Il miracolo è possibile?


di Don Curzio Nitoglia





 


San Benno recupera le chiavi del Duomo di Meissen nelle viscere di un pesce



Introduzione

Il miracolo, in senso largo, etimologicamente deriva dal verbo latino “mirari, admiratio” ossia è un fatto che suscita ammirazione, stupore insomma, è qualcosa di tangibile che si fa notare.

Questo stupore o meraviglia è prodotto 1°) dal fatto che costatiamo, con i nostri sensi, un effetto contrario a quello che dovrebbe invece essere prodotto e che, inoltre, sorpassa le capacità delle forze naturali. Per esempio, un sasso lasciato nel vuoto che non cade a terra; 2°) dall’ignoranza della causa che l’ha prodotto. 

Invece, in senso stretto, da un punto di vista teologico secondo la Chiesa cattolica, il miracolo 1°) ha come causa totale solo Dio; 2°) è un fatto non spiegabile con una causa creata; 3°) è un fatto (o un mezzo) di cui Dio si serve per dimostrare (fine) che una certa Rivelazione (per esempio il Nuovo Testamento) è divina; 4°) infine il miracolo deve essere un segno sensibile o costatabile concretamente e facilmente da tutti, scienziati e semplici.

Insomma, il miracolo è una derogazione alle leggi naturali stabilite da Dio autore e creatore della natura. Perciò, affinché ci sia un vero miracolo, dobbiamo trovarci di fronte a un fatto sensibile, costatabile dai sensi umani, straordinario ossia aldilà delle leggi fisiche o naturali e che ha come autore solo Dio creatore del mondo.

Per esempio, un cadavere tende naturalmente e decomporsi. Ora solo Dio può sospendere - senza distruggere - questa legge fisica della morte con la conseguente corruzione del corpo (di cui solo Lui è l’autore) e ridare la vita al cadavere, come Gesù ha fatto con Lazzaro o il Verbo divino con la natura umana di Cristo.

Il miracolo è possibile?

I deterministi sostengono che le leggi naturali sono inviolabili, invece esse, come tutte le creature di Dio, possono essere applicate o no da Lui. Inoltre, esistono fenomeni inspiegabili naturalmente, perciò dobbiamo ammettere un intervento di un ente che si trova al disopra della natura creata e che chiamiamo Dio.

Obiezioni e risposte

L’obiezione principale contro il miracolo

Poiché non conosciamo ancora tutte le possibilità della natura, non sappiamo tuttora se un fatto sia un miracolo o un accadimento puramente materiale ma non ancora spiegabile razionalmente.

Risposta

A quest’obiezione si risponde facilmente che se è vero che non sappiamo ciò che la natura possa fare, tuttavia sappiamo tutto ciò che la natura non può certamente fare. Molti fatti straordinari non potranno mai essere spiegati con le sole forze della natura.

Sant’Agostino (Sermo CCCV) scrive: “Sappiamo che da un chicco di grano non nasce una fava, né una fava da un chicco di grano; né un animale da un uomo, né un uomo da un animale”.
Così pure, una voce umana, da sola, non sarà mai capace di sedare all’istante una terribile tempesta marina, né risuscitare un morto da quattro giorni che è già corrotto e inizia a male odorare e neppure a moltiplicare i pani o a cambiare l’acqua in vino.

La filosofia, dal canto suo, spiega ancor meglio che la creazione dal nulla e l’annichilazione sono operabili soltanto da Dio, poiché solo il Creatore dell’essere ha il potere di suscitare l’essere dal nulla o di ridurlo al nulla. Perciò, abbiamo una certezza assoluta o metafisica che una resurrezione di un morto è un miracolo, come pure la “neo/creazione” di un arto amputato o di un organo che non c’era più o la scomparsa subitanea di un male che esisteva nel corpo umano e che cessa di esistere da un momento all’altro. 


Le guarigioni veramente miracolose

Per avere una certezza morale di trovarsi davanti a una vera guarigione (che venga da Dio e non dal demonio) occorre accertarsi delle seguenti circostanze fisiche e morali: 1°) la malattia dev’essere stata costatata con certezza che è organica e inguaribile; 2°) le medicine sono state inefficaci e non vi sono altri rimedi medicamentosi per debellarla; 3°) la guarigione deve essere subitanea e anche perfetta; 4°) nessun miglioramento notevole deve aver preceduto la guarigione.

Se il fatto corrisponde a queste cinque regole, allora si può ritenere di aver la certezza morale di essere in presenza d’un miracolo ma, se ne manca anche una sola, non si ha questa certezza.

Inoltre, ci sono anche sette circostanze morali che ci danno la certezza morale di stare davanti a un evento miracoloso:

1°) chi l’ha fatto? Dev’essere una persona onesta e non un imbroglione o uno stregone;

2°) cosa è stato fatto? Se, è qualcosa di ridicolo (per esempio, un Bambin Gesù che fa uscire petali di rosa dal suo ombelico, come succedeva circa trent’anni fa in Lombardia) non si tratta di miracolo ma d’imbroglio umano o d’intervento demoniaco;

3°) dove è stato fatto? Se, è stato fatto in luoghi equivoci tra persone ambigue, non è segno di miracolosità dell’evento;

4°) con quali mezzi? Se, è stato fatto con l’invocazione del nome di Dio o dei santi si può trattare di miracolo, altrimenti  no se s’invoca satana o il “pachamama”;

5°) per quale scopo è stato fatto? Se, il fine, in ultima analisi, è la gloria di Dio e la salvezza delle anime, v’è la certezza morale del miracolo avvenuto;

6°) come è stato fatto? Se, nel modo di operare il fatto (reputato miracoloso), c’è qualcosa di ridicolo, vano, sconveniente, buffo (le contorsioni dei cosiddetti “carismatici”) o disonesto (i riti orgiastico/allucinatori e psichedelici), allora non si tratta di miracolo;

7°) quando? Se non c’è necessità morale, spirituale o materiale buona ma se è stato fatto solo per mettersi in mostra, allora non si tratta di miracolo.

Insomma, se manca anche uno solo di questi sette elementi, non si può parlare di miracolo poiché l’evento non può venire da Dio che non agisce in maniera sconsiderata. 


Conclusione

Il miracolo prova la divinità della Chiesa di Cristo

Certamente la Chiesa di Cristo è un mistero soprannaturale che viene da Dio e conduce in Cielo (Ef., V, 32), ma non esclude che sia anche visibile nei suoi componenti (capi e sudditi) e nei suoi mezzi (magistero, impero e santificazione); infatti, gli uomini non sono angeli, ma sono composti di anima e di corpo. Quindi, la Chiesa di Cristo è visibile e non puramente spirituale. Il Verbo si è incarnato, la Chiesa è incarnata.

Il ruolo dei miracoli è quello di confermare - come approvato da Dio - l’elemento umano della Chiesa in quanto trasmette il Deposito rivelato (Fede e Morale) e amministra i Sacramenti, malgrado quelli che possono essere i limiti legati alla fragilità della natura umana.

La Chiesa è un gregge che dev’essere corroborato con la forza divina che viene dai numerosi miracoli che avvengono in tutte le epoche della storia ecclesiastica.

La Chiesa, dopo aver insegnato il Credo e i Comandamenti, dispensa la vita spirituale e soprannaturale, ottenutaci dal Sacrificio di Cristo, tramite il potere di santificare, che Gesù ha consegnato (assieme al governo e al magistero) agli Apostoli sotto la guida di Pietro. Infatti, senza vita soprannaturale, il magistero e il governo non avrebbero ragion d’essere poiché il fine della Chiesa è la salvezza delle anime. Quindi, se la Chiesa insegna una verità e governa le anime è per condurle in Paradiso mediante la grazia o vita soprannaturale, che è inizio della gloria del Cielo. I miracoli, perciò, non sono qualcosa di puramente accidentale nella vita della Chiesa, poiché sono volti a corroborare la debolezza dell’elemento umano cui Gesù ha affidato il potere di insegnare, governare e santificare.

Se la Chiesa è stata istituita per portare la Redenzione a tutti gli uomini di tutti i tempi sino alla fine del mondo, non può che essere visibile, con una gerarchia visibile (Pastori), con un popolo di fedeli visibili (agnelli e pecorelle), con dei Sacramenti visibili, con una Fede e una Morale, visibili e conoscibili da tutti, e, infine, illustrata da miracoli strepitosi, iniziatisi già durante la vita di Gesù, malgrado le deficienze dell’elemento umano della Chiesa: Pastori e fedeli.

Ora, è soltanto l’aspetto visibile e umano della Chiesa che può essere offuscato pro tempore, ma non distrutto completamente dal male e dall’errore. Il miracolo ha anche la funzione di riparare quest’offuscamento, dando lustro alla Chiesa nel suo elemento umano che non sempre brilla come tutto ciò che è umano, creato, limitato e finito.

Purtroppo, talvolta, la mondanità, il vizio e anche la mancanza di chiarezza dottrinale nel non reprimere fermamente un errore, nel tollerarne qualcun altro o anche l’eccezionale possibilità di errori positivi nel magistero non infallibile (1) possono attaccare i membri della Chiesa discente e docente.

Tuttavia la sostanza della Chiesa e il suo elemento divino (l’origine, il fine e i mezzi) non potranno mai essere corrotti totalmente dall’errore e dal male, l’essenza divina della Chiesa resta intatta, essa non può fallire nella sua missione di salvare le anime che credono, sperano e amano e i miracoli l’accompagneranno lungo tutto il corso dei secoli per mostrarci la sua origine divina malgrado le sue manchevolezze umane. Inoltre, essi rafforzano la speranza dei fedeli di poter giungere al loro fine celestiale ossia nel porto del Paradiso, nonostante le burrasche che scuoteranno in tutte le ere la barca di Pietro, aiutati dai mezzi soprannaturali che Gesù ha dato alla sua Sposa (il Credo, i Comandamenti e i Sacramenti) .


NOTA

1 -  Cfr. ARNALDO XAVIER VIDIGAL DA SILVEIRA, Qual è l’autorità dottrinale dei documenti pontifici e conciliari?, “Cristianità”, n. 9, 1975; ID., È lecita la resistenza a decisioni dell’Autorità ecclesiastica?, “Cristianità”, n. 10, 1975; ID., Può esservi l’errore nei documenti del Magistero ecclesiastico?, “Cristianità”, n. 13, 1975.








novembre 2022
AL SOMMARIO ARTICOLI DIVERSI