Quando la cultura dominante
si mangia quella cattolica


di Aurelio Porfiri


Pubblicato sul sito di Marco Tosatti





Napoli - 2 luglio 2022 - Musica rav per Cristo



Ha fatto scalpore la notizia della telefonata di Papa Francesco al parroco napoletano don Michele Madonna. Vediamo come racconta l’Ansa l’episodio: “La telefonata è avvenuta giovedì 4 agosto, ma don Michele – attivissimo sui social – non ha voluto finora raccontare in pubblico l’episodio, trapelato oggi dalla ristretta cerchia di collaboratori che ne sono venuti a conoscenza.
Il Papa ha conversato con il parroco, chiedendogli dettagli sulle sue attività – che nei mesi scorsi hanno avuto ampia eco sui media, non solo cattolici – e raccomandandogli di tenerlo informato anche in futuro sul suo lavoro.
Don Michele Madonna, nato nel 1974, è diventato sacerdote a 30 anni. Figlio del proprietario di una discoteca, fino a 23 anni ha fatto il disc jockey e ora rivolge ai giovani e ai ‘lontani’ molte iniziative pastorali fuori dagli schemi tradizionali, come le confessioni svolte lungo le strade del quartiere, proprio per andare incontro a coloro che non frequentano abitualmente la Chiesa.
Il suo territorio è popoloso e difficile: nel rione di Montesanto, il mese scorso, ha fatto scalpore l’episodio della 12enne sfregiata al volto dall’ex fidanzatino di 16 anni”.
Tra le iniziative fuori dagli schemi c’è stata anche quella del “rave cristiano”, con giovani che ballavano fino all’alba su musica cristiana remixata nello stile della disco music, alternata a momenti di preghiera.

Ora, cos’è un rave? Sono degli incontri liberi caratterizzati da musica incalzante e percussiva su cui si danza per ore e ora con il contorno di alcool e droghe. È una tipica manifestazione in cui si scatena il lato dionisiaco della musica, quel richiamo ad un modo primitivo, ancestrale e selvaggio che non penso possa mai conciliarsi con l’annuncio cristiano.
Non tutto è cristianizzabile e non vale l’argomento che attira i giovani. Pure i film porno attirano gente, assisteremo un giorno a proposte di porno cristiano?

Su Il Mattino don Michele ha rilasciato un’intervista in cui, quando interrogato sull’uso del rave che in apparenza (e non solo) è così lontano dalla Chiesa ha detto: “Ho voluto trovare una parola accattivante, anche perché la parola “rave” significa delirio. Ovviamente non si può accostare alla religione, ma è un modo per attirare i giovani che non frequentano la Chiesa. Voglio presentargli una persona che può davvero colorare la loro vita, dandogli quella felicità che i giovani stanno cercando ma troppo spesso nella maniera sbagliata. Questa persona per me è Gesù Cristo”.

Non sembra molto confuso? Prima dice che non si può avvicinare alla religione, che la parola significa delirio ma poi passando sopra tutto questo dice che voleva trovare un modo per attirare i giovani. Ma se sa che non si può avvicinare alla religione perché l’ha fatto?
Senza contare che gli effetti di questa musica non sono solo il divertimento, ma un’eccitazione quasi orgiastica che nulla ha a che fare con il Cristianesimo.

Nella stessa intervista, chiesto di cosa pensasse il suo arcivescovo Battaglia ha detto: “Mi ha dato il suo ok. È arrivato un messaggio da parte del moderatore della Curia a tutti i parroci della diocesi informandoli dell’evento. Sarà presente anche il responsabile della Pastorale Giovanile della diocesi che ha invitato tanti giovani a partecipare. Stiamo camminando con un sol cuore e una sola voce”.

Ora, non credo servano commenti.
Vorrei dire che io comprendo l’ansia di aiutare i ragazzi in zone difficili come quella in cui don Michele opera. Tanti sacerdoti si danno da fare per strappare la gioventù ad una vita di violenza. Per questo vanno lodati e sostenuti. Ma certamente si può essere critici sul metodo usato, che invece di mostrargli un’alternativa alle insidie del mondo li confonde su quello che è giusto e quello che è sbagliato.
Pure usando canzoni cristiane con testi magari pure edificanti, non si tiene conto del potere della musica che non è neutra. Se tu metti una musica sensuale con le parole di un salmo, la musica agisce di per sé e il testo passa in secondo piano. Oltretutto i testi di questo tipo di musica sono semplicemente dei pretesti per la musica stessa.
Ripeto che apprezzo lo zelo di don Michele, ma a me sembra che ci si è incamminati per una strada completamente sbagliata.









agosto 2022
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