L’abominio della desolazione


di Atila Sinke Guimarães


Pubblicato sul sito Traditions in Action



Si discute  sul significato dell’espressione “abominio della desolazione”, usata dal Profeta Daniele in Dan. 9, 27: «Egli stringerà una forte alleanza con molti
 per una settimana e, nello spazio di metà settimana, 
farà cessare il sacrificio e l’offerta; 
sull’ala del tempio porrà l’abominio della
 desolazione 
e ciò sarà sino alla fine,
 fino al termine segnato sul devastatore».

Per quanto ho potuto verificare, ci sono varie interpretazioni normalmente accettate nella Chiesa.




Il Profeta Daniele predisse l’abominio della desolazione nel luogo santo


La più frequente è che l’abominio della desolazione è la presenza di idoli pagani nel Tempio, che era dedicato alla glorificazione dell’unico Vero Dio. Un’altra è che si riferisce all’Anticristo che sarà nel Tempio di Dio e lo profanerà con la sua arroganza e le sue bestemmie. Ancora un’altra – sostenuta dal grande commentatore Padre Cornelio a Lapide come la più appropriata – vede la realizzazione del predetto abominio nella distruzione del Tempio da parte dell’esercito romano di Tito. In quella distruzione i soldati di Tito eliminarono l’insurrezione zelota degli Ebrei, uccidendoli anche all’interno del Tempio, che poi saccheggiarono e rasero al suolo.

Riguardo alla prima interpretazione: nell’Antico Testamento avvenne che dopo il tempo della profezia di Daniele, un tiranno pose fine al vero sacrificio nel Tempio e lo sostituì con cerimonie in onore degli idoli pagani. Fu Antioco IV a farlo, profanando grandemente il Tempio. Il 2° Libro del Maccabei lo descrive eloquentemente:

«Non molto tempo dopo, il re inviò un vecchio ateniese per costringere i Giudei ad allontanarsi dalle patrie leggi e a non governarsi più secondo le leggi divine, e inoltre per profanare il tempio di Gerusalemme e dedicarlo a Giove Olimpio e quello sul Garizim a Giove Ospitale, come si confaceva agli abitanti del luogo. Grave e intollerabile per tutti era il dilagare del male. Il tempio infatti fu pieno di dissolutezze e gozzoviglie da parte dei pagani, che gavazzavano con le prostitute ed entro i sacri portici si univano a donne e vi introducevano le cose più sconvenienti. L’altare era colmo di cose detestabili, vietate dalle leggi». (II Mac. 6, 1-5).

Possiamo vedere che vi sono quattro elementi che caratterizzano questa abominazione:
- la fine del sacrificio dovuto a Dio nel Tempio;
- la dedicazione del Tempio ad un falso dio, ad un idolo;
- gli scandali morali commessi dai pagani dentro il luogo sacro:
- la presenza di cose illecite poste sull’altare.

Nostro Signore usa la stessa espressione quando parla ai suoi discepoli dei segni che avrebbero preceduto la fine del mondo: «Quando dunque vedrete l’abominio della desolazione, di cui parlò il profeta Daniele, stare nel luogo santo - chi legge comprenda» (Mt. 24, 15).

L’insieme del capitolo 24 parla dei segni che precederanno l’arrivo di questo abominnio; e in particolare:
- molti verranno nel mio nome, dicendo: Io sono il Cristo, e trarranno molti in inganno;
- sentirete poi parlare di guerre e di rumori di guerre;
- si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno;
- vi saranno carestie e terremoti in vari luoghi;
- i buoni verranno perseguitati e traditi;
- l’amore di molti si raffredderà.




Parlando della fine dei tempi, Nostro Signore ha fatto intravedere
l’attuale apostasia dei Papi conciliari



Dopo che Nostro Signore ha dato gli avvertimenti sopra citati, ha parlato di un grande castigo, paragonandolo al Diluvio e alla fine del mondo. Il confronto è utile per esprimere l’entità del castigo. Tuttavia non è chiaro se stesse parlando degli ultimi giorni del mondo o di un tempo prima della fine.

Infatti, prima di menzionare l’abominio, Egli dice: «Ma chi persevererà sino alla fine, sarà salvato. Frattanto questo vangelo del regno sarà annunziato in tutto il mondo, perché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; e allora verrà la fine» (Mt. 24, 13-14).

Quindi, la sequenza sarebbe la seguente:
- una grande apostasia in cui i cattolici vedranno l’abominio della desolazione nel luogo santo;
- un castigo pari al diluvio e alla fine del mondo;
- un periodo in cui il Vangelo sarà annunciato in tutto il mondo;
- la fine del mondo e la seconda venuta di Nostro Signore.

La frase: «chi legge comprenda» ci dice che Egli fa intravedere qualcosa relativa alla Sua seconda venuta.
Io penso che Egli faccia intravedere la grande apostasia a cui abbiamo assistito negli ultimi 50 anni: l’incomprensibile realtà di questa apostasia diretta dai sei Papi conciliari.
In altre parole, io penso che l’abominazione della desolazione consista nella presenza di questi Papi nel luogo santo: cioè nella Santa Sede e sulla cattedra di Pietro.

Per giustificare questa mia deduzione bisogna considerare quanto è accaduto nella fine di questo mese di giugno, mese che dovrebbe dedicato al Sacro Cuore di Gesù e che invece è stato dedicato al “gay pride”.

Parlo della glorificazione papale del festival omosessuale avvenuta il 22 giugno, quando Papa Francesco ha ricevuto in una udienza pubblica in piazza San Pietro una delegazione di sei “transgender” provenienti da diversi paesi.

Essere un omosessuale in segreto è un abominio perché si pratica il peccato del vizio contro natura. Proclamarsi pubblicamente omosessuale è anche uno scandalo più grave perché è un’offesa alla morale pubblica, alla legge naturale e alla morale cattolica.
Fare un intervento chirurgico per castrarsi e inserire dei seni di plastica nel petto – per gli uomini – oppure per le donne inserire un genitale maschile di plastica, è una mostruosità perché è l’apice dell’indecenza aggiunto a una pubblica manifestazione di rivolta contro la natura che Dio ha dato a ciascuno. Credo che questa mostruosità del “cambio di sesso” sia ispirata e strettamente collegata al satanismo.




sopra - Francesco saluta un “transgender” –
sotto - Francesco rende onore alla Pachamama di fronte all’altare della Confessione



Ora, un papa si suppone che sia il vicario di Cristo e che dovrebbe rappresentare la Sua legge morale. Invece Papa Francesco riceve pubblicamente un gruppo di “transgender” per assegnare a queste persone uno status ufficiale nella Chiesa e incoraggiarle a diffondere le loro convinzioni e i loro demoniaci esempi.

Ne consegue che secondo me questa azione di Francesco si configura come l’abominio della desolazione nel luogo santo.

Qualcuno potrebbe chiedere: perché segnali questa particolare azione mentre noi vediamo che Francesco fa molte altre cose scandalose?

E’ vero. Vi sono un gran numero di altre cose fatte dai Papi conciliari – e da Francesco in particolare – che dimostrano che l’insieme dell’era postconciliare può essere definita come l’abominio della desolazione nel luogo santo.

Ma io non sto suggerendo che l’accoglienza pubblica di questi “transgender” sia l’unica cosa che caratterizza l’abominio, ma lo è insieme all’intronizzazione della Pachamama in Vaticano e al divieto ufficiale della Messa Tridentina. Queste tre cose significative richiamano alla mente le descrizioni del Libro dei Maccabei e del Vangelo in cui Nostro Signore parla dell’abominio della desolazione.

Perciò propongo che questa possa essere l’interpretazione delle parole di Nostro Signore: «Chi legge comprenda».





luglio 2022

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