Il ricco simbolismo della Colomba

di Patricio Padilla


Pubblicato sul sito americano Tradition in Action



Uccelli e animali spesso non se la passano bene nei bestiari medievali, che cercano i simboli relativi alle creature della Creazione. Il sentire medievale capì che gli effetti del peccato originale si sentivano dovunque nel giardino paradisiaco; così, hanno colto i significati buoni e quelli cattivi di ogni creatura che ci circonda.

Così, ad esempio, abbiamo l’asino, che portava la Madonna da e per Betlemme, presentato come simbolo di umiltà. Per altro verso, a causa del suo raglio e della sua testardaggine, esso simboleggiava anche una persona di debole comprensione, che ascolta la saggezza del Vangelo ma non è in grado di comprenderla.

Ma la colomba esce a pieni voti come simbolo dello Spirito Santo, dei fedeli cattolici, della Santa Eucaristia, della castità e della fedeltà nell’amore.




Due tortore, simbolo degli sposi casti


La casta colomba


Guardiamo al famoso Bestiario medievale Physiologus, il cui autore si ritiene sia stato l’abate di Monte Cassino all’inizio dell’XI secolo.

La prima parte del simbolismo della colomba composto in forma di poema (1) descrive la fedeltà in amore della casta colomba: essa prende un solo compagno per tutta la sua vita, e rimane con esso giorno e notte. Se il compagno muore, non ne cerca mai un altro, ma trascorre il resto della sua vita in lutto separata dagli altri uccelli. Così, non si posa su un ramo con le foglie, ma su uno stelo secco, e invece di cantare, sospira. In questo modo essa porta il suo compagno nel suo cuore e viene detto che “rimane sempre casta”.

La seconda parte del poema presenta l’allegoria o interpretazione simbolica (2).
Come la colomba rimane per sempre unita al suo unico compagno, così anche l’anima fedele, una volta unita a Cristo nel Battesimo, rimane sempre al Suo fianco, senza mai separarsi da Lui con il peccato mortale.

E come la colomba non cerca mai un altro sposo qualora questo muoia, mantenendo sempre inviolata la sua castità, così anche l’anima fedele resta fedele al suo celeste Sposo, anche se priva delle consolazioni della grazia e della devozione. Non dovrebbe rivolgersi alle cose della carne, ma ricordare i tempi della gioia insieme, sempre fedele.

E come la colomba non si posa sul ramo verde, cercando le delizie del mondo, ma si posa sullo stelo secco, che rappresenta il vero dolore e la penitenza del cuore, così il fedele cattolico attende la venuta del suo Sposo che verrà nel Giorno del Giudizio per giudicare lui e tutti gli uomini.




Le colombe sulla torta nuziale sono un simbolo comune delle nozze.


Due colombe, reciprocamente caste e fedeli per tutta la vita, sono simboli usati per rappresentare le coppie negli addobbi nuziali e nelle partecipazioni.
Due colombe su un monumento funebre a volte significano l’amore coniugale e la fedeltà della coppia sepolta lì.


Significati spirituali della colomba

Fin dai tempi della Chiesa originaria, nelle catacombe compaiono colombe che rappresentano le anime dei cattolici defunti. Nelle immagini di martiri morenti, ad esempio, una colomba esce dalla bocca e si libra verso il Cielo.

Quando la colomba viene mostrata con un ramo d’ulivo nel becco, il riferimento è a Noè e all’arca, a simboleggiare l’anima del cattolico che torna sempre alla Chiesa, vera arca della salvezza, come unico luogo di sicurezza e riposo.

Molto spesso, però, la colomba significa lo Spirito Santo, la Terza Persona della Trinità.
Come ci dice il Vangelo, quando Nostro Signore fu battezzato, uscendo dalle acque, «si aprirono i Cieli ed Egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di Lui» (Mt 3, 16 ). Tutti e quattro gli Evangelisti riportano l’apparizione dello Spirito Santo in forma di colomba al Battesimo di Cristo.




Una colomba dal Cielo porta il santo Crisma per ungere Clodoveo
al suo Battesimo a Natale del 508 AD.


Nel medioevo il metodo consueto per rappresentare la Trinità mostrava Nostro Signore appeso alla Croce, Dio Padre seduto incoronato e in trono dietro di Lui, e la Colomba sul Suo Capo.
Una colomba d’oro fu appesa al battistero di Reims dopo il Battesimo di Clodoveo, perché durante quella cerimonia scese dal cielo una colomba che portava nel becco la fiala dell’Olio Santo, che poi fu usato per ungere tutti i re di Francia fino a quando non fu distrutta nel 1793 dai rivoluzionari francesi. Dopo questo evento miracoloso, spesso appariva una colomba sospesa o scolpita nei fonti battesimali di chiese e cattedrali.




Lo Spirito Santo in forma di colomba ispira San Gregorio Magno

La colomba rappresenta anche l’ispirazione dello Spirito Santo. Così, San Gregorio Magno è spesso rappresentato con una colomba sulla spalla, che sussurra parole di guida divina.

La colomba è così strettamente associata allo Spirito Santo che sette colombe sono usate per simboleggiare i suoi sette doni e dodici colombe i dodici frutti dello Spirito Santo. La colomba circondata da sette fiamme funge da simbolo della Cresima.


Come una pisside




Pissidi a forma di colomba


Fin dall’alto medioevo, la Santa Eucaristia riservata all’uso degli infermi era custodita in una pisside d’oro o d’argento a forma di colomba – emblema dello Spirito Santo – che era sospesa con catene al baldacchino e appesa sopra l’altare.

Tertulliano parla della Chiesa come columbae domus, casa della colomba, segno dell’uso di tali pissidi già nel III secolo. Fino ad oggi la pisside che contiene l’Ostia consacrata ha spesso anche una colomba incisa o smaltata.

In questo contesto, la colomba può anche rappresentare l’anima nutrita dalla Santa Eucaristia. Sul fonte battesimale della cattedrale di Winchester dell’XI secolo, ad esempio, vediamo due colombe che si avvicinano per bere da un vaso in cui è piantata una croce ingioiellata, a simboleggiare il vino consacrato. Due colombe che beccano il pane simboleggiano l’anima nutrita dall’Eucaristia.



NOTE

1. «Le colombe come le tortore non amano mai invano, accoppiate con un amore, si aggrappano a lui e rimangono sempre con lui, qualunque cosa accada, di giorno o di notte, non lo lasciano mai, nessuno vedrà mai lei lontana da lui. Per quanto profondo possa sentire il dolore del suo cuore per la dipartita di lui, nessun compagno condividerà il suo nido solitario. Solitario è il volo del suo giorno, solitario è il suo riposo notturno. Vivendo, la sua immagine regna nel suo cuore, Mantenendosi nascosta,  rimane casta». (Physiologus, Londra: John & Edward Bumpus, Ltd., 1928, p. 93.

2. «Così l’anima rimane fedele per sempre, benedetta nel forte legame che non viene mai meno, Cristo è il suo vero Sposo e anche il suo caro Signore. Quando il cuore è veramente pieno della parola di Cristo, coloro che vivono vicino a Lui vivono bene fino alla fine della vita. Avendolo sempre, non vuole mai un vero amico, anche se è detto che Cristo discende all’Inferno, quell’anima, che lo conosce in Cielo dove abita, si tiene in attesa della sua venuta per condividere, e perché il giudizio stesso si prepara» (Ibid., pp. 93-94).





giugno 2022
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