Similes cum similibus congregantur


di Belvecchio



Il 28 settembre 2022, sul sito del “Grande Oriente” di Terni è stata pubblicata una notizia ordinaria: “Inaugurato il nuovo ingresso della Casa Massonica”.


Il 27 settembre la Casa Massonica del Grande Oriente d’Italia, in via Roma a Terni, ha aperto le proprie porte al pubblico, in occasione dell’inaugurazione del nuovo ingresso. Un evento al quale hanno partecipato istituzioni, autorità oltre ai liberi muratori delle logge cittadine.

Dopo la cerimonia ha avuto luogo la visita alla Casa Massonica che conta al proprio interno due templi, alla quale hanno preso parte il sindaco Leonardo Latini, il prefetto Giovanni Bruno, il vescovo Francesco Antonio Soddu, che nei loro messaggi di saluto hanno ringraziato per l’invito ed espresso l’auspicio che iniziative come questa possano alimentare il dialogo e il confronto tra realtà diverse sconfiggendo i pregiudizi.




Il vescovo di Terni regge il nastro




Foto di gruppo: a sinistra il vescovo di Terni con un suo prete


Questa la notizia.

Quello che colpisce per primo è che a questa inaugurazione sia stato invitato il vescovo di Terni e che lui ci sia andato insieme ad un prete.
Se i massoni di Terni hanno voluto la presenza del vescovo si deve pensare che considerino la loro organizzazione al pari di un’istituzione ecclesiastica? No! E’ solo che per loro il vescovo è un’autorità come altre, cioè non conta per quello che è.

E se il vescovo ha aderito all’invito ed è pure intervenuto auspicando il dialogo e il confronto, si deve pensare che consideri la Massoneria un’organizzazione come tante altre? No! E’ solo che pensa che la Chiesa non ha mai condannato la Massoneria.

Ora, i massoni possono far finta che un vescovo non conti niente e che nelle loro “logge” possano accogliere anche dei cattolici, ma un vescovo non può far finta che la Massoneria non abbia tra i suoi fini la distruzione della Chiesa. Tranne che vescovo e massoni si considerino alla pari: similes cum similibus.
E’ proprio di questo che si tratta, almeno per il vescovo: un cattolico e un massone sarebbero la stessa cosa, e questo da quando la gerarchia cattolica considera la Chiesa un’istituzione umana; cioè da quando il Vaticano II ha sostituito al fondamento di Dio il fondamento dell’uomo. Se tutto è umano, che un vescovo sia anche un massone o un simpatizzante della Massoneria è cosa normale.

La Massoneria ha radici antiche, ma è nel 1717, a Londra, che essa ha assunto le connotazioni che la caratterizzano ancora oggi: organizzazione filantropica a carattere onnicomprensivo mirante alla direzione del mondo e quindi avversa alla Chiesa cattolica.
Da allora, la Chiesa ha condannato in vario modo la Massoneria con circa seicento documenti, a partire dalla lettera apostolica “In eminenti apostolatus specula” di Papa Clemente XII (28 aprile 1738).
Tuttavia, questo non ha impedito, purtroppo, che nel tempo diversi prelati abbiano fatto parte delle Massoneria: da Giovanni XIII ad Annibale Bugnini, per citarne solo qualcuno.
Quindi, il vescovo di Terni può vantare esempi illustri; ma non si può trascurare il fatto notevole che la sua presenza per l’inaugurazione della “casa massonica” a Terni costituisca un chiaro messaggio a coloro che avessero intenzione di diventare massoni, soprattutto ai cattolici: i massoni sono amici della Chiesa cattolica.
Una falsità!





 


ottobre 2022
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