Concilio Vaticano II e postconcilio

Magistero morto di un dio morto


Articolo di Gederson Falcometa






«E mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio» (1 Cor. 1, 22-24).

In generale, la filosofia moderna ha proclamato la morte di Dio per deificare l’uomo. Tuttavia, come possiamo leggere nei versi di San Paolo ai Corinzi, Nostro Signore crocifisso è rimasto “morto” per Giudei e Greci. Certamente un aggiornamento della Chiesa che cercasse di conciliare la filosofia moderna e il suo magistero porterebbe alla morte di quest’ultimo. Così è avvenuto con la Nouvelle Théologie, che è uscita dal sottosuolo in cui si trovava per trionfare nel Concilio Vaticano II, diventando praticamente la teologia ufficiale della Chiesa e consumando la morte del rappresentante del “Dio” morto della filosofia moderna nel magistero tradizionale della Chiesa, sostituendolo con l’indefinito “magistero pastorale”, sua espressione magisteriale. Come disse Pio XII della Nouvelle Théologie “...muovendosi insieme a tutte le cose in moto perenne, sarà sempre in cammino e non arriverà mai”[1].

E’ utile ricordare che la Nouvelle Théologie [2] era chiamata dai suoi membri “teologia delle fonti”. Se abbiamo un Magistero vivo, non c’è bisogno di un ritorno alle fonti [3], perché per diritto divino spetta esclusivamente al Magistero della Chiesa interpretare il deposito della fede [4]. Una tale teologia non ha svolto altro ruolo che quello di un Magistero parallelo all’interno della Chiesa [5]. Ciò è dovuto principalmente alle condanne mosse fino ad allora dal Magistero della Chiesa alla filosofia moderna. In questo senso, per fabbricare un cristianesimo adatto all’uomo del nostro tempo, partendo dalla filosofia moderna che “uccise” Dio [6], era necessario “uccidere” anche il Magistero vivente.

In campo politico, secondo l’insegnamento di Leone XIII «La Chiesa senza lo Stato è un’anima senza corpo. Lo Stato senza la Chiesa è un corpo senz’anima» [7]. L’aggiornamento promosso dalla Nouvelle Théologie ha fatto della Chiesa l’anima dello Stato moderno. Così che non si tratta più di “restaurare ogni cosa in Cristo”, ma di assumere per sé gli orientamenti dello Stato (mondo) moderno cercando una giustificazione “cristiana” per tutte le cose che non provengono da Cristo.
Oggi, quasi tutti gli orientamenti di questo Stato trovano la loro versione (sophis)teologica all’interno della Chiesa. La libertà religiosa ha Dignitatis Humanae, il divorzio ha Amoris Laetitiae (e tutte le riforme legali fatte per facilitare la separazione), in un futuro molto prossimo avremo anche qualcosa di legato all’omosessualità, e così via con l’ecumenismo e un egualitarismo che sta lentamente facendo della struttura gerarchica della Chiesa l’immagine dello Stato moderno e laico.
Questo ci ricorda che una volta San Girolamo ebbe un sogno con Nostro Signore a cui si presentò come un giudice divino, e Lo interrogò:
- Chi sei?
- Sono un cristiano
- Tu menti. Sei un ciceroniano e non un cristiano. Dove sta il tuo tesoro, lì sta il tuo cuore.

Dopo quel sogno, San Girolamo diventò cristiano, ma fino a questo sogno si può dire che la sua dottrina fosse ciceroniana con un aspetto cristiano. Questo è un problema, ma tra Cicerone e il cristianesimo ci sono molti più punti in comune [8] che con qualsiasi filosofia moderna. Questo sogno di San Girolamo ci rivela la profondità del problema esistente oggi nella Chiesa, perché se guardiamo alla sua gerarchia fino al vertice, vedremo persone che si dicono cattoliche, ma che in realtà sono liberali, comunisti, atei, agnostici, marxisti, hegeliani, ecc.
Ne consegue che i rappresentanti di Cristo, come ad esempio il Collegio cardinalizio, finiscono per diventare rappresentanti dell’umanità e giustamente propongono gli orientamenti umanitari dello Stato moderno per coglierne una giustificazione teologica.

Se attraverso il battesimo siamo crocifissi con Cristo per il mondo e vivi per Dio; non c’è da stupirsi che Ebrei e Greci continuino ancora ad affermare la morte di Dio. Questa non dovrebbe essere una novità per un cattolico. Nel caso della novità di questo “insegnamento” della filosofia moderna, si tratta solo della resurrezione del paganesimo. La nostra fede ci insegna l’inimicizia tra Dio, il mondo, la carne e Satana. È proprio attraverso il battesimo che abbiamo la percezione che la tradizione non può essere viva per il mondo e viva per Dio. Da qui il concetto di tradizione vivente del Concilio Vaticano II, che afferma vagamente che la tradizione “non è un insieme di cose morte; la Tradizione è un fiume di vita nuova che scorre dalle origini di Cristo fino a noi” dimenticando che il significato più profondo della tradizione si trova nel nostro battesimo. Voglio dire che le persone usate da Dio per portare avanti la tradizione sono persone che sono morte per il mondo, sono state crocifisse con Cristo e sono vissute in Lui e per Lui. In fin dei conti, il concetto di tradizione conciliare è possibile solo per coloro che non comprendono più il significato del battesimo e lo considerano non necessario per la salvezza [9]. Abbiamo, allora, in questo contesto, che il mandato apostolico non esiste più, e Dio non esiste, perché se Nostro Signore Gesù afferma che il battesimo è necessario per la salvezza, questo sarà valido fino alla fine. Anche se un angelo, un Concilio o anche un Papa dice il contrario, è anatema.

La filosofia moderna afferma la morte di Dio, ma ha avuto una secca risposta dallo scrittore russo Dostoevskij: se Dio è morto [10], tutto è permesso. Compresa l’esistenza della stessa teologia, perché la morte di Dio significa la morte della teologia.
Tuttavia, nella Chiesa conciliare, abbiamo la teologia della morte di Dio di Johann Baptist Metz [11]. Una teologia che afferma la morte di Dio e afferma anche che è Dio che deve giustificarsi davanti all’uomo! Questo delirio teologico ha generato la teologia della liberazione che è la teologia di Papa Francesco. Questo spiega come una creazione antropomorfa predichi un dio assolutamente e automaticamente misericordioso: un dio sadico che cancella le leggi che ha creato con la sua misericordia. Come spiega la riduzione del Papa alla sola diocesi di Roma (vescovo di Roma), oltre a tutti i suoi insegnamenti e atteggiamenti, come l’annuncio della morte (un’eutanasia?) del Papa.

Infine, anche Lucifero, volendo essere Dio, affermò la sua morte, finì per morire lui stesso e per essere espulso dal Cielo. Non importa quanto ci provino, Dio non muore! (Gabriel Garcia Moreno). Quando si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi, Lui, il buon pastore, diede la sua vita e poi la riprese. Sì, è morto sulla croce, ma è risorto.


NOTE

1 - Pio XII ai padri della Compagnia di Gesù elettori nella 29a congregazione generale.

2 – L’“indietrismo” che Francesco accusa di praticare al tradizionalismo é pienamente visibile nel metodo investigativo della Nouvelle Théologie. L’interpretazione di questa teologia della funzione del Magistero è quella della pastorale conciliare, cioè una espressione “magisteriale” che ha solo una funzione umanitaria. Non tratta più questioni di fede e di morale. Per il magistero attuale non c’è neanche una questione di fede che sia racchiuso nel dogma. Tutto può essere messo in discussione, ogni questione può essere riaperta e ricevere una nuova risposta in accordo con l’attuale tendenza dello Stato moderno. In questo senso si deve sempre usare il passato per conformarsi col presente. Tanto per citare ancora l’esempio di Amoris Laetitiae, per considerare il divorzio cattolico si risale ai tempi di Mosè. Nostro Signore non insegnerebbe più che qualcuno che vorrebbe risposarsi avrebbe già commesso adulterio, e che Mosè aveva tollerato il divorzio per la durezza del cuore del popolo (Mt. 19, 18). Qui si vede chiaramente una contrapposizione tra una misericordia sconosciuta ai cattolici e la grazia di Dio: si vede una misericordia che non trasforma il fallimento in successo, né porta il peccatore al pentimento, ma gli dà la sicurezza di potersi salvare senza alcun bisogno di pentimento. La grazia di Dio ci conduce al pentimento e alla ricomposizione di ciò che è stato rotto, questa misericordia invece ci eleva dal peccato alla grazia. L’unica cosa rimasta a tutti i cattolici che amano la vera misericordia è la fonte della rivelazione. Noi fedeli abbiamo la nostra “manualistica”: i libri preconciliari. La Chiesa conciliare ha abbandonato i “manuali” ed è piombata nell’analfabetismo religioso. 
3 – Forse si può dire che questa teologia non è propriamente una “nuova” teologia, poiché già Lutero rigettò il magistero e creò la sua teologia. Oggi vediamo la concretizzazione del modernismo, che Ernesto Bonaiuti presentava dicendo: “Fino ad oggi si è voluto riformare Roma senza Roma, o magari contro Roma. Bisogna riformare Roma con Roma, fare che la riforma passi attraverso le mani di coloro i quali devono essere riformati. Ecco il vero e infallibile metodo; ma è difficile. (…) Il culto esteriore durerà sempre come la gerarchia, ma la Chiesa, in quanto maestra dei sacramenti e dei suoi ordini, modificherà la gerarchia e il culto secondo i tempi: essa renderà quella più semplice e liberale, e questo più spirituale; e per tale via essa diventerà un protestantesimo; ma un protestantesimo graduale, e non uno violento, aggressivo, rivoluzionario, insubordinato”.


4 - Enciclica Humani Generis di Sua Santità Pio XII, n. 21: “E il divin Redentore non ha mai dato questo deposito, per l’autentica interpretazione, né ai singoli fedeli, né agli stessi teologi, ma solo al Magistero della Chiesa”.
5 – L’idea di un concilio parallelo, un paraconcilio, al Concilio Vaticano II, é solo la continuità del “Magistero dei teologi delle fonti”, che era anche un magistero parallelo.


6 - “Il nostro Signore deve conformarsi al mondo; non quest’ultimo a Lui”, Karl Rahner. Citato da Maurizio Blondet nel suo articolo Atti, misfatti e soprusi di “266” il misericordioso (http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1828_Blondet_Atti_misfatti_di_266.html).

Si veda anche il Dio morto di Rahner, nell’articolo di Stefano Fontana I vescovi e il Dio che sostiene, ma non può fare miracoli (https://lanuovabq.it/it/i-vescovi-e-il-dio-che-sostiene-ma-non-puo-fare-miracoli): “Karl Rahner, per esempio, ritiene che se Dio operasse in contrasto con le leggi naturali da lui stesso create si trasformerebbe in una causa naturale, una causa tra le altre cause e perderebbe assolutezza e trascendenza. Un intervento di Dio, secondo lui, non avviene muovendo le cause seconde, né agendo al di fuori delle cause seconde, la presenza di Dio si dà nell'esistenza dell'esistente finito e, quindi per il nostro caso, proprio nelle iniziative umane di tipo sanitario e sociale. Dio è per definizione intramodano e i miracoli non sono una sospensione momentanea della legge di natura da parte di Dio”.


7Libertas, enciclica di Sua Santità Leone XIII.
8 – Oggi la legge naturale sta diventando di nuovo sconosciuta tra i membri della gerarchia (dal laico al Papa), ma Cicerone, il grande oratore romano, un pagano, la conosceva e la definiva così: «XXII – La vera legge è la retta ragione in armonia con la natura, diffusa in tutti gli esseri, immutabile ed eterna, che, ordinando, ci chiama a compiere il nostro dovere e, vietando, ci tiene lontani dall’ingiustizia. … Non è giusto alterare questa legge, né è lecito derogarla in parte, né abrogarla in toto. Non possiamo essere liberati dalla sua obbedienza, né dal Senato né dal popolo. Non abbiamo bisogno di un Sesto Aelio che ce la spieghi o la interpreti. E non ci sarà una legge a Roma e un’altra ad Atene, né una oggi e un’altra domani, ma tutti i popoli in tutti i tempi saranno governati da una legge eterna e immutabile. E ci sarà un solo Dio, signore e sovrano, autore, arbitro e sanzionatore di questa legge. Chi non obbedisce a questa legge fugge da se stesso e nega la natura umana, e proprio per questo subirà le pene più gravi anche se sarà sfuggito alle altre che consideriamo torture»” (Cicerone, De repubblica, III, 22).
9 - «Non c’è dubbio che su questo punto siamo di fronte a una profonda evoluzione del dogma. […] Se è vero che i grandi missionari del XVI secolo erano ancora convinti che chi non è battezzato è per sempre perduto – e ciò spiega il loro impegno missionario – nella Chiesa cattolica dopo il concilio Vaticano II tale convinzione è stata definitivamente abbandonata» (Joseph Ratzinger, Bastano dieci giusti a salvare l’intera città (http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351256.html).
10 – Mi ricorda Etienne Gilson, citato da Don Curzio Nitoglia nell’articolo “Consegne ai militanti”: nulla che non si possa tentare, che non si debba tentare perché se tutto ciò che è stato vero un tempo lo è stato partendo dall’ipotesi che Dio esisteva, ora che Dio non esiste, nulla di ciò che era vero allora è adesso vero, nulla di ciò che era bene è bene; dobbiamo ricreare tutto. Ma, prima di ricreare, bisogna cominciare col distruggere […], il migliore augurio che si possa fare all’uomo moderno è di rientrare nell’ordine naturale, che è quello della creazione divina»

https://www.effedieffe.com/index.php?option=com_content&task=view&id=98194&Itemid=100021
11 – Si può dire che questa teologia è sorella gemella della teologia del silenzio di Dio: «La cosiddetta “Teologia del silenzio di Dio” è una delle tante strane mode di questo pazzo mondo contemporaneo.
Nel 1984, Hans Jonas (1903 – 1993), lanciò in pompa magna questa moda stravagante, scrivendo che – dopo il “silenzio di Dio ad Auschwitz” – non si poteva più credere alla Sua… esistenza (tr. it., Il concetto di Dio dopo Auschwitz, Genova, Il Melangolo, 1993), anche se Dio è… l’Essenza che non può non esistere per Sua stessa Natura.
Il Concilio Vaticano II è nato proprio da questa strana “a/Teologia”, che è oggettivamente “a/tea” perché è realmente “negazionista” dell’esistenza… dell’Essere stesso per essenza; ossia, che non può non esistere (in ebraico “Jaweh”, che significa: “Io sono Colui che è”); ma l’Assise conciliare, nel medesimo tempo, avrebbe voluto pure conciliar l’inconciliabile – hegelianamente – ossia, l’A/teismo con il Cristianesimo” (Don Curzio Nitoglia, Dal “silenzio di Dio” a... “chi tace acconsente”.
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV3891_Nitoglia_Silenzio_di_Dio.html








gennaio 2023
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