Francesco, la morale familiare
e la vita morta dei tradizionalisti


di Padre João Batista de Almeida Prado Ferraz Costa


Padre João Batista de Almeida Prado Ferraz Costa è il parroco della Capela Santa Maria das Vitórias di Anápolis, in Brasile, dove celebra la Santa Messa tradizionale

L'articolo è stato pubblicato sul sito della Cappella

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Viste le forti voci che circolano su una revisione della dottrina costante della Chiesa sulla paternità responsabile, con la quale si autorizzerebbe l’uso di metodi artificiali di controllo delle nascite, e visti gli attacchi del Vescovo di Roma contro i cattolici tradizionalisti (che, a suo avviso, sarebbero degli arretrati chi vogliono tornare indietro e non seguire la vita della Chiesa, e che in effetti sarebbero dei “cadaveri ambulanti”), sento mio dovere dare una guida ai fedeli della Cappella di Santa Maria das Vitórias, perché i cattolici perplessi sono davvero tanti, come ha detto Monsignor Lefèbvre.

Ci sarebbe molto da dire al riguardo. Mi limito ad alcune considerazioni.

In primo luogo, occorre riconoscere che, purtroppo, papa Francesco ha ben spianato la strada per arrivare ad una revisione della morale familiare, che finirà con l’essere applaudita dalla stragrande maggioranza dei cattolici “praticanti” che da anni utilizzano i metodi contraccettivi più diversi e vanno a Messa, ricevono la Comunione e partecipano alla vita della Chiesa.

Sarà inoltre facile per Francesco giustificare la sua decisione: potrà dire che: come la Chiesa del concilio Vaticano II ha abbandonato la sua dottrina secolare sulla tolleranza religiosa e ha adottato la dottrina precedentemente condannata della libertà di culto; come ha abbracciato l’ecumenismo già severamente condannato da Pio XI nell’enciclica Mortalium animos; come il catechismo “giallo” di Giovanni Paolo II ha rivisto la dottrina della Chiesa sulla pena di morte; così anche lui, Francesco, può riformare una dottrina che non è altro che lettera morta per la coscienza della stragrande maggioranza dei cattolici aggiornati riformati dallo spirito e dalla lettera del concilio Vaticano II. Francesco potrebbe anche dire di basare la sua decisione di rivedere la dottrina sull’uso dei contraccettivi sulla dichiarazione Gaudium et spes del concilio Vaticano II, che non riafferma la dottrina tradizionale sulla gerarchia dei fini del matrimonio.

In effetti, è evidente a ogni buon osservatore che non vi è stato alcuno sforzo da parte dell’autorità ecclesiastica per difendere la dottrina tradizionale sulla paternità responsabile riaffermata dall’enciclica Humanae vitae di papa Paolo VI (di cui si dice che il papa abbia pubblicato la detta enciclica, mosso non tanto da una convinzione personale, quanto dall’influenza dei prelati più conservatori che allora esistevano ancora nella Curia romana).

Infatti, nello stesso momento in cui, da Roma, i papi pronunciavano discorsi ed esortazioni in difesa della morale familiare, nominavano vescovi e cardinali che la contraddicevano apertamente. Quante volte abbiamo sentito che nei famigerati corsi prematrimoniali si difendeva pubblicamente l’uso dei contraccettivi all’interno del matrimonio? E si consta che nessuna misura disciplinare sia stata adottata contro l’eresia.
Solo così si spiega perché oggi abbiamo Bergoglio come papa.

Per Francesco, la Chiesa tradizionale che ha adottato la teologia scolastica come propria e ha compreso che la verità non cambia, ma è sempre determinata e fissa, in virtù di un adattamento dell’intelletto ai dati della Rivelazione; la Chiesa che ha compreso che la dottrina del catechismo passava dall’intelletto al cuore; questa Chiesa è morta e sepolta, perché ciò che conta è adattarsi alla realtà vissuta nelle più diverse situazioni della vita quotidiana.
Per Francesco non c’è bisogno di affermare una continuità dottrinale tra ciò che la Chiesa ha sempre creduto e insegnato e ciò che dice oggi, non c’è bisogno di coerenza logica.
Da qui l’insistenza di Francesco su quelle che chiama soluzioni pastorali. Da qui il suo apprezzamento per la “cultura dell’incontro”. Per lui, ciò che parla prima all’uomo non è la ragione, ma il cuore. Così Francesco non concepirà mai una coppia che si priva della gioia di un atto coniugale, espressione del proprio amore, per un principio dottrinale astratto. È il significato di Amoris laetitia.
Per questo, all’inizio del suo pontificato, ha chiamato “conigli” le donne cattoliche madri di tanti bambini. Per lui queste donne mettono in pratica un principio dottrinale slegato dalla realtà. Queste sono donne che vivono in un altro mondo.

Ma è chiaro che non possiamo lasciarci invischiare in questi sofismi della filosofia moderna e della nuova teologia condannati da Pio XII nell’enciclica Humanae generis. Professiamo la nostra fede in Cristo, verità eterna, le cui parole non passeranno mai.
Il peccato sarà sempre peccato, la virtù sarà sempre virtù. Il sesto comandamento della legge di Dio non cambia. L’uso dei contraccettivi nella vita coniugale apre le porte della famiglia cristiana, che dovrebbe essere un santuario, ad ogni tipo di immoralità e rilassamento.
Quale autorità morale avranno i genitori per insegnare ai loro figli a dominare le loro passioni giovanili se essi stessi vivono nella lussuria? Una famiglia casta vive una vita ordinata e pacifica, merita tutte le benedizioni e le grazie del cielo per educare bene i suoi figli nella via del bene affinché un giorno meritino la gloria della vita eterna.

Preghiamo per la conversione dei peccatori, conserviamo la fede, continuiamo fermi nella tradizione immutabile della Chiesa.

Anápolis, 5 agosto 2022.
In dedicatione Sanctae Mariae ad Nives






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agosto 2022
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