Civitella del Tronto, l’ultimo baluardo.
“Non mi arrendo”.
La Resistenza all’invasione massonico-risorgimentale
del Regno del Sud

di
Pucci Ciprianichi




Civitella del Tronto


Articolo pubblicato su Soldati del Re


Il nostro scopo finale è quello della Rivoluzione Francese e di Voltaire: cioè l’annichilimento completo del cattolicesimo e perfino dell’idea cristiana”(Istruzioni dell’Alta Vendita della Carboneria,1818)

«Per duemila anni - scrive Fedor Dostoevskij - l’Italia ha portato in sé un’idea universale capace di riunire il mondo, non una qualunque idea astratta, non la speculazione di una mente di gabinetto, ma un’idea reale, organica…l’idea dell’unione di tutto il mondo, da principio quella romana antica, poi la papale…la scienza, l’arte, tutto si rivestiva e penetrava di questo significato mondiale…ma che cosa è venuto al suo posto, per che cosa possiamo congratularci con l’Italia, che cosa ha ottenuto di meglio con la diplomazia del Conte di Cavour? E’ sorto un piccolo regno unito di second’ordine, che ha perduto qualsiasi pretesa di valore mondiale, cedendola al più logoro principio borghese… della prima rivoluzione francese, un regno soddisfatto della sua unità, che non significa letteralmente nulla, un’unità meccanica e non spirituale (cioè non l’unità mondiale di una volta) e per di più pieno di debiti non pagati e soprattutto soddisfatto di essere un regno di second’ordine. Ecco quel che ne è derivato, ecco la creazione del Conte di Cavour»
(Fedor  Michailovic  Dostoevskij in “Diario di uno scrittore”,
maggio giugno 1877, cap. 2°, pagg.925-926,
a cura di Ettore Lo Gatto, Sansoni, Firenze 1981)

Ecco un esercito straniero, senza neanche una dichiarazione di guerra, invadere un Regno legittimo portando quella falsa libertà massonica “quella libertà - dice uno degli eroi dei romanzi di Carlo Alianello - che quando te la portano sulla punta delle baionette non è più essa”.

A questo punto gl’invasori rivoluzionari dovranno fare i conti con la Resistenza del popolo, una Resistenza che certo gli asserviti e prezzolati invasori non si aspettavano.

Non è il Re ma il Partito legittimista, interprete dei sentimenti del popolo, che esorta il Sovrano a prendere le armi in difesa del Regno datogli da Dio.

In un manifesto affisso sui muri di Napoli il 29 ottobre 1860 si legge:
«Sire! Quando la Patria è in pericolo, il popolo ha il diritto di domandare al suo Re di difenderlo, perché i Re son fatti per i popoli come i popoli per i Re. Noi dobbiamo loro ubbidire, ma essi debbono saper difenderci; e per questo Iddio ha loro dato uno Scettro ed una Spada.

«Oggi, o Sire, il nemico è alle nostre porte; la Patria è in pericolo. Da quattro mesi un avventuriero, alla testa di bande reclutate in tutte le nazioni, ha invaso il Regno, ed ha fatto scorrere il sangue dei nostri fratelli. Il tradimento di alcuni miserabili l’ha aiutato… fra giorni, questo avventuriero c’imporrà il suo giogo odioso, perché i suoi disegni, o Sire, li conosciamo tutti, e Voi ancora. Quest’uomo, d’altronde, non ne fa alcun mistero: sotto il pretesto di unificare quel che non è mai stato unito, egli vuol farci piemontesi, per meglio scattolicarci, e quindi stabilire un governo repubblicano sotto la dittatura di un Mazzini di cui sarà anche egli il braccio e la spada.

«Ma, Sire, noi siamo napoletani da secoli. Carlo III, vostro immortale bisavolo, ci tolse per l’ultima volta dal passato giogo straniero. Noi vogliamo dunque restare e morire napoletani… Sire, salvate il vostro popolo! Noi ve lo chiediamo a nome della Religione che vi ha consacrato Re,… a nome del Diritto e della Giustizia che vi fanno un dovere di vegliare alla nostra salvezza e se necessario, di morire per salvare il vostro popolo… Sire, la vostra Armata è tanto fedele quanto brava. Prendete dunque una spada e salvate la Patria! Quando ha per sé il Diritto e la Giustizia si ha con sé Iddio.

«Viva il Re nostro Francesco II ! Viva la Patria! Viva la brava Armata Napoletana!»

Ecco, si rinnova così anche nel Regno del Sud, invaso dall’esercito sanguinario piemontese, quello che avvenne in Francia, nella Vandea, la cui popolazione fu sterminata dal Terrore rivoluzionario: ecco, il popolo, i contadini, i “lazzari” napoletani, insorti  in nome del Trono e dell’Altare, invitano lo stesso Sovrano e la Nobiltà a combattere contro la Rivoluzione di cui il terrorista carbonaro, il fosco Menagramo genovese, è il rappresentante più spregevole. Si rinnova il miracolo della Vandea: il popolo insorge contro l’esercito invasore e il Re si mette a capo della sua Armata fedele; anche la Regina, i Principi del Sangue, sugli spalti di Gaeta scriveranno la più bella storia di eroismo.





Sotto le forze preponderanti dell’esercito rivoluzionario, e grazie al tradimento di tanti “comprati dall’oro inglese e massonico”, cadranno anche gli ultimi baluardi, le cittadelle di Gaeta e Messina, ma Civitella resiste ancora nonostante gli ordini e addirittura contro il volere del Re; un pugno di soldati e di sudditi fedeli innalzando sugli spalti della “Fedelissima” la bandiera con i Gigli d’Oro, ricamata da Maria Sofia, durante l’assedio di Gaeta e, animati dall’eroico Francescano Padre Leonardo Zilli, combatteranno con onore contro la Rivoluzione.

Sotto le forze preponderanti dell’esercito rivoluzionario, e grazie al tradimento di tanti “comprati dall’oro inglese e massonico”, cadranno anche gli ultimi baluardi, le cittadelle di Gaeta e Messina, ma Civitella resiste ancora nonostante gli ordini e addirittura contro il volere del Re; un pugno di soldati e di sudditi fedeli innalzando sugli spalti della “Fedelissima” la bandiera con i Gigli d’Oro, ricamata da Maria Sofia, durante l’assedio di Gaeta e, animati dall’eroico Francescano Padre Leonardo Zilli, combatteranno con onore contro la Rivoluzione. Solo il tradimento farà cadere la Roccaforte gloriosa i cui difensori verranno fucilati il giorno stesso davanti alla Chiesa. E moriranno insieme al loro cappellano fra’ Leonardo gridando, per l’ultima volta: “Viva ‘o ‘Re”.




I bersaglieri piemontesi del generale Pinelli
fucilano uno dei difensori di Civitella





Foto di gruppo dei partecipanti
al Convegno della Tradizione Cattolica a Civitella del Tronto








settembre 2022

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