Inclusione e valorizzazione delle diversità

primo dovere della “chiesa” bergogliana

di Catholicus


TG serale di un’emittente diocesana, con un servizio da una sagra di una vallata montana: grigliate, volontari al lavoro, c’è anche il parroco, con i paramenti sacri;  intervistato, parla al microfono della TV diocesana, dicendo “ per la nostra comunità è importante il dato dell’inclusione [?], dobbiamo impegnarci nell’inclusione, specialmente per valorizzare le diversità [??]”.

Ci cascano le braccia, al pensiero dell’abisso incolmabile tra questa generazione di preti e i sacerdoti della nostra giovinezza, anni ’50-’60 del secolo scorso, quando i preti parlavano ancora della salvezza dell’anima, di Inferno e Paradiso, di valori morali immutabili (altro che Amoris Laetitia!!!), invitando i parrocchiani ad elevare lo sguardo verso il Cielo; ci chiediamo, però, a quale tipo di inclusione si riferisse questo bel tipo,  sperando  di sbagliarci, (anche se la buonanima di Giulio Andreotti diceva che a pensar male spesso ci si azzecca), ci viene il sospetto  che pensasse all’inclusione contro natura!, ora che benedicono le nozze gay, che invitano le lesbiche a predicare dall’ambone la bellezza dell’amore omosex, che seguono il motto “chi sono io per giudicare”, anziché l’evangelico “si si, no no....”; certo che la piaggeria, il lecchinaggio e l’asservimento alle gerarchie eretiche, apostate e traditrici dilagano nel basso clero, ormai da evitare come la peste, assieme ai loro malefici superiori.

Il bravo Alessandro Gnocchi, noto scrittore veramente cattolico, una decina di anni fa già così si esprimeva “se seguissi gli insegnamenti del mio vescovo (di Bergamo, NdR) perderei la fede in una settimana”.

Inclusione, valorizzazione delle differenze ? Ci sembra di riudire i vecchi slogan sessantottini, le frasi fatte e vuote di senso (frutto di teste altrettanto vuote ma furbastre) che andavano per la maggiore ai  tempi della nostra giovinezza “un certo tipo di discorso”, “la convergenza delle parallele”, “nella misura in cui”, ed altre amenità del genere, senza capo né coda, però sempre utili ad ingraziarsi i potenti e i padroni dell’epoca, e ad assicurarsi un posto al sole; così fan tutti (direbbe William Shakespeare), così facevano e così fanno anche oggi tutti coloro che alla coscienza ed al coraggio preferiscono il vile servilismo, il lecchinaggio vigliacco e ipocrita, incuranti e insensibili alle ingiustizie, alle violenze, alle vittime delle ideologie e dei padroni del vapore (oggi col delirio vaccinista, con la lotta al bieco invasore dell’Ucraina, ed altre menzogne similari…).

Ma se inclusione deve essere, senza se e senza ma, ma allora, dicevamo, perché non includere anche il buon rapporto con i cattolici tradizionalisti? Perché non valorizzare la liturgia tridentina? Perché non accettare anche l’immarcescibile, buon Catechismo di San Pio X?
Onestamente, vien da pensare che tutto questo battage  sul dialogo, l’inclusione, la non discriminazione, la valorizzazione delle diversità e l’identità mutevole di genere o, per meglio dire,  degenere, sia solo una scusa, un utile paravento, per nascondere il vero obiettivo di tutta questa animosità : l’odio per Cristo, per la Sua Santa Chiesa bimillenaria, per la dottrina e la liturgia preconciliari, per la vera fede cattolica, che nel loro intento è destinata a scomparire per lasciare il posto alla religione unica mondiale, braccio ecclesiastico del Nuovo Ordine Mondiale massonico, di origine ed ispirazione diabolica.

Dottrina, liturgia, evangelizzazione: questa la trilogia cattolica, le sue basi, i suoi strumenti, i suoi obiettivi; la chiesa (falsa) bergogliana ripudia la dottrina, troppo divisiva, con precetti che sono come pietre scagliate contro povere persone indifese; ripudia la liturgia, vuoto formalismo tutto pizzi e merletti (ciechi come sono, non vedono un palmo oltre il loro naso, non vedono la sostanza sottostante alla forma, il monaco che sta dentro l’abito, ecc.); ripudia l’evangelizzazione, cioè il compito principale affidato da Cristo ai Suoi discepoli ed a tutti i loro successori, fino alla fine dei tempi, cioè annunciare il Vangelo e battezzare tute le genti, fino ai confini della terra (e chi rifiuterà sarà condannato…), da questa gentaglia spacciato come violenza coercitiva, come prevaricazione dei seguaci delle false religioni (non più false, secondo la loro mente annebbiata…).
Ecco, quindi, che della bimillenaria religione cattolica, fondata da Gesù Cristo, questi falsi pastori rifiutano tutto; hanno gettato alle ortiche l’altare, la talare, il tabernacolo, e si apprestano anche a negare la Presenza Reale,  la  transustanziazione (come profetizzato da Pio XII), per compiacere gli eretici, coi quali vanno a braccetto.
Non per niente gli unici che questo clero modernista, senza più un briciolo di vera fede, odia a morte solo coloro che mantengono viva la fede cattolica genuina, l’attaccamento alla Chiesa Cattolica di sempre, al suo magistero, alla sua dottrina, alla sua pastorale, alla sua liturgia; no, essi non meritano nessuna misericordia “sicut Pater”, nessun dialogo, nessuna inclusione.

Ecco l’inclusione, ed eccone il portabandiera:





Il 22 giugno 2022, alla fine dell'udienza pubblica in piazza San Pietro, Papa Francesco ha incontrato personalmente sei uomini che sono diventati donne (!!??).
L'incontro è stato organizzato da una certa suor Genevier (foto sopra), una religiosa francese che vive in un lunapark vicino a Roma e si “occupa degli ultimi” (!!??). Questa ha proposto al Papa di incontrare i sei personaggi, dicendo che non si trattava di una persona sola. “Portale tutte”, ha risposto il Papa.
I convenuti si sono ritrovati in Vaticano insieme ad un prete che fa parte del “Gruppo Cristiani lgbt+”.
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV4589_Redazione_Papa_incontra_sei_uomini_donne.html

Ovviamente altrettanta disponibilità ed ospitalità non è stata riservata, da Bergoglio, al novantenne cardinale Zen, recatosi a Roma dalla lontana Cina appositamente per incontrare il Papa, che per lui non ha mosso un solo dito… quando si parla di due pesi e due misure… per gli invisi ai potenti di turno (siano i governanti cinesi, oppure  gli esponenti dell’élite massonica di Davos) nessuna misericordia, nessuna accoglienza, ponti levatoi ostinatamente alzati, mura invalicabili, al cui confronto le mura di Gerico impallidiscono: queste infatti  le attuali priorità della chiesa bergogliana:








Di fronte ad una tale, tragica situazione della nostra beneamata Chiesa Cattolica, quella dell’evangelico “si si no no”, dell’Extra Ecclesiae Nulla Salus, per intenderci, non possiamo che far nostra l’invocazione ben nota e che un sito anglosassone presentava così:

 



Our Lady of La Salette,  restore the Holy Church
(Nostra Signora de La Salette, restaura la Santa Chiesa)








luglio 2022
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