Dio è nato: esulta e ama!

di Elia


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Caritas Dei diffusa est in cordibus nostris
per Spiritum Sanctum, qui datus est nobis
(Rm 5, 5).

Non c’è dubbio che, al nostro tempo, l’uomo abbia toccato un culmine non ancora raggiunto nella satanica ribellione al Creatore. Molti sono tentati di puntare il dito contro i promotori del sedicente nuovo ordine mondiale, dei quali vengono diffuse con enfasi deliranti affermazioni circa la morte di Dio e la falsità della fede in Gesù Cristo. Non si può fare altro che compatire l’assurdità di queste dichiarazioni del tutto prive di senso: come potrebbe morire l’Essere stesso sussistente, in virtù del quale anch’essi esistono, o risultare infondata una dottrina che due millenni di critiche e attacchi non hanno potuto neppure scalfire?
Gli allucinati ideologi del forum economico mondiale giungono addirittura a sostenere di aver ottenuto poteri “divini”, dimostrando così di non conoscere affatto il significato delle parole: quel termine si riferisce infatti a un altro ordine di esistenza, quello detto soprannaturale, radicalmente distinto da quello dell’essere partecipato, il quale è da esso separato da un abisso ontologico che il pensiero umano non è in grado nemmeno di concepire.

Circoscrivere la ribellione a quella cerchia di psicopatici, tuttavia, sarebbe un comodo escamotage per non fare i conti con le proprie responsabilità: tutta la società, almeno nel mondo occidentale, si è lasciata contagiare dai virus mortali della “cultura” postmoderna, ingoiando senza resistenza alcuna le colossali menzogne propinate dal sistema educativo e mediatico. Gran parte della gente, anche se si considera credente, tira a campare immersa nel materialismo nichilistico inculcato dalla macchina del consumismo; non trovando più motivi per vivere e morire, in un egocentrismo individualistico sempre più esasperato si aggrappa al momentaneo e illusorio benessere che le promettono le stridule sirene dell’edonismo.
Malgrado la potenza dell’apparato socio-politico-economico che, per volere della mafia finanziaria, ha prodotto questa situazione distopica, le responsabilità individuali non sono annullate, ma solo in parte attenuate: anche chi, essendosi volontariamente lasciato assordare dal chiasso del mondo, ha smesso di ascoltare la voce della coscienza, ha la sua dose di colpa.

La moderna ribellione a Dio, che oggi si manifesta nelle prometeiche quanto ridicole pretese del turbocapitalismo tecnocratico, ha radici ben più antiche. La prima grande rivoluzione, con la quale è iniziato lo scardinamento dell’ordine costituito, è quella luterana: lo studente di Erfurt, violento e lussurioso, che era entrato in convento senza vocazione, ma soltanto per sfuggire alla pena capitale in seguito all’uccisione di un collega in duello, si credette ispirato da Dio nell’inventarsi una nuova dottrina al solo scopo di liberarsi dal conflitto interiore che lo attanagliava per la sua incapacità di osservare le esigenze morali dello stato sacerdotale e religioso.
Il disgraziato fu certamente favorito da contingenze politiche e sociali, ma rimane comunque il prototipo della rivolta radicale contro ogni autorità, della Chiesa e dello Stato, basata sulla negazione della realtà oggettiva in nome di opinioni soggettive prive di fondamento. È proprio con lui che, anche grazie alla stampa, nasce la propaganda, cioè la manipolazione sistematica delle masse tramite la diffusione di idee rozze ed elementari, ma di facile presa emotiva e capaci di innescare reazioni collettive.

Luterani – non a caso – furono Kant, Hegel e Marx (sebbene, l’ultimo, solo nominalmente). È sul terreno malsano del loro pensiero che si è sviluppata la “teologia” tedesca contemporanea, la quale altro non è che un’ideologia ribelle e blasfema che, prendendo a pretesto i mali della Chiesa attuale, pretende di modificarne qualunque struttura, anziché cercare il modo di reprimere gli abusi che i suoi stessi orientamenti hanno causato. Anche qui, come pure nel mondo, si è provocata la crisi in modo artificiale onde imporre poi soluzioni che demoliscano l’ordine stabilito per sostituirlo con un sistema perverso e pervertitore.
Poiché si vocifera che un esponente di quell’ambiente starebbe per esser nominato nuovo prefetto alla Dottrina della Fede, bisogna intensamente pregare perché ciò non avvenga oppure, se il Signore lo permetterà nei Suoi disegni, perché serva ad aprire gli occhi a quei cattolici che ancora si illudono che vada tutto bene o, per lo meno, si possa ottenere un qualche dialogo con chi manifestamente persegue la trasformazione della Chiesa in associazione umanitaria al servizio del nuovo ordine mondiale.

Queste considerazioni, naturalmente, non sono un’istigazione ad abbandonare la barca di Pietro. Coloro che incitano alla rivolta e alla disobbedienza non sono altro che imitatori di Lutero, anche se lo fanno in nome della Tradizione o del vero Papa. Essi si son purtroppo lasciati contagiare dallo spirito del mondo e, senza avvedersene, finiscono col favorire il nemico, dividendo e indebolendo ulteriormente la Sposa di Cristo.
I cattolici dalla fede umile e robusta, invece, sanno che nessuno, neanche un pontefice sovvertitore o qualche prelato vaticano, potrà mai rubare loro il tesoro che possiedono: la fede, che dona loro la pace con Dio, la grazia santificante e la speranza della gloria celeste. Con la preghiera assidua, la meditazione della divina Parola, la comunione frequente e la carità operosa, sono in grado di sopportare qualsiasi prova traendone anzi vantaggio e vanto, dato che la tribolazione li fa crescere nella pazienza, saggia le loro virtù e rende incrollabile la loro speranza, la quale non inganna chi sperimenta intimamente l’amore di Dio e lo irradia intorno a sé grazie all’azione dello Spirito Santo, che lo diffonde nel suo cuore (cf. Rm 5, 1-5).

Il Re divino, per dispensarci tale inestimabile ricchezza, è voluto nascere in una stalla e morire su una croce, così da salvare noi, deboli ed empi, quando ancora eravamo peccatori e nemici, dagli effetti nefasti delle nostre scelte: come dubitare di fronte a una prova così eclatante della Sua carità, sommamente pura e disinteressata? Come temere di mancare l’obiettivo, ora che siamo riconciliati, se il Suo amore è giunto a tanto nei confronti di chi lo respingeva (cf. Rm 5, 6-11)?
Va da sé che dobbiamo cooperare con tutte le forze con la grazia attiva in noi, sia per non perderla con il peccato mortale, sia per accrescerla sempre più in vista della gloria; ma nessuno al mondo potrà mai indurci a tradire se non vogliamo, a meno che non decidiamo di soggiacere volontariamente alla seduzione. Non dimenticare che il diavolo è talmente astuto da saperti ingannare perfino sotto l’apparenza del bene, per ragioni speciose di zelo e di fedeltà al Signore.
Per capire da quale spirito sei guidato o lo è qualcun altro, verifica se in esso c’è carità genuina; qualora manchi e al suo posto si rinvengano i segni della superbia, non è certamente il Santo, ma l’immondo.

«La destra del mio Giusto ti ha raccolto. […] Io sono il Signore, tuo Dio, che ti prende per mano e ti dice: “Non temere; io ti ho soccorso”. […] Tu esulterai nel Signore, ti allieterai nel Santo d’Israele» (Is 41, 10.13.16 Vulg.).
Guardando il Bimbo appena nato e deposto nella greppia, lasciati sussurrare queste parole piene di tenerezza e abbandona il cuore a gioiosa gratitudine. Nessuna rivolta umana potrà mai neppure incrinare l’eterna Sua sovranità d’amore, ma si risolverà piuttosto sempre a danno dell’uomo stesso, che si condanna da sé al medesimo tormento cui si è sottoposto Lucifero nella sua insensata volontà di indipendenza da Colui che gli ha dato l’essere.
Il mondo attuale vuole la felicità in opposizione all’unica sorgente di essa, in un testardo atteggiamento di sfida e di trasgressione, procurandosi così un’infelicità indicibile. Prolunghiamo allora la carità che il Figlio di Dio ha avuto con noi nel redimerci, trasmettendo a quanti ne sono lontani la gioia contagiosa di conoscerlo e di amarlo: «Il Verbo si fece carne e abitò fra noi: abbiamo visto la sua gloria, la gloria che possiede come Unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità» (Gv 1, 14).







dicembre 2022

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