San Giacinto e l’assedio di Kiev



di Hugh O'Riley



Pubblicato su Tradition in Action


San Giacinto, appartenente all’Ordine dei Predicatori, aveva appena completato la costruzione di una magnifica chiesa a Kiev, dedicata alla Santissima Madre di Dio.
Un giorno, appena ultimata la celebrazione della Santa Messa, gli fu annunciato che i Tartari, i più implacabili nemici del nome cristiano, erano giunti alle mura della città e tentavano di forzare l’ingresso.



I Tartari assediano Kiev nel 1240


Fidando pienamente in Dio, il Santo aprì riverentemente il Tabernacolo, prese il Ciborio e lo nascose sotto la tunica vicino al suo cuore; poi, rivolto ai religiosi e ai fedeli che gli stavano intorno tremanti di paura, disse loro: «Seguitemi, fratelli e figli miei, e non abbiate paura».

Ma mentre si avvicinava alla porta della chiesa, udì una voce forte che chiamava: “Giacinto, Giacinto!” Si fermò e si guardò intorno, ma non vide nessuno, quindi si voltò per continuare ad uscire. Subito sentì di nuovo la stessa voce che lo chiamava.
Si guardò ancora alle spalle e con suo grande stupore si accorse che la voce proveniva dalla statua della Madonna, che era posta su un altare presso il centro della chiesa: una statua di alabastro estremamente pesante.

La grande Regina gli disse: «Mio amato Giacinto, stai per liberare mio Figlio dalle mani dei barbari, e lasci Sua Madre ai loro empi insulti?». Il Santo rispose che era impossibile per lui che era così debole portare un peso così pesante. Ma la Madonna rispose: «Se tu avessi un po’ più di fede e un po’ più di amore per me, ti sarebbe molto facile portarla».

«Non desidero altro che possedere questa fede e questo amore», rispose Giacinto, «sono pronto ad obbedire subito».
Dette queste parole si avvicinò all’altare della Madonna e con amorevole rispetto stese le braccia e prese la statua, che riuscì a portare con facilità come fosse un fiore.

Si avviò quindi all’uscita della città accompagnato dai confratelli e dai fedeli, con la statua della Madonna in braccio e il santo Ciborio sul petto. Passò indisturbato attraverso le file dei nemici, che per volontà di Dio si tenevano a distanza mentre i loro occhi furono colpiti da cecità per un po’ di tempo in modo che non potessero vederli.

Quando raggiunsero le rive del fiume Dnepr per attraversarlo, non trovarono modo di raggiungere l’altra sponda.




San Giacinto attraversa il fiume


Pieno di fiducia nel potere del Santissimo Sacramento che portava con una mano e nella protezione di Maria la cui statua portava con l’altra mano, Giacinto si fece il Segno della Croce e incominciò a poggiare i piedi sulla superficie delle acque, riuscendo a raggiungere la sponda opposta senza neppure inumidirsi le suole dei sandali.

I religiosi e i fedeli che lo seguivano, vedendo questo grande miracolo, lo imitarono e anche loro raggiunsero l’altra sponda del fiume, con l’acqua che non sembrava nemmeno toccarli.

Il fiume su cui così miracolosamente passarono continuò a mostrare l’impronta delle orme del Santo per molto tempo.

Molte altre cose meravigliose sono avvenute lì per intercessione della Madonna, che hanno fatto abbracciare a molte persone la vera Fede e hanno rafforzato e vivificato la vita di fede nelle anime di coloro che già la possedevano.




Pala d’Altare col miracolo di San giacinto,
all’interno della chiesa di San Giovanni Battista a Enna













giugno  2022
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