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L’Anima umana è immortale? di Don Curzio Nitoglia ![]() Presentazione dell'anima Dio Definizione
d’immortalità
Immortale è ciò che non muore. Ora, la morte è la fine della vita per consunzione. Perciò, immortalità dell’anima umana significa che essa è incorruttibile e sopravvive perpetuamente al corpo. Importanza del problema Questo
problema fa un tutt’uno con l’esistenza di Dio. Infatti, se la mia
anima è immortale, si pone di fronte a Dio per tutta
l’eternità. Perciò dovrà rendere conto a Dio del
bene e del male che ha fatto. Se non voglio pensare a questo problema,
non ne cancello l’esistenza e la realtà oggettiva che s’impone
alla mia coscienza o incoscienza.
Infatti, se ogni anima umana è immortale, poiché intelligente e libera, essa è pure responsabile delle sue azioni davanti a Dio. Perciò sarebbe stolto colui che non si curasse di risolvere questo problema, dandone una soluzione ragionevole. Tuttavia questa soluzione non deve essere soltanto speculativa ma anche pratica; altrimenti il danno della noncuranza sarebbe irreparabile per tutta l’eternità, essendo l’anima immortale. Prova
razionale dell’immortalità dell’anima
Maggiore – L’intelletto
conosce oggetti immateriali (Dio, povertà, onore, patria,
filosofia …); la volontà ama oggetti immateriali (matematica,
storia, teologia …).Maggiore – Se l’anima umana
è inco
Minore – Ora, l’anima umana è incorruttibile. Conclusione – Quindi, essa è immortale. La Maggiore è evidente; infatti, incorruttibile è sinonimo d’immortale; così come corruttibile lo è di mortalità. Prova
razionale della spiritualità dell’anima
La conoscenza intellettiva o razionale e quella sensibile hanno oggetti essenzialmente diversi. Perciò, la conoscenza intelligibile e quella sensibile sono sostanzialmente diverse. Minore – Ora, per conoscere e amare un oggetto immateriale occorre avere una facoltà conoscitiva e volitiva immateriale. Conclusione – Quindi, l’intelletto e la volontà sono facoltà immateriali. Perciò, l’anima umana o razionale, in cui risiedono l’intelletto e la volontà, è spirituale. Provo la Maggiore: È un fatto che sperimento che concepisco l’idea di dovere, onore, giustizia, ingiustizia, Dio, l’eternità … Ma, se mi domando, il dovere o Dio di che colore è, quanto pesa, che sapore ha? Non posso rispondere, poiché questi sono oggetti immateriali o non corporei, i miei sensi che sono organici non possono coglierli, poiché sono inorganici o incorporei. Perciò, anche il mio pensiero e la mia volontà che li concepiscono e li amano o aborriscono sono immateriali. Infatti, solo una facoltà incorporea e inorganica può conoscere e amare o odiare un oggetto incorporeo e inorganico. È evidente che con i sensi organici e materiali io non possa cogliere ciò che non cade sotto i sensi essendo incorporeo o ultra/sensibile. Insomma, non posso vedere, toccare, ascoltare, annusare, gustare la povertà in astratto; infatti, non l’ho mai incontrata per strada. Perciò, le operazioni intellettive e volitive sono immateriali o spirituali; conseguentemente l’intelletto e la volontà (facoltà o accidenti) che emettono questi atti sono anch’essi spirituali; quindi, l’anima umana (sostanza) in cui risiedono l’intelletto e la volontà è spirituale. Anche i filosofi pagani erano arrivati alla conoscenza razionale dell’anima e della sua immortalità (1). Conclusione
Abbiamo già provato che Dio esiste e che l’anima umana è immortale. Infatti, essa è spirituale, perciò semplice e non estesa o composta di parti integranti. Dunque, è incorruttibile e immortale. Anche i filosofi pagani (Aristotele e Platone) avevano scritto sul problema dell’esistenza di Dio (2); nell’articolo precedente abbiamo visto come san Tommaso d’Aquino abbia dimostrato con il lume della ragiona naturale l’esistenza del Motore Immobile; nel presente mettiamo a confronto quanto hanno insegnato su Dio e sull’anima spirituale Platone, Aristotele e San Tommaso d’Aquino (3). Allora, per la ragione e per la fede, il problema essenziale che si pone a ogni uomo è quello di conoscere, amare, servire Dio e di salvarsi l’anima. NOTE
1 - Sull’esistenza dell’anima e sulla sua immortalità: cfr. PLATONE, Timeo, 69c; Repubblica, IV, 439a-441c; IX, 580c-583a; ARISTOTELE, Etica Nic., VI, I; L’Anima, II, 2, 414a; III, 4; IV, II, 2; IV, III, 2; IV, III, 20. 2 - Sull’esistenza di Dio: cfr. PLATONE, Repubblica, II, 379a-c; Teeteto, 176b-c; Le Leggi, IV, 716c; ARISTOTELE, Metafisica, A, 5. 3 - Sul problema dell’anima immortale: cfr. S. TOMMASO D’AQUINO, In I De Anima, lez. II, n. 19; De Anima, a. 1, ad 12; a. 9, ad 14; a. 14, ad 6, 7, 18; II Sent, d. 8, q. 2, a. 2, ad 2; S. c. Gent., lib. II, cap. 55; S. Th., I, qq. 75-89. (torna
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settembre 2022 |