San Vladimiro il Grande,
il Clodoveo della Russia



Articolo della FSSPX

Pubblicato sul sito francese della Fraternità San Pio X
La Porte Latine






San Vladimiro il Grande

 
Alle origini della fede cristiana nella Rus’: il Battesimo del Principe Vladimiro

Nota previa:  Questo articolo è stato pubblicato nel 2016 sulla rivista La Simandre, della Fraternità della Trasfigurazione; sarebbe quindi errato, anche se tentati, di cercarvi qualche allusione all’attualità (2022: il conflitto fra Russia e Ucraina).


Osservazioni preliminari

Uno dei luoghi più celebri di Mosca ci dà l’occasione di ricordare la prima grande figura del cristianesimo russo, su cui vi sono molte cose da dire.

Il 4 novembre 2016 è stato inaugurata una statua monumentale di Vladimiro il Grande, il Principe che fu all’origine della cristianizzazione delle terre russe.
Posta nella piazza Borovitskaïa, proprio ai piedi dei bastioni del Cremlino, questa statua, alta 16 metri, raffigura il Principe che tiene con la mano sinistra la sua spada e con la destra una croce latina più alta di lui. Difficile fare del trionfalismo maggiore.



La statua di Vladimiro il Grande a Mosca


Se nell’Europa occidentale non si vogliono più nemmeno menzionare le radici cristiane dei nostri paesi, sembra che in Russia abbiano pochi complessi a riguardo.
Tuttavia, bisogna segnalare che la collocazione di questo monumento è avvenuta con delle controversie: inizialmente la statua doveva essere alta non meno di 25 metri ed essere posta sul Monte dei Moineaux (denominato Monte di Lenin dal 1935 al 1999), sito prestigioso che domina tutta Mosca e dove si trovano gli edifici dell’Università Statale di Mosca, gioiello dell’architettura stalinista.
Persone addolorate, senza dubbio estimatrici dell’ex regime sovietico, ottennero l’annullamento di questo progetto e alla fine, a seguito di una sorta di referendum elettronico, fu scelta Piazza Borovitskaya, luogo altrettanto celebre e ricco di storia; e l’Unesco, dopo aver fatto qualche difficoltà (perché il sito è inserito nella lista dei Patrimoni dell’Umanità), ha finito con l’accettare il progetto.

Lo scopo di questo monumento è di commemorare il millenario di Vladimiro il Grande, morto il 15 luglio 1015, dopo 35 anni di regno.

Vero è che questa statua e questa commemorazione non sono prive di connotazioni politiche: all’origine di questo progetto c’è la Società Storica e Militare Russa...
Possiamo anche notare che l’attuale capo della Russia si chiama proprio Vladimir...: a fianco del Patriarca di Mosca, Kirill, il Presidente Putin era naturalmente presente a questa inaugurazione, il 4 novembre 2016. Egli non ha mancato (sarà per calcolo politico, sarà per profonda convinzione, non lo so, lo sa Dio) di insistere sull’importanza del patrimonio spirituale della nazione russa, in connessione con gli episodi più gloriosi della sua storia … E possiamo ugualmente constatare con soddisfazione che nel XXI secolo, sulla pubblica via, si è potuta così erigere la statua di un personaggio che brandisce un’enorme croce.

Altre persone addolorate potrebbero obiettare che nel X secolo la Russia non esisteva (come peraltro non esisteva la Francia all’epoca del Battesimo di Clodoveo, nel 496).



Clodoveo I, della dinastia dei Merovingi




Battesimo di Clodoveo


A quel tempo vi erano delle tribù slave e il centro politico degli slavi orientali non era né Mosca, che ancora non era stata fondata, né Kiev, che indubbiamente all’epoca era capitale di una struttura statale.



La statua di Vladimiro a Kiev


Da notare anche che la città di Kiev ha una sua statua del Principe San Vladimiro, San Volodymyr in ucraino, inaugurata nel 1853, questa statua è alta «solo» 4,50 metri, ma è posta su un piedistallo di 16 metri, su una collina che domina l’intera città di Kiev; e come sulla statua in piazza Borovitskaya, il Principe tiene una croce più grande di lui.
In ogni caso, è un fatto storico che la «Rus’» (termine generico per designare l’Ucraina e la Russia) rivendichi il Principe Vladimiro come suo vero fondatore: il suo Battesimo è considerato, dagli storici come dai cristiani russi, come l’evento fondante della nazione. Un po’ come il battesimo di Clodoveo per i Francesi; e del resto si possono trovare delle analogie tra i due personaggi.




Il Battesimo di Vladimiro


Origine della fede cristiana nella “Rus’”: il Battesimo del Principe Vladimir

Al di là delle controversie, vale la pena dare ai nostri lettori una piccola biografia del capo barbaro slavo che, cinque secoli dopo Clodoveo, abbracciò la fede cristiana: Vladimiro il Grande, considerato tradizionalmente come il fondatore della Russia cristiana.
I libri liturgici della Russia e dell’Ucraina gli danno il titolo di «isoapostolo» - uguale agli Apostoli -, attribuito ai grandi evangelizzatori.

Per narrare le origini della fede cristiana nelle terre russe, occorre risalire a un po’ prima di Vladimiro. Si deve parlare specialmente di sua nonna, posta anche lei sugli altari: Santa Olga. Di origine variaga – cioè scandinava -, Olga ricevette il Battesimo nel 954 o nel 955, dopo la morte del suo sposo il Granduca Igor di Kiev, ucciso nel 945.
Gli studiosi discutono ancora se furono i sacerdoti bizantini o latini a ricevere la sua conversione; all’epoca vi erano già nelle terre russe dei cristiani convertiti da missionari sia variaghi (latini) sia greci (bizantini). Ed è stabilito che negli anni intorno al 940 a Kiev vi era una chiesa bizantina dedicata a Sant’Elia (senza dubbio alle dipendenze del monastero di Sant’Elia di Costantinopoli, frequentato dai Variaghi cristiani della capitale).




Santa Olga di Kiev


La principessa Olga, diventata cristiana, si sforzò di sviluppare la fede in quelle regioni, ma fu fortemente delusa dai Bizantini: ricevuta a Costantinopoli nel 957 dall’Imperatore e dal Patriarca, ella nutriva delle grandi speranze che non si realizzarono: non poté ottenere la mano di una Principessa bizantina per suo figlio Sviatoslav e non gli fu accordato un vescovo per il suo paese.
Olga allora si rivolse all’Occidente, cioè ai Latini e all’Imperatore tedesco Ottone il Grande. Con l’appoggio di quest’ultimo venne organizzata una missione con un vescovo. Ma il paganesimo rimaneva molto attivo e vi fu una forte reazione: diversi missionari venuti dalla Germania furono massacrati; la causa del Vangelo venne calpestata e il vescovo Santo Adalberto, che dirigeva la missione, dovette lasciare il paese.
Olga continuò a fare quello che poteva per favorire la vera religione, facendo costruire delle chiese, sia a Kiev sia a Pskov, a Nordest del paese; ma l’ora di una conversione più generale della Rus’ non era ancora arrivata.

Dopo la morte di Olga, nel 969, suo figlio, il Principe Sviatolav si limitò ad essere piuttosto benevolo verso la fede cristiana.
A dire il vero, questa famiglia principesca aveva dei costumi molto rudi, un po’ come Clodoveo e la dinastia merovingia.
Ciò che si può sapere della vita  di Vladimiro prima della sua conversione - Vladimiro era  del figlio più giovane di Sviatoslav - rivela una violenza scioccante, anche nei rapporti familiari, e dei costumi matrimoniali veramente incompatibili col Vangelo.
In poche parole, ecco lo svolgersi degli avvenimenti: i tre figli di Sviatoslav si erano divisi le terre del padre, ma ben presto il maggiore fece uccidere il suo secondo fratello e si impossessò delle sue terre. Il terzo figlio, il nostro Vladimiro, per non subire la stessa sorte, si installò a Novgorod, reclutò dei mercenari variaghi e riuscì ad impadronirsi di Kiev, eliminando suo fratello e divenendo così il solo Principe.
Egli doveva avere un certo senso politico, poiché gli storici riconoscono che riuscì a rafforzare e a far prosperare i suoi possedimenti.

Peraltro, ancora come Clodoveo, il barbaro Vladimir era dotato di opportunismo, che lo portava a considerare e a prendere sul serio la Chiesa cristiana e la civiltà che essa portava con sé. Vladimir ritenne indubbiamente che la Rus’ doveva abbandonare il grossolano paganesimo, se non voleva rimanere inferiore e disprezzabile agli occhi sia dei Bizantini sia dei Latini (non si dimentichi che allora Bizanzio e Roma erano ancora in comunione).

Il Racconto dei tempi passati, la più antica fonte letteraria della storia russa, racconta che Vladimir, deciso a passare al monoteismo, fece condurre un’indagine presso i Bulgari musulmani, i Kazari ebrei e i cristiani – Tedeschi latini e Greci bizantini.
Vista l’interdizione dell’alcool, i musulmani vennero subito scartati, lo stesso per gli Ebrei, privati della loro terra e del loro Tempio. Restavano in lizza Roma e Bisanzio: tra le due, fu la divina liturgia bizantina che fece pendere la bilancia. Le parole degli emissari di Vladimir sono rimaste celebri: «Non sapevano più se eravamo in Cielo o in terra!».
Gli storici attuali assicurano che questa è una bella leggenda; ma in effetti essa rende bene la meraviglia dell’anima slava in presenza della sontuosità delle lunghe cerimonie bizantine.




La Principessa Anna Porfirogenita


La realtà fu un po’ più prosaica: l’Imperatore di Costantinopoli Basilio II, minacciato da un usurpatore, cercò un alleato efficace nella persona del Principe di Kiev. Nel 987 fu concluso un trattato di assistenza fra il vecchio Impero e il giovane Principato: gli Slavi fornivano dei mercenari per sostenere Basilio II e un matrimonio avrebbe confermato l’alleanza; Vladimiro ottenne la mano della Principessa Anna Porfirogenita, sorella dell’Imperatore. Certo che questi doveva essere allo stremo per dare sua sorella in sposa a un barbaro, il che era contrario a tutte le usanze della corte bizantina e non piaceva alla stessa Principessa. Ma la condizione per questa alleanza matrimoniale era che il barbaro si facesse battezzare. Vladimiro accettò. Egli inviò il meglio delle sue truppe, i mercenari variaghi, che liberarono Basilio II dal suo rivale e ricette il Battesimo.

Secondo la tradizione più popolare, il matrimonio e il Battesimo ebbero luogo il 6 febbraio 988, a Chersoneso, nel sud della Crimea; così che per i cristiani russi Chersoneso equivale a quello che per i cattolici francesi è il fonte battesimale di Reims. Poche settimane dopo, il Principe fu imitato da una parte dei suoi guerrieri.

Questa versione dei fatti è la più diffusa, ma vi sono incertezze sui dettagli: fonti storiche abbastanza attendibili collocherebbero piuttosto il battesimo di Vladimiro a Kiev ben prima del suo matrimonio, che avvenne solo dopo una spedizione di Vladimiro in Crimea: i Bizantini tardavano ad onorare la loro promessa, Vladimiro avrebbe lanciato un’operazione militare contro Bisanzio, occupando la penisola, e solo dopo aver finalmente ricevuto la principessa Anna avrebbe restituito Chersoneso e la Crimea.

Comunque sia, è sicuro che Vladimiro si convertì alla fede cristiana. Tutte le fonti sono concordi nel dire che egli mandò via le sue numerose concubine e che si occupò con zelo a diffondere la vera fede nei suoi Stati.
Senza sorpresa, lo storico deve ammettere che il Principe mancò di discrezione e di dolcezza per ottenere la conversione del suo popolo: d’altronde, il temperamento di Vladimiro e l’epoca in cui viveva non permettevano che facesse diversamente.
In ogni caso, è alla sua epoca e sotto la sua influenza che la Russia rientrò nella sfera d’influenza del cristianesimo bizantino.
La conversione di Vladimiro pare sia stata sincera: lui che collezionava avventure e crimini passionali prima del suo Battesimo, sembra aver rinunciato a questo genere di peccati. D’altronde, egli abolì praticamente la schiavitù.
La coppia principesca fece erigere dei vescovadi e costruire delle chiese. Le cronache riportano queste buone azioni come delle riparazioni per i suoi numerosi peccati precedenti.

Infine, gli storici più recenti ritengono probabile che Kiev sia divenuta sede metropolitana anche prima della fine del X secolo, dopo poco il Battesimo di Vladimiro, alle dipendenze del Patriarcato di Costantinopoli. Così che la Russia cristiana seguirà nel corso del tempo i destini della Chiesa bizantina e non della Chiesa latina. In maniera durevole, i popoli slavi si trovarono divisi tra Russo-Ucraini di tradizione bizantina e Polacchi di rito e obbedienza latina, al pari dei Lituani e degli Ungheresi non slavi; tutta la storia dell’Europa dell’Est sarà condizionata da questa ripartizione.


Destino postumo del Principe Vladimiro

Per riassumere, si può dire che, dopo il suo Battesimo, Vladimiro si comportò da sovrano cristiano secondo le norme del tempo, ma i costumi della sua famiglia e del suo popolo rimasero rudi. Lo storico nota, senza grande stupore, che dopo la sua morte, nel 1015, i suoi figli si disputarono il potere in maniera sanguinosa: due di loro, i giovani e innocenti Boris e Gleb furono assassinati dal loro fratello maggiore, che vedeva in loro dei rivali, e saranno molto presto canonizzati per la devozione popolare e per i miracoli ottenuti con la loro intercessione.

Quanto a Vladimiro, è solo tardivamente che venne elevato agli altari; egli non compì dei miracoli, ma la sua canonizzazione avvenne solo in ragione del ruolo determinante che ebbe nella cristianizzazione della Rus’.
Ma fu solo con l’elevazione delle sue reliquie nel 1635 che lo storico individuò un vero culto ufficiale di San Vladimiro. Egli era stato sepolto nella Chiesa della Dormizione della Vergine, detta della Decima, a Kiev, primo luogo di culto da lui costruito, e dove aveva deposto le reliquie del Papa San Clemente portate da Chersoneso; le disgrazie della storia hanno portato più volte alla distruzione di questo edificio: nel XIX secolo fu edificata sul sito una pomposa chiesa neoclassica, ma i sovietici la rasero al suolo nel 1935 ed è ancora in attesa di essere ricostruita... E’ piuttosto a Chersoneso, cioè in un sobborgo dell’odierna Sebastopoli, che troviamo oggi il ricordo monumentale più visibile di San Vladimiro, con la Cattedrale eretta a suo nome nel XIX secolo: gli scavi archeologici hanno poi permesso di rinvenire rovine bizantine, tra cui quelle della basilica dove probabilmente avvenne il battesimo; su questo sito venne poi edificata una sontuosa cattedrale, il cui restauro (in seguito alla distruzione durante la Seconda Guerra Mondiale) è stato completato solo negli anni 2000.




La Cattedrale di San Vladimiro a Chersoneso


I nostri lettori potrebbero porsi una domanda: il culto di Vladimiro è ammissibile per un cattolico? La risposta può essere solo positiva: Vladimiro è morto prima della separazione ufficiale e duratura tra Bisanzio e Roma; teoricamente si ritiene che questa separazione avvenne nel 1054, anche se, almeno nei paesi slavi, questo scisma non ebbe il minimo riconoscimento né conseguenze  per almeno due secoli. D’altronde, la canonizzazione di Vladimiro è avvenuta secondo il principio antico che considera la voce del popolo come voce di Dio (anche in Occidente fu così durante tutto il primo millennio). Ed è regola nella Chiesa l’accettare almeno tacitamente il culto stabilito dei Santi locali, allorché una comunità ecclesiale si converte o rafforza i suoi legami con la Madre Chiesa di Roma. E’ stato questo il caso dell’Ucraina bizantina, la cui maggioranza dei vescovi fecero professione di fede cattolica con l’Unione di Brest-Litovsk nel 1596. Di conseguenza, i libri liturgici concessi ufficialmente dalle autorità romane agli Ucraini e ai Russi cattolici di rito bizantino, hanno sempre fissato la data del 15 luglio per la festa del Fondatore della Cristianità nelle terre russe.

San Vladimiro il Grande è specialmente venerato dagli Ucraini, che l’onorano come il fondatore della loro Patria. Tra l’altro, egli è il Santo Patrono della Cattedrale greco-cattolica ucraina a Parigi (rue des Saints-Pères), e dell’Eparchia (equivalente alla diocesi) dei cattolici ucraini di rito bizantino in Francia.



San Vladimiro e Santa Olga






novembre  2022
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