La CEI interviene a caldo
due giorni dopo la conclusione
delle elezioni politiche in Italia


di Belvecchio




Il Cardinale Matteo Zuppi, Presidente della CEI


Non si sa ancora quando si insedierà il nuovo Governo che guiderà l'Italia nel prossimo futuro. Intanto la CEI mette le mani avanti e suggerisce le linee guida al prossimo governo, tenuto conto, ovviamente, che si conosce il colore politico deciso dagli elettori.

Su Avvenire è stata pubblicata una dichiarazione del Card. Matteo Zuppi, Presidente della CEI, che vale la pena commentare brevemente.

Nella dichiarazione si legge: «Agli eletti chiediamo di svolgere il loro mandato come “un’alta responsabilità”, al servizio di tutti, a cominciare dai più deboli e meno garantiti.

Una ovvietà. Ci sono forse stati degli eletti che si sono dichiarati al servizio dei più forti e dei più garantiti?

Il Cardinale ricorda poi «l’agenda dei problemi del nostro Paese»:
«le povertà in aumento … l’inverno demografico, la protezione degli anziani, i divari tra i territori, la transizione ecologica e la crisi energetica, la difesa dei posti di lavoro, soprattutto per i giovani, l’accoglienza, la tutela, la promozione e l’integrazione dei migranti, il superamento delle lungaggini burocratiche, le riforme dell’espressione democratica dello Stato e della legge elettorale».

Andiamo con ordine.
-    le povertà in aumento sono davvero un grosso problema da risolvere;
-    l’inverno demografico è oltremodo preoccupante, ma il capo dei Vescovi italiani non ha il dovere di ricordare che la nascita dei figli è principalmente legata alla corretta conduzione della vita cattolica?
-    la protezione degli anziani non passa innanzi tutto per la ricostruzione della famiglia cattolica? Il Cardinale tace;
-    anche i divari tra i territori sono collegati alla ricostruzione dell’identità cattolica in tutte le regioni della Nazione; se si è tutti interamente cattolici la distribuzione della ricchezza avviene facilmente secondo il principio di sussidiarietà, come ricordava Papa Leone XIII già nel 1891 nella Rerum novarum; nasce il dubbio che il Card. Zuppi non lo sappia;
-    la transizione ecologica non ha niente a che vedere con l’insegnamento cattolico, ammesso e non concesso che esista davvero un problema “ecologico”. Il Card. Zuppi è un buon seguace di Papa Francesco, ma sembra non conoscere bene l’insegnamento cattolico della Chiesa;
-    la crisi energetica è una vera novità, soprattutto se si pensa che la vita cattolica ha certo bisogno di energia, ma dell’energia morale del fedele e non certo della corrente elettrica: il Rosario si può anche recitare al buio o al lume di candela;
-    la difesa dei posti di lavoro è poi un’istanza sindacale e non religiosa; se ci sono più posti di lavoro l’istanza della difesa del posto che si ha già, viene relativizzata;
-    l’accoglienza, la tutela, la promozione e l’integrazione dei migranti sono talmente distanti dalle esigenze cattoliche da lasciar pensare che il Card. Zuppi sia al servizio di chi vuole distruggere l’identità cattolica tramite l’arrivo indiscriminato di persone che sono diverse dai cattolici residenti sia per razza, sia per lingua, sia per costume, sia per religione. Anche questa è farina del sacco di Papa Francesco e il Card. Zuppi sembra volersi creare nuovi crediti presso di lui;
-    il superamento delle lungaggini burocratiche ci sembra una richiesta per apparire simpatici;
-    le riforme dell’espressione democratica dello Stato e della legge elettorale non hanno niente a che vedere con i compiti della CEI e dei prelati.

Oltre alle sfide, scrive il Cardinale, non bisogna dimenticare che «la guerra in corso e le sue pesanti conseguenze richiedono un impegno di tutti e in piena sintonia con l’Europa».
Non una parola sulla necessità di aiutare la conciliazione dei contendenti per porre fine alla guerra; anzi, il Cardinale sembra invitare tutti a partecipare alla guerra, raccomandando perfino da che parte schierarsi: la «piena sintonia con l’Europa» suggerisce infatti di schierarsi contro la Russia, senza il minimo scrupolo per le proposizioni anticristiane della attuale organizzazione europea retta dai mercanti e dai banchieri internazionali.   

La dichiarazione si chiude con i propositi della Chiesa, la quale: «continuerà a indicare, con severità se occorre, il bene comune e non l’interesse personale»; un bene comune così generico che lascia spazio ad ogni interpretazione personale.

«la difesa dei diritti inviolabili della persona e della comunità»; diritti che, così espressi, si prestano ad avallare tutte le pretese antiumane sostenute dai gruppi sovversivi che vogliono distruggere l’uomo come creato da Dio.

«Da parte sua [la Chiesa] non farà mancare il proprio contributo per la promozione di una società più giusta e inclusiva»; “più giusta”, forse, nonostante l’assenza di ogni richiamo alla concezione cattolica della società; “più inclusiva” è un termine che può significare tutto e il suo contrario: inclusiva di chi, di che cosa? Il Cardinale non lo dice… forse non lo sa neanche lui.

«Nel rispetto delle dinamiche democratiche e della distinzione dei ruoli» è una chiara rinuncia alla condanna o perlomeno alla critica di ogni concezione “democratica”, che è intrinsecamente avversa alla concezione “organica” della Chiesa.

Il presente scritto è il risultato di un’attenta lettura di un documento che avrebbe dovuto essere permeato dall’insegnamento cattolico, mentre invece non è citato neanche indirettamente né Dio, né Gesù Cristo. Un qualunque laico, perfino non cattolico, avrebbe fatto sicuramente meglio.




 


settembre 2022
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