Uno scisma strisciante in atto da tempo


di Danilo Castellano


Pubblicato dal periodico Instaurare omnia in Christo
Anno LI n° 3- settembre dicembre 2022





Fa discutere dentro e fuori la chiesa il cosiddetto «caso tedesco».
La Chiesa tedesca – quella cattolica – da anni porta avanti, infatti, istanze contro le verità custodite e tramandate dalla Chiesa cattolica. Soprattutto nel campo morale. Essa rivendica, per esempio, la legittimità morale delle unioni omosessuali, delle convivenze definite civili, l’apertura totale sui temi della sessualità, vale a dire un approccio a queste questioni meno normativo, in verità sostanzialmente senza norme (omosessualità, masturbazione, etc., per esempio, sono considerate «positivamente»).

Anche su altri temi, per esempio, quelli liturgici e quelli biblici viene chiesto un «aggiornamento»: sacerdozio femminile, «revisione» delle fonti e della validità del Vangelo, e via dicendo. Si è imposta una rinnovata discussione relativamente all’obbligo del celibato dei sacerdoti (1): viene contestato innanzi tutto il celibato per essere ammessi al sacerdozio ma viene simultaneamente chiesto il riconoscimento/autorizzazione al matrimonio anche per chi ha ricevuto il sacramento dell’Ordine.
Il cardinale Marx di Monaco di Baviera, già Presidente della Conferenza episcopale tedesca, ha rivendicato con forza questa possibilità, affermando che «alcuni preti starebbero meglio se fossero sposati. Non solo per motivi sessuali, ma anche perché sarebbe meglio per le loro vite e non sarebbero soli».
Trattasi – come si vede – di dichiarazione «riduttiva» anche per quel che attiene alla natura e al fine del matrimonio (2).

La Chiesa cattolica tedesca, inoltre, - non da oggi – sul piano dell’etica politica è «liberale», sia nella sua componente «progressista» («liberal») sia nella sua componente «conservatrice» - sostiene la validità delle dottrine liberali (a cominciare – lo fece anche Ratzinger – dal pensiero politico di Locke) e considera «positive» anche all’interno – forse soprattutto all’interno – della Chiesa le prassi imposte della democrazia moderna. Il che comporta che la legittimità della Legge (compresi i Dieci Comandamenti) stia nel consenso, non nell’ordine che la trascende e la legittima. E’ la posizione di Lutero che, com’è noto, sostiene che nessuno può imporre norme ad alcuno se difetta il suo personale consenso (3).

 
L’accoglimento della gnosi

E’ questa la coerente applicazione della gnosi (4), intesa non come conoscenza delle «cose» (San Paolo) né come via ritenuta idonea alla salvezza individuale attraverso l’illuminazione e l’emancipazione (Obbedienze massoniche), ma come teoria che postula, in ultima analisi, la mancanza di significato della creazione e in primis dell’esistenza umana. Il mondo, insomma, sarebbe un male.
Al di là delle sue innumerevoli Scuole e correnti, la gnosi porta, dunque, allo scetticismo.
Il mondo – come sosteneva, per esempio, Ockham, il quale non a caso dopo la scomunica seguì l’Imperatore a Monaco di Baviera – non è conoscibile, l’unica conoscenza possibile è quella dell’individuo, cioè le sue rappresentazioni le quali, a loro volta, non sono rappresentazioni della realtà ma «creazione» immaginaria della stessa. Non solo. La ricerca della verità, a cominciare da quella della Fede, è inutile: non esiste (e, se esiste, non è conoscibile in sé e per sé) la sostanza delle «cose»; i concetti diventano «nomi» e, quindi, «convenzioni» verbali che l’individuo associa agli «oggetti» (il che rappresenta già una contraddizione: l’oggetto, infatti, presuppone una «cosa» che non sia prodotto dell’immaginazione o della memoria di chi parla).

Le conseguenze sono rilevanti non solamente sul piano teoretico ma anche sotto il profilo etico: le «regole» morali diventano convenzioni, regole al massimo «condivise», meri accordi teorici o pratici. Esse sono o imposizioni o opzioni (tertium non datur): imposizione da parte delle istituzioni (Chiesa, Stato e, più in generale, potere definito politico) o opzioni individuali, frutto di una spontanea vitalistica non illuminata e guidata dalla ragione. Tutto è contingente, immediato, soggettivo. Nessuno è legittimato, pertanto, a imporre regole agli altri.
Lutero – lo abbiamo già ricordato – che seguiva la dottrina di Ockham, era chiarissimo a questo proposito.


Conseguenze

La gnosi non è una novità del tempo presente. Nel corso della storia essa ha incontrato consenso e pratica. Talvolta si è ritenuto – erroneamente – che essa fosse addirittura favorita dal Cristianesimo, poiché gli gnostici di ogni tendenza, usando talvolta un linguaggio apparentemente simile a quello della Rivelazione cristiana, hanno ritenuto (e ritengono) che la conoscenza dei divini misteri venisse (e venga) rivelata, non come verità e nemmeno da un maestro, ma in modo misterioso, esoterico e sotto forma di mito agli iniziati che sono pronti a rivelarla e a trasmetterla.
Nel campo dell’etica essa induce a considerare che lo gnostico è superiore a, (e quindi sciolto da) ogni regola; esso è liberato, così, dalla legge.

La gnosi moderna, poi, anche quand’essa si proclama «spirituale» ha accolto le istanze più profonde della secolarizzazione (che molti cattolici considerano, assurdamente, positiva in quanto – dicono – renderebbe «adulti» i cristiani).

La gnosi moderna, inoltre, ritiene che non esista alcun ordine antico. L’ordine sarebbe sempre e solamente «convenzionale».
Nel campo etico l’ordine viene (erroneamente) identificato con il costume sociologicamente «letto»; nel campo giuridico con il giuspositivismo; nel campo politico con l’effetività del potere: potere e potestas sarebbero la medesima cosa.


Cause remote del «caso tedesco»

La cultura della Germania contemporanea attinge le sue radici nell’humus gnostico. Lutero, in fondo, era uno gnostico anche se interiormente combattuto. La gnosi di Ockham l’aveva intellettualmente ipotecato. Il «suo» particolare agnosticismo aveva favorito la concezione in ultima analisi negativa della creazione. Le circostanze sociali e politiche del suo tempo l’avevano indotto, sia pure fra ripensamenti e contraddizioni, ad accogliere quella che oggi viene definita «ragion di Stato», sulla base della quale operò.
La gnosi (almeno una gnosi implicita) venne diffusa in Germania dalla religione protestante. Perciò essa trovò ragione oltre le ragioni. Il fideismo religioso, quindi, la consolidò e la conservò. Non c’è argomento che valga di fronte a un’opzione «religiosa» che soggettivamente si considera valida e buona.

La Chiesa tedesca (come molte altre Chiese particolari) è stata, inoltre, a lungo e costantemente condizionata dal contesto nel quale essa si è trovata ad operare. Non solo ha dovuto considerare (talvolta subordinandovisi) la Weltanschauung protestante, ma è stata influenzata anche da movimenti e scuole di pensiero da essa lontane ma efficacemente operanti. Si pensi, per fare solo un esempio,  agli «Illuminati di Baviera», costituitisi in Loggia alla fine del secolo XVIII e portatori di una visione del mondo, soprattutto etica e politica, che ha lasciato in eredità principalmente due convinzioni: la prima è rappresentata dalla ricerca della perfezione spirituale dell’uomo secondo una pratica religiosa esclusivamente «naturale»; la seconda dalla dottrina politica tesa alla rivendicazione di diritti «naturali» dell’uomo, anche se non legati all’ordine della sua natura. Da qui la condivisione, fra l’altro, del liberalismo (o del social-liberalismo) e la stima, per esempio, per Locke che la Chiesa tedesca anche attualmente manifesta.


Il fascino delle mode acriticamente accolte

La gnosi in Germania è stata rinvigorita dalla «sistemazione» datale da parte della cultura filosofica. L’idealismo tedesco, infatti, ha offerto un’(apparente) argomentazione al nominalismo di Ockham e di Lutero. Hegel è stato il san Tommaso d’Aquino del luteranesimo (5).
Prescindendo comunque da Hegel, si può dire che per l’idealismo (tedesco) il pensiero non nasce dall’essere (e, quindi, non lo presuppone). Il pensiero, al contrario, pretende di costituirlo. L’effettività sociologica è scambiata con la realtà ontica. Essa – l’effettività -  è ritenuta epifania  del divenire scambiato generalmente con l’essere che, per l’idealismo, mai è sostanza. Tutto diventa sociologia, una sociologia storicistica nel senso che essa è in continua evoluzione. Il principio di effettività porta a ritenere che ciò che è accaduto e accade è manifestazione dello Spirito. La storia diventa manifestazione di Dio.
Se in un particolare momento storico e in una particolare società viene praticato, per esempio, l’incesto (6), significa che esso, in quanto effettivo, è reale e se è reale è regola della morale e dei diritti (7).
Se, ancora per esempio, vengono praticate in maniera diffusa le «convivenze civili», vuol dire che esse debbono essere «riconosciute» dall’ordinamento giuridico come civili e come fonte di diritti. Il che vale anche per l’etica.
La Chiesa – si dice – di fronte a queste «realtà» è chiamata, a sua volta, ad accogliere come morale tutto ciò che è effettuale. Quello che va sottolineato con riferimento al «caso tedesco» è innanzi tutto questa Weltanschauung accolta acriticamente come «regola pastorale» da parte della Chiesa tedesca.


Applicazioni

Questa metodologia porta la Chiesa ad accogliere indiscriminatamente quanto accade nella storia. La porta ad adeguarsi ai tempi. La spinge, in altre parole, a praticare il «clericalismo», inteso come costante ricerca di accordo con il presunto senso di marcia della storia.
Papa Francesco ha recentemente (6 febbraio 2022) affermato che il «clericalismo» è la perversione della Chiesa. Non è dato sapere se papa Francesco usi il termine «clericalismo» nel senso usato, per esempio, dal filosofo Augusto Del Noce (8). Quello che è certo è che il «clericalismo» rappresenta una resa incondizionata al mondo; è il rifiuto dell’insegnamento di San Paolo che raccomandò ai Tessalonicesi di esaminare tutto ma di ritenere solamente ciò che è buono (9). San Paolo, in altre parole, suggerisce di essere «aperti», di valutate attentamente tutto ma di non «accogliere» tutto: si deve ritenere, infatti, - insistiamo – solamente ciò che è buono.
Se la Chiesa, rifiutando l’insegnamento paolino, accogliesse tutto ciò che è effettivo, rinuncerebbe alla pastorale. Si farebbe pecora. Essa tradirebbe, in parte o in toto, la propria missione.

Il «caso tedesco» evidenzia una svolta che propriamente è una rinuncia.

Non solo. Accogliendo tutto, la Chiesa dimenticherebbe che Gesù, costatando il turbamento degli Apostoli di fronte alle sue parole, chiese loro se avessero voluto andarsene anche loro (10) (come avevano fatto i discepoli che lo avevano seguito).
Ci sono verità che per nessuna ragione possono essere messe fra parentesi, «congelate» in attesa di tempi migliori; tanto meno negate, di diritto o di fatto.
La Chiesa tedesca – e non solamente la Chiesa tedesca – deve considerare attentamente e con docilità l’interrogativo che Gesù pose agli Apostoli.


Conclusione

Il «caso tedesco» attesta lo sbandamento grave che sta attraversando attualmente anche la Chiesa. Le cose vengono sempre più da lontano. Già prima del Concilio Vaticano II serpeggiavano tesi e si manifestavano orientamenti che andavano corretti. Si diceva alla fine degli anni ‘50 del Novecento che il vento del Nord non riusciva a valicare le Alpi e a diffondere le «novità» che a molti sembravano buone. Il vento del Nord è riuscito, invece, a valicare le Alpi. Ha diffuso le novità, di contenuto e di merito, ampiamente nella Chiesa cattolica.  Non solo. Le dottrine morali diffuse dalle editrici cattoliche hanno lentamente preparato la sovversione etica. L’appoggio, poi, offerto dalla gerarchia cattolica a partiti sostenitori di teorie politiche in ultima analisi protestanti ha contribuito alla diffusione di orientamenti irrazionali e anticattolici.

Il problema, perciò, è attuale. Riguarda molte Chiese particolari e investe anche questioni legate alla comunità politica. E’ necessario ed urgente, quindi, affrontare con chiarezza, impegno e determinazione le questioni poste dal «caso tedesco».


NOTE

1 - Sulla vexata quaestio del celibato sacerdotale e del sacerdozio alle donne si rinvia al saggio di mons. Ignacio Barreiro, pubblicato su Instaurare (n° 2 2012), nonché alla nota redazionale di Instaurare pubblicata nel n° 1-2 2020. Si veda però soprattutto J. Ratzinger (Benedetto XVI) – R. Sarah, Dal profondo del nostro cuore, Siena, Cantagalli, 2020.
2 – Per la giustificazione dell’affermazione si rinvia a D. Castellano – D. Mattiussi, Matrimonio, famiglia, sinodo sulla famiglia, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2019, particolarmente pp. 21-42.
3 – Lutero, infatti, afferma che ai cristiani e, più in generale, agli uomini «non si possono imporre in nessun modo delle leggi, sia dagli uomini sia dagli angeli, se non quando essi le accettino liberamente» (Cfr. M. Lutero, La cattività babilonese nella Chiesa, ora in Scritti politici, a cura di Giuseppina Panzeri Sajia, Torino, Utet, 1949, p. 292).
4 – Alla gnosi ha dedicato lunga e costante attenzione Ennio Innocenti. Egli si è impegnato a illustrare  genesi e sviluppo di questa dottrina. Lo ha fatto a livello divulgativo, mostrando soprattutto i suoi effetti pratici (Cfr. E. Innocenti, La gnosi spuria, Roma, Sacra Fraternitas Aurigarum in Urbe, 1992); ID., La gnosi spuria. Dalle origini al Cinquecento, Roma, Sacra Fraternitas Aurigarum in Urbe, 1993; ID., La gnosi spuria. La gnosi europea del Cinquecento, Roma, Sacra Fraternitas Aurigarum in Urbe, 1999; ID., La gnosi spuria. Seicento e Settecento, Roma, Sacra Fraternitas Aurigarum in Urbe, 2007; ID., La gnosi spuria. L’Ottocento, Roma, Sacra Fraternitas Aurigarum in Urbe, 2009.
5 – Si veda D. Castellano, Il canto del gallo della modernità, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane,2016, pp. 33 ss.
6 – Non è un caso che la Repubblica federale tedesca, sia pure su altre basi, ha legalizzato nel 2014 l’incesto sia pure a due condizioni: in presenza della maggiore età e sulla base della volontarietà.
7 – Hegel va oltre. Egli, infatti, sostiene che ciò che è razionale è reale e ciò che è reale è razionale (per il pensatore tedesco reale significa effettivo) (Cfr. G. W. F. Hegel, Lineamenti di filosofia del diritto, Prefazione). Per Hegel compito della filosofia è intendere ciò che è, ciò che è effettivo. Egli scambia, così, la filosofia con la sociologia, la quale – correttamente - si limita alla descrizione, non essendo chiamata alla comprensione della realtà ontica delle «cose».
8 – Per la definizione delnociana di «clericalismo» si cfr. U. Spirito – A. Del Noce, Tramonto o eclissi dei valori tradizionali?, Milano, Rusconi, 1971, p. 201.
9 – San Paolo, Ai Tessalonicesi, 5, 21.
10Gv. 6, 67.







dicembre 2022

AL SOMMARIO ARTICOLI DIVERSI