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Crisi attuale (sulla crisi nella Fraternità San Pio X) di Arsenius Pubblicato
il 4 febbraio 2013 sul sito del
Monastero della Santa Croce di Nova Friburgo, Brasile Ripreso dal sito francese Avec l'Immaculée 1 - Tradimento dottrinale
Posto che 1) a) che Mons. Lefebvre dichiarò che il pericolo più grande per i tradizionalisti era quello di mettersi nelle mani della Roma modernista, b) che Mons. Fellay ha detto di recente che coloro che vogliono il bene della Chiesa, vogliono anche che la Fraternità San Pio X sia ufficialmente riconosciuta dalla Roma modernista (cosa che equivale a mettersi nelle loro mani); 2) a) Che Mons. Lefebvre dichiarò che Roma ci prepara una trappola, offrendoci tutti i vantaggi che potremmo desiderare per regolarizzare la nostra posizione, b) Che Mons. Fellay ha dichiarato che pensare questo oggi non è realista e corrisponde ad una mancanza di spirito soprannaturale; 3) a) Che Mons. Lefebvre disse di Benedetto XVI, quand’era ancora cardinale, che egli cercava di scristianizzare il mondo, b) Che Mons. Fellay ha dichiarato che il Papa Benedetto XVI prende molto sul serio la situazione e la vita della Chiesa; 4) a) Che Mons. Lefebvre disse che non poteva intendersi col Papa Benedetto XVI (quand’era ancora cardinale), b) Che Mons. Fellay si è inteso molto bene con Benedetto XVI; 5) a) Che Mons. Lefebvre disse che non dobbiamo porci sotto l’autorità di coloro che non professano l’integrità della fede, b) Che Mons. Fellay ha detto che il non volersi porre sotto l’autorità di Benedetto XVI (che non professa l’integrità della fede), significa avere lo spirito scismatico e sedevacantista; 6) a) Che Mons. Lefebvre disse che vi è una cospirazione della massoneria contro la santa Chiesa, che è stata infiltrata dalle sette ai più alti livelli della gerarchia nella stessa Roma, b) Che Mons. Fellay non crede o non prende sufficientemente sul serio queste congiure, dicendo che si tratta di una visione troppo umana, troppo fatalista della Chiesa, che esagera i pericoli, le difficoltà e i complotti; 7) a) Che Mons. Lefebvre espresse pubblicamente il suo rigetto dell’incontro ecumenico di Assisi, come un peccato grave del Papa contro il primo comandamento di Dio, b) Che Mons. Fellay non ha fatto lo stesso quando il Papa attuale ha ripetuto questo peccato ad “Assisi III” (1); 8) a) Che Mons. Lefebvre dichiarò che la libertà religiosa promossa dal concilio Vaticano II era il colmo della malvagità ed equivaleva al principio della laicità dello Stato, che significa ateismo di Stato e che non tiene conto della differenza fra la verità e l’errore, b) Che Mons. Fellay ha detto che il Vaticano II presenta una libertà religiosa molto, molto limitata; 9) a) Che Mons. Lefebvre dichiarò che i documenti del Vaticano II erano una totale perversione dello spirito e che questo Concilio è stato la più grande catastrofe di tutti i tempi dalla fondazione della Chiesa, b) Che Mons. Fellay ha detto che nella Fraternità si esagerano le eresie del Vaticano II; 10) a) Che Mons. Lefebvre, tenuto conto della sua esperienza e dei suoi contatti con i membri del Vaticano, nel 1988 prese una posizione più intransigente riguardo ad un eventuale riconoscimento canonico della Fraternità, b) Che Mons. Fellay, citando Mons. Lefebvre, ha passato sotto silenzio quest’ultima sua posizione, così da lasciare intendere che il pensiero di Mons. Lefebvre fosse stato sempre conforme alle sue dichiarazioni anteriori al 1988. Riteniamo Che questo modo di parlare e di agire di Mons. Fellay è un tradimento dell’eredità dottrinale di Mons. Lefebvre, riguardo all’attitudine da adottare riguardo alla crisi attuale nella santa Chiesa, ed un rifiuto di riconoscere, accettare ed assimilare l’esperienza di Mons. Lefebvre nei suoi contatti con Roma. Tuttavia Certuni diranno che Mons. Fellay ha fatto marcia indietro, dicendo che era stato ingannato. Rispondiamo Mons. Fellay non ha detto molto chiaramente di aver avuto torto e la sua attitudine nei confronti di coloro che né si sono ingannati né hanno ingannato, fa pensare che egli mantenga essenzialmente le stesse posizioni di prima. 2 - Uno spirito che non è di Dio
Posto che 1) Si è potuto segnalare più di una volta (come abbiamo detto in risposta alla obiezione dell’argomento precedente) che Mons. Fellay ha parlato ed agito in contraddizione col conseguimento dei suoi fini; 2) Che questo modo doppio di comportarsi fa perdere ogni credibilità a quelli che lo adottano; Riteniamo 1) Che lo spirito che anima Mons. Fellay non è lo spirito di Dio, per quanto noi possiamo e dobbiamo giudicare prima di riporre la nostra fiducia e la nostra salvezza (in un certo senso) nelle mani di qualcuno; 2) Che egli sia indegno di quella fiducia che dovremmo normalmente avere in lui, in quanto più alta autorità in seno alla Tradizione. 3 – Il colpo da maestro di Satana
Posto che a) Mons. Lefebvre dichiarò che il colpo da maestro di Santana è stato quello di gettare tutti i cattolici nella disobbedienza (alla Chiesa, alla Tradizione e in definitiva a Nostro Signore) per obbedienza (ai papi conciliari) b) Che Mons. Fellay, per obbedienza verso se stesso, porta tutti coloro che sono legati per obbedienza alla FSSPX a disobbedire a Mons. Lefebvre (e in fin dei conti alla Santa Chiesa, alla Tradizione e a Nostro Signore). Riteniamo Che si debba resistere (2) e si debbano denunciare pubblicamente le sue deviazioni dottrinali, affinché la gente non continui a sbagliarsi e a seguire la falsa via per la quale egli conduce la Fraternità, e cioè: la via della simpatia verso il Papa attuale, della diminuzione dell’avversione nei confronti del Vaticano II, del desiderio di riunirsi alla “Chiesa conciliare” identificandola con la Chiesa cattolica, della diminuzione della battaglia contro i progressisti. 4 – La ribellione, no. La giusta
resistenza, sì
Posto che 1) i membri della Fraternità che si oppongono pubblicamente al nuovo orientamento e alle nuove dottrine di Mons. Fellay, a motivo di ciò sono esclusi dalla Fraternità; 2) la causa di detta espulsione è ingiusta, perché è dovuta alla giusta attitudine di questi membri; 3) essendo ingiusta, questa espulsione è invalida; 4) essendo invalida, essi rimangono, di diritto, davanti a Dio, veri membri della Fraternità San Pio X. Riteniamo Che questi membri della Fraternità non devono essere considerati come dei ribelli, ma come dei figli fedeli di Mons. Lefebvre, il quale, davanti ai papi conciliari aveva la stessa attitudine che oggi essi hanno nei confronti di Mons. Fellay. 5
– L’attuale gravissima situazione della Santa Chiesa
Posto che 1) in questi ultimi tempi, con i colloqui dottrinali, si è potuta constatare l’incompatibilità della dottrina della Chiesa con la dottrina degli attuali detentori del potere a Roma; 2) Benedetto XVI ha rinnovato nel 2011 l’incontro ecumenico di Assisi; 3) Benedetto XVI ha beatificato Giovanni Paolo II; 4) Benedetto XVI ha dichiarato nel 2012 che ogni rinnovamento della Chiesa dev’essere fondato sull’approfondimento dei documenti del Vaticano II; 5) Benedetto XVI ha firmato il decreto sulle “virtù eroiche” di Paolo VI; 6) Il Principato del Liechtenstein, fino al 2012, era sul punto di smettere di essere uno Stato ufficialmente cattolico, sotto la pressione della dottrina del Concilio sulla libertà religiosa; 7) I due elementi che hanno fatto capire a Mons. Lefebvre che egli doveva consacrare dei vescovi senza il permesso del Papa, furono l’incontro ecumenico di Assisi e la riaffermazione da parte di Roma, degli errori del Vaticano II sulla libertà religiosa. Riteniamo Che l’attuale situazione della Chiesa sia gravissima, simile o peggiore di quella del 1988, contrariamente a quanto dice Mons. Fellay. 6
– Un rimedio energico per un male gravissimo
Posto che 1) coloro che rimangono nella Fraternità si trovano nell’urgente necessità di scegliere tra il mantenere il silenzio o l’essere espulsi per essersi opposti alla direzione attuale impressa da Mons. Fellay; 2) l’opera di Mons. Lefebvre non deve sparire a causa di questo nuovo orientamento; 3) Mons. Williamson, da solo, non è in condizione di rispondere a tutti gli appelli lanciati dai sacerdoti e dai fedeli nel mondo intero, per l’amministrazione dei sacramenti e la trasmissione della sana dottrina, com’egli l’ha ricevuta da Mons. Lefebvre; 4) Le stesse ragioni che hanno condotto Mons. Lefebvre ad effettuare le consacrazioni del 1988, sussistono ancora oggi, e quindi si giustificano nuove consacrazioni episcopali senza il permesso del Papa in seno alla Tradizione. Riteniamo Che sia enormemente conveniente che Mons. Williamson proceda a queste consacrazioni al momento opportuno, per il bene della Chiesa, in attesa di giorni migliori, quando le cose si normalizzeranno. Spetta a lui decidere quando sarà il momento più opportuno per farle. NOTE 1) Ricordiamo che queste riunioni si sono susseguite regolarmente, praticamente ogni anno dal 1986, in diversi luoghi e con la partecipazione di membri della Chiesa conciliare. (2) Piccola nota aggiunta da Avec l’Immaculée, con l’accordo di Dom Thomas e di Arsenius: egli vuol dire soprattutto che parlare pubblicamente contro la politica di Menzingen è cosa del tutto lecita. Ma egli non ha pensato a questo come ad un obbligo per ogni persona in particolare. Secondo Avec l’Immaculée, egli si riferisce innanzi tutto ai sacerdoti della Fraternità che non hanno impegni familiari e che devono mostrare per primi l’esempio ai fedeli, i quali possono farlo nella misura in cui la cosa non mette in pericolo la loro famiglia sul piano finanziario, psicologico o spirituale. Arsenius
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marzo 2013 |