di parte dei laburisti, come la senatrice Kristina Keneally, secondo la quale creare embrioni allo scopo di trarne materiale biologico e poi distruggerli «è un Rubicone morale, che io non posso attraversare», ha dichiarato. Ed ha aggiunto: «Persino il rapporto trasversale del Senato riconosce che la creazione e la deliberata distruzione di embrioni umani vivi per scopi riproduttivi sia una nuova questione morale, che merita una consultazione ed una considerazione da parte della comunità intera. Io non vedo traccia di tale consultazione».

La Conferenza episcopale australiana aveva esortato i parlamentari a cancellare questo progetto di legge o, quanto meno, a concedersi una pausa, per poter ben valutare tutte le preoccupazioni etiche poste sul tavolo, nonché la mancanza di prove circa l’efficacia della tecnica proposta.
Mons. Richard James Umbers, vescovo ausiliare dell’Arcidiocesi di Sydney e delegato per la Vita, ha evidenziato come la legge, al di là del coinvolgimento emozionale suscitato, comporti gravi conseguenze: «Apprezziamo il profondo desiderio dei genitori portatori di prevenire la trasmissione della malattia mitocondriale ai propri figli, tuttavia – ha detto – la creazione di embrioni tripartiti è il modo sbagliato per farlo. Lo stesso Dipartimento della Salute ha ammesso che non è possibile capire ora i rischi per il nascituro, né gli effetti a lungo termine di tale tecnica sulle generazioni future. Il Parlamento dovrebbe concentrarsi su un tipo di ricerca, che rispetti la vita fin dal suo concepimento, piuttosto di approvare trattamenti rischiosi, tali da coinvolgere l’intera industria della fecondazione in vitro».
Secondo l’esperta di etica Margaret Somerville, è non solo lecito, ma urgente porsi serie domande e rispondervi con onestà intellettuale: «È intrinsecamente sbagliato alterare il genoma di un embrione umano? E ingegnerizzare una persona? E compiere un’alterazione, che verrà ereditata da tutti i futuri figli di quell’embrione, è intrinsecamente malvagio? Basta che anche una sola, una qualsiasi di queste azioni sia intrinsecamente sbagliata, per por fine alla discussione, poiché risulterebbe evidente come consentirla non sia eticamente lecito».

In quest’ottica, possiamo già considerare conclusa la questione. Prima, la vita. Di tutti, compreso l’embrione. Che non è materiale di recupero, ma essere umano a tutti gli effetti.








maggio 2022
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