Maria la nuova Eva


di Don François-Marie Chautard, FSSPX


Pubblicato sul sito francese della Fraternità San Pio X
La Porte Latine

tratto dal mensile Le Chardonnet, n° 367, maggio 2021







«Ella è nostra Madre, si dice. Ella è la madre del genere umano, la nuova Eva. Ma ella è anche sua figlia» Bernanos (1).


E’ consuetudine mettere Eva, la donna sedotta, la donna decaduta, la donna per la quale è venuto tutto il male, con Maria, la donna prudente, la donna santa, la mediatrice di tutte le grazie.
Eva, la madre del genere umano, per peccatrice che sia, è nondimeno una magnifica figura della Vergine Maria; è lo è a più di un titolo, per più di una prerogativa.
Eva è uscita dal cuore di Adamo. Eva è l’aiuto che egli ha felicemente scoperto, Eva è la madre dei figli che egli genera. Quante somiglianze tra la madre e la figlia.


Uscita dal cuore di Adamo

Il racconto della Genesi è di una grande semplicità e di una bellezza impeccabile.

«Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. Allora l’uomo disse:
«Questa volta essa 
è carne dalla mia carne
 e osso dalle mie ossa.
 La si chiamerà donna
 perché dall’uomo è stata tolta» (Genesi 2, 21-23).

Qui è detto tutto del legame misterioso che unisce Eva ad Adamo e la Vergine a Cristo Gesù. Eva è tratta da Adamo, più precisamente da una sua costola, cioè dal suo cuore; così sono manifesti i legami affettivi che secondo il piano di Dio devono unire l’uomo e la donna, lo sposo e la sposa, il figlio a sua madre; legami che il cristianesimo ha indicato per i rapporti familiari, per la cavalleria e per la devozione alla Vergine Madre.

Poiché la realtà è ancora più bella se si sa che essa è il preludio, la preparazione, la figura di un’origine più nobile: quella della Madonna nata dal Sacro Cuore di suo Figlio.

Solo tra tutti gli uomini, il Figlio di Dio ha scelto Sua madre, l’ha scelta secondo le sue preferenze; solo tra tutti i figli, Gesù ha amato Sua madre prima di esserne concepito, prima ancora che esistesse, e l’ha amata tanto perché ella fosse Sua madre.
Maria è veramente uscita dal Sacro Cuore di Gesù, e ancor più di Eva da Adamo.

E’ durante il sonno del primo uomo che Eva fu generata dalla costola di Adamo, ed è dal sonno della morte di Gesù che Maria fu generata dal Sacro Cuore del nuovo Adamo. La sua Immacolata Concezione e le sue grazie senza pari le sono state accordate in previsione dei meriti del suo unico Figlio, come anticipazione delle grazie ottenute con la Sua Passione e la Sua Morte.

Maria, vedendo sgorgare il sangue e l’acqua dal Cuore amato di suo Figlio, seppe che i privilegi di cui era adornata la sua anima sgorgavano da questa fontana di grazie aperta dalla lancia. Vedendo il Cuore aperto di Gesù, seppe di derivare da esso.





Un aiuto benvenuto

Adamo aveva cercato invano nella natura un «aiuto simile a lui». Tutti gli animali erano sfilati davanti a lui, ciascuno con i suoi talenti, le sue caratteristiche, ma nessuno fu in grado di soddisfare il cuore di Adamo.

Del pari, il nuovo Adamo aveva guardato agli uomini, ma nessuno era immacolato, nessuno era incontaminato, nessuno era illeso nella sua anima, nella sua mente, nel suo cuore. «Dio dal Cielo si china sui figli dell’uomo 
per vedere se c’è un uomo saggio che cerca Dio.
 Tutti hanno traviato, 
tutti sono corrotti;
 nessuno fa il bene;
 neppure uno» (Sal 53, 3-4).

Il Redentore cercava una corredentrice, ma cosa avrebbe potuto trovare se non dei peccatori? Dio fece cadere Adamo in un sonno profondo e plasmò Eva da una costola di Adamo. Quale non fu l’ammirazione di Adamo, cioè un misto di stupore, delizia, gioia, curiosità e anche profonda soddisfazione nel vedere questo capolavoro del Creatore che rispondeva così bene e in modo sorprendente alle sue aspettative!

Eva, questa vergine immacolata, plasmata da Dio per la missione di Adamo era l’immagine della nuova Eva destinata ad aiutare il nuovo Adamo nel recupero dell’umanità.

Maria è infatti l’aiuto «simile» a Gesù Cristo. Forgiato nel Cuore del nuovo Adamo, il Cuore Immacolato di Maria arde dello stesso amore; esso condivide lo stesso desiderio della gloria del Padre, della salvezza eterna delle anime e del regno della grazia.
Maria, la nuova Eva, è pronta a divenire la Madre dei viventi.


Mater dolorosa

La maternità di Eva è segnata da una benedizione e da una maledizione.

Prima di emettere la sentenza di condanna, Dio si preoccupa di annunciare il suo piano di misericordia, come per mostrare che la giustizia che Egli applica si esercita nel contesto e l’ordine della Sua misericordia, che il Suo cuore divino rende giustizia solo per dare alla Sua bontà un nuovo motivo per elargire i Suoi benefici.

Mentre ancora non si rivolge alla donna, Egli condanna il serpente e profetizza la grandezza di una donna a venire, di una maternità a venire, di una discendenza a venire:
«Io porrò inimicizia tra te e la donna,
 tra la tua stirpe 
e la sua stirpe:
 questa ti schiaccerà la testa
 e tu le insidierai il calcagno» (Genesi 3, 15).

Quale strano modo di procedere! La donna è caduta, la donna ha prevaricato, la donna ha tradito, ma la donna – subito dopo condannata – è benedetta: la donna, la madre e con lei  la discendenza.

Al di là dell’istituzione della vita, Dio annuncia la donna per eccellenza: la Vergine Maria.

Se Eva è madre di una grande discendenza di tutti i santi che la terra porterà, se Eva è nobile per contenere nei suoi fianchi la Chiesa dei santi, è certamente nobile per ciò che rappresenta, una figlia che espierà per l’oltraggio della madre, di una figlia che vorrà essere la vera madre dei viventi, non colei che dà la vita naturale, ma colei attraverso la quale viene Colui che è la Vita, colei attraverso la quale ci viene la vita soprannaturale, la vita eterna.

Maria è la Madre dei viventi molto più e molto meglio di Eva.
E «ella è la Madre dei viventi, la perfetta Eva. Notiamolo bene (…): ogni altra maternità umana è insieme mistero di vita e di morte, poiché è nel peccato che le nostre madri ci concepiscono, come dice il salmo Miserere. Solo la maternità di Maria è puro mistero di vita: Vita nostra, salve. » [2].

Ma Eva diventa madre dopo la maledizione che riguarda la sua maternità: «Moltiplicherò 
i tuoi dolori e le tue gravidanze,
 con dolore partorirai figli» (Genesi 3, 16).

Leggendo queste righe si sarebbe tentati di escludere Maria da questa maledizione, pensando che il parto miracoloso di Gesù non comportò alcun dolore per la Vergine Madre. E tuttavia Eva è ancora, e in maniera toccante, una figura di Maria.

Si noterà che Gesù dà a Maria il nome di Madre solo una volta nel Vangelo: la sera del Venerdì Santo. Egli la chiama «donna» per indicare che ella è la donna annunciata nella Genesi. «Donna, ecco tuo figlio» - Egli dice a Maria – e poi volgendosi a San Giovanni «ecco tua madre».

Gesù chiama Maria madre solo al momento del parto doloroso delle anime; ella è chiamata Madre, e Madre dei dolori, poiché se la maternità naturale comporta grandi sofferenze, la maternità soprannaturale ne comporta anche di più grandi.

O felix culpa canta la liturgia della colpa di Adamo. Se Eva non fosse stata sedotta, Maria sarebbe stata sua figlia? Possiamo dubitare. Così come si può pensare che se Eva scorgeva nelle pene della Mater dolorosa un’ultima riparazione per la sua colpa, scorgeva anche nella propria caduta una beata fragilitas di cui si avvantaggiava l’inesauribile misericordia dell’Eterno Padre.


NOTE

1 - Diario di un parroco di campagna.
2 - R.P. P.-Th. Dehau, op,
 Le contemplatif et la Croix (Les Editions du Cerf), p. 30.


 


maggio 2022
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