La  perniciosa questione del “genere”


di Belvecchio





Negli ultimi tempi, con procedere accelerato, si è parlato sempre più diffusamente della cosiddetta questione del “genere”, cioè della possibilità di poter cambiare sesso sulla base di sensazioni personali.
Il solo fatto che se ne parli è indice indiscusso dello stato degenere in cui siamo progressivamente caduti. Potremmo liquidare la questione con un semplice aggettivo: demenziale; o con un richiamo a quella che si chiama “menzogna”; ma non lo facciamo perché ci sembra più opportuno ricordare alcune ovvietà, non tratte da chissà quale approfondimento “scientifico”, ma dettate dal semplice buon senso.

La prima considerazione da fare è che si è arrivati al punto di parlare di “cambiare” il sesso col quale siamo nati senza neanche chiedersi se tale sesso ce lo siamo scelto noi nel grembo materno: pensare di poter cambiare sesso per volontà personale dovrebbe infatti derivare dalla consapevolezza che fin dall’inizio siamo stati noi a scegliere un determinato sesso.
Chiunque, sano di mente, constata che si tratta di una menzogna, così che voler cambiare sesso si appalesa come una sorta di fantasia morbosa: sono una donna è da adesso voglio essere un uomo, o viceversa.
Voglio! Come dire che esisto e che da adesso non voglio più esistere: come mi sono dato la vita così me la tolgo: una demenza!

La seconda considerazione da fare è che il sesso non è un neo o un pelo sulla pelle, ma una componente intrinseca di un dato essere, sia esso animale o vegetale. Ogni essere ha un determinato sesso che corrisponde per molti aspetti alla conduzione di tutta la sua esistenza. Non si è di sesso maschile e contemporaneamente in grado di gestire nel proprio corpo la formazione di un altro essere; come non si è di sesso femminile e contemporaneamente in grado di indurre la formazione di un altro essere in un corpo di sesso maschile.
Chiunque, sano di mente, constata che si tratta di una mera elucubrazione mentale senza alcun fondamento nella realtà oggettiva: una sorta di presunzione soggettiva che disconosce la realtà oggettiva dello stesso soggetto pensante.

Comunque si voglia porre la questione, ci si trova a dover fare i conti con una sorta di volontà di potenza che disconosce la sua insita impotenza: la pretesa soggettiva di poter realizzare ciò che è oggettivamente irrealizzabile. 

Tuttavia, nella pratica odierna si riesce a porre in essere elementi che danno l’illusione di essere riusciti a rendere reale ciò che continua ad essere irreale.
Se una donna decide di diventare un uomo, basta togliere dal suo corpo i seni e aggiungere una piccola appendice, non sappiamo in che modo. Mentre se un uomo decide di diventare una donna, basta togliere dal suo corpo una piccola appendice, praticargli un’apertura inguinale, non sappiamo in che modfo, e stimolare artificialmente l’accrescimento dei seni.
Il tutto grazie alle tecniche chirurgiche applicate al corpo, senza che nulla si possa fare per variare i fattori intrinseci che erano e restano di una donna o di un uomo.
Solo la fantasia soggettiva induce una donna a comportarsi come un uomo e un uomo a comportarsi come una donna. Ma la fantasia soggettiva non può determinare una realtà oggettiva, essa è solo una fantasia.
Chi cerca di vivere nella realtà una fantasia finisce col diventare un mostro: è questa, in effetti, la condizione in cui vivono molti soggetti.

Questa condizione che si cerca di diffondere, in fondo al suo percorso porta all’eliminazione del tipo umano come sopravvive da sempre, per sostituirlo con un nuovo tipo umano senza la peculiarità del raziocinio e del buon senso: il tipo umano che sarà in grado di corrispondere sempre più ad un’umanità senza Dio, che ha rigettato il progetto del Creatore e che ha fatto proprie le istanze meramente umane dettate dalla impotente volontà di potenza.
Questo nuovo tipo umano corrisponde allo stadio ultimativo della creatura umana come è stata progettata da Dio, una sorta di degenerazione tipica di ogni essere: che va dalla nascita, alla crescita, alla vecchiezza, alla degenerescenza e infine alla morte.
Il che significa che tutto questo darsi da fare per fare affermare come reale la possibilità di cambiare sesso è un’opera antiumana condotta da esseri umani che hanno perduto il bene dell’intelletto: è normale che un essere umano lavori per eliminare l’essere umano?
Solo una sottile volontà preternaturale può suggerire all’uomo di gloriarsi del lavoro volto ad eliminare se stesso; e questa volontà preternaturale è quella del grande mentitore che fin dall’inizio volle far credere ai nostri genitori primordiali che potevano diventare come “dei” e come risultato ottenne che essi perdettero il bene della perennità e fossero condannati a morire.
Oggi, il grande mentitore ci riprova con il cambio del sesso, illudendo gli uomini e le donne di potersi sostituire a Dio e di potersi dare da sé il sesso che vogliono, senza far sapere loro che diventeranno dei bruti, pronti ad essere accolti tra coloro che hanno rifiutato Dio e che Dio ha destinato al tormento eterno, mentre nell’attesa i primi tormenti si vivono preventivamente in questo mondo e i primi a rendersene conto sono proprio coloro che, si fa per dire, hanno deciso di cambiare sesso.




 


settembre 2022
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