Il caso Archie Battersbee
e
il tramonto dell’Occidente



di
Matteo D'amico

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Archie Battersbee, un fanciullo inglese di dodici anni, è entrato in coma l’aprile scorso a causa di un incidente domestico. E’ sottoposto, presumibilmente, a idratazione e alimentazione artificiale, ma il suo cuore batte autonomamente.  
I medici del Royal London Hospital, di fronte alla volontà dei genitori di mantenere in vita loro figlio (più la persona è giovane più è possibile sperare in una ripresa del tessuto cerebrale, anche se danneggiato da una grave forma di anossia), hanno fatto ricorso all’Alta Corte londinese, che li ha autorizzati a staccare i supporti medici con cui è stato mantenuto in vita finora.  La madre ha sottolineato invano che sente che il figlio è ancora presente e che le stringe la mano.  La volontà dei genitori conta poco in questi casi, di fronte alla volontà di morte del Moloch statale totalitario.  
Siamo di fronte al terzo caso, dopo quelli di Alfie Evans e di Charlie Gard.  In Italia tutti ricordiamo la tragedia della soppressione  di Eluana Englaro.

Sta avanzando una cultura di morte, nichilistica e disperata, che non riesce più a comprendere, in generale,  il senso della malattia e della minorazione fisica.
L’Occidente terminale, avendo smarrito ogni comprensione della vita dell’uomo come spirituale, non riuscendo più a riconoscere l’immortalità dell’anima (verità non di fede, ma raggiungibile anche solo con un uso retto della ragione), preferisce la morte a una vita che, in quanto incosciente, è ritenuta “indegna di essere vissuta”.

Su queste basi sta imponendosi in modo irresistibile una cultura del tutto favorevole all’eutanasia, a volte anche fra i cristiani più tiepidi e dottrinalmente impreparati. 
Più in profondità la morte è scelta perché nessuno comprende più il senso della sofferenza. Il dolore è percepito come assurdo, come male supremo da fuggire a ogni costo.  Scompare così ogni cultura del sacrificio, ogni idea di eroismo, il concetto stesso di uomo come essenzialmente definito dalla sua capacità di fronteggiare umilmente anche la derelizione più estrema. 
L’eutanasia non è un incidente  imprevisto del triste tramonto dell’Occidente,  ma la sua cifra segreta più profonda.





giugno  2022
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