Per la Nouvelle Théologie,
Gesù è un “primo tra pari”?


di Gederson Falcometa



Perché Gesù disse solo a Pietro “Pasci le mie pecorelle”, lo spiega molto bene San Giovanni Crisostomo [1], smentendo ogni idea dei Greci di “primus inter pares”.
Oggi, analogamente al problema con gli Ortodossi, abbiamo che la Nouvelle Théologie ha voluto (e sta facendo) Gesù un primus inter pares.
Se guardiamo all’insegnamento della Chiesa a partire dal Concilio (durante il post-concilio) e all’insegnamento dell’attuale Papa e dei Vescovi, vedremo che essi non seguono più Gesù come un servo il suo Signore o come un discepolo il suo maestro, ma come “primo tra pari”.

Nella Nouvelle Théologie Gesù non è più Dio che si è fatto uomo, ma esattamente il contrario: è l’uomo che si fece Dio. E’ in questo senso che va il cattolicesimo del Concilio e del postconcilio.
Se Gesù, che è Dio fattosi uomo, ha rivelato Dio all’uomo, il conciliare rivela che l’uomo è l’unico Dio. In questa prospettiva, il grande comandamento [2] che Gesù ci ha dato, si è trasformato in “Amerai te stesso, l’unico Dio, sopra ogni cosa, e il prossimo tuo come te stesso”.
Questo ha operato una rivoluzione copernicana nella Chiesa, perché da allora in poi, se Dio esiste, è lui che deve giustificarsi davanti all’uomo, e non viceversa.

Questo problema drammatico appare in tutta la sua portata nel discorso di chiusura del Concilio, dove Paolo VI [3] parla dell’incontro fra la religione di Dio che si è fatto uomo e la religione dell’uomo che si fa Dio. Infatti, lì, nel Concilio, il cattolicesimo preconciliare di Dio che si è fatto uomo si è incontrato con il “cattolicesimo” del Concilio e del postconcilio dell’uomo che si fece Dio. Paolo VI voleva semplicemente essere il capo di questi due cattolicesimi e per questo non voleva litigare, combattere e anatemizzare, voleva solo accogliere [4].
Questo mi ricorda la tesi di Ticonio, spesso ripetuta, convalidata e interpretata particolarmente da Ratzinger [5].

Ticonio difendeva una chiesa bipartita [6]: un corpo con un lato buono, di Cristo, e l’altro cattivo, dell’Anticristo. Ratzinger, in questa tesi, proietta la classificazione tra destra e sinistra (nel suo libro “Il nuovo popolo di Dio”) che nasce solo nella Rivoluzione Francese.
Ora, a che scopo proiettare nella tesi un concetto politico, moderno e rivoluzionario? A mio avviso sembra un tentativo di sostituire la monarchia gerarchica cattolica con la moderna democrazia liberale del “popolo di Dio”.
Ora, gli errori e il loro carattere eretico sono ben visibili: una casa divisa in se stessa non può reggersi [7], maledetto è l’uomo che confida nell’uomo [8], nessuno può servire due padroni [9]. Questi semplici insegnamenti di Nostro Signore sono sufficienti per farci vedere il carattere maledetto della moderna democrazia liberale.

Se Nostro Signore non può condividere il vertice della Chiesa con l’Anticristo, se non può essere il Capo di una Chiesa che è il corpo di Cristo e dell’Anticristo, cosa possiamo dire analogamente del Papa? Può essere il capo di una simile Chiesa? Può essere allo stesso tempo il capo visibile della religione di Dio che si è fatto uomo e della religione dell’uomo che si è fatto Dio?

Possiamo dire che fino a Benedetto XVI i Papi hanno cercato di essere a capo delle due Chiese. Questo è stato un disastro che ha finito per accrescere la religione dell’uomo che si è fatto Dio, e non ha fatto altro che contribuire alla scelta di un Papa come Francesco. Nel suo pontificato è sempre più chiaro che quello che abbiamo in lui è proprio il rappresentante della religione di “Gesù” che è un uomo e che si è fatto Dio (il primo tra pari).
Apparentemente tutti questi problemi si risolveranno solo con i rappresentanti di Dio che si è fatto uomo: Elia ed Enoch.

Devo ancora leggere una confutazione di un teologo della Nouvelle Théologie della tesi dell’era costantiniana (o della Chiesa) [10]; e invece quello che ho letto è che il Concilio avrebbe rappresentato la fine di questa era, quindi ho pensato che sarebbero tornati, come i protestanti, alla Chiesa primitiva. Confesso che mi sbagliavo, perché hanno fabbricato una Chiesa sul modello esposto da Ratzinger della tesi Ticomio [11].
Così, l’Impero Romano pagano divenuto spirituale, secondo San Tommaso, non sarebbe più l’ostacolo che trattiene la venuta dell’Anticristo, ma piuttosto quello che ritarda la seconda venuta di Cristo [12].

Oggi si parla molto di dissimulazione strategica, la guerra tra informazione e controinformazione. Per l’Anticristo non esiste strategia migliore di quella di far credere alle persone che egli è un mito. Mentre invece è abbondantemente rappresentato dai membri della religione dell’uomo che si è fatto Dio. Soprattutto da quei “cattolici” della Nouvelle Théologie che testimoniano chiaramente che Gesù è solo il primo tra gli uomini a farsi Dio.


NOTE

1 - «Gesù disse [a Pietro] ‘Pasci le mie pecore’. «Perché Gesù non tiene conto degli altri Apostoli e parla del gregge solo a Pietro? Perché egli fu scelto tra gli Apostoli, fu la bocca dei suoi discepoli, il capo del coro. Fu per questo che Paolo andò a cercare Pietro prima degli altri. E il Signore fece questo per dimostrare che egli doveva avere fiducia, essendogli stato perdonato il rinnegamento. Gesù gli affidò il governo sui suoi fratelli... Se qualcuno chiedesse “perché allora fu San Giacomo a ricevere la Sede di Gerusalemme? Io gli risponderei che Pietro fu costituito maestro non di una Sede, ma del mondo intero» (Omelia 88 (87) su Giovanni). Citata dal Prof. Orlando Fedeli in risposta alla lettera di un lettore “Igresia Ortodossa X Igresia romana”
https://www.montfort.org.br/bra/cartas/apologetica/20040730131318/


2 – Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l’unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c’è altro comandamento più importante di questi» (Mc. 12, 29-31).
3 – Il nuovo teologo Congar diceva che Paolo VI parlava a destra e agiva a sinistra. Oggi, questo modo di agire è definito “dissimulazione strategica”, che secondo il generale dell’esercito brasiliano Sergio Conforto consiste nell’«indurre qualcuno ad agire secondo l’interesse del dissimulatore, ritenendo che la cosa gli sarà realmente utile e non riconoscendo mai di essere stato indotto ad agire a favore del “nemico”». Mi sembra un uso della dissonanza cognitiva a vantaggio proprio o collettivo. In questo senso si muove anche la tesi dell’assenza di problemi nei testi conciliari, testi che sono evidentemente ambigui, ma di cui si è sempre negata questa ambiguità. Si pensi per esempio ad un Gianfranco Ravasi o ad un Nunzio Galantino, per loro è più facile difendere l’assenza di ambiguità nei testi conciliari che l’inerranza delle Sacre Scritture. Qual è la finalità? Difficile dirlo, ma una cosa è certa: essi hanno guadagnato molto tempo, abbastanza per indebolire la resistenza ed eleggere un papa come Francesco. Questo guadagno di tempo ha praticamente sancito la fine del principale nemico: la teologia romana, praticamente scomparsa. A poco a poco essa è stata sostituita dalla  Nouvelle Théologie. Quali rappresentanti di questa teologia sono rimasti?
4 - Il buon samaritano ha accolto la vittima, non il carnefice. Ora, vedere la religione di Dio che si è fatto uomo, accettare la religione dell’uomo che si è fatto Dio è esattamente il contrario di quello che ha fatto il buon samaritano. A maggior ragione, quando il suo capo promuove la nuova religione accettata, oltre ad essere complice dell’aggressore, agisce anche da aggressore.
5 – Ratzinger - Dio lo tenga al posto giusto -  attraverso la tesi di Ticonio, mostra che la rottura sta proprio nel metodo investigativo della Nouvelle Théologie. Questa tesi è falsa, come è falso il fondamento della tesi agostiniana delle due città. In effetti, la tesi agostiniana è una correzione della tesi di Ticonio. Quindi quello che abbiamo è un ritorno a un momento vicino al progresso teologico e alla convalida di una tesi errata che viene presentata insieme a una tesi eretica. Questa è una rottura e il rifiuto di un progresso teologico.
6 - Sono un laico, ma una Chiesa bipartita secondo le linee presentate nella tesi di Ticonio ha un forte sapore di dualismo manicheo. Se poi consideriamo che Ticonio sosteneva che i buoni dovessero tollerare i cattivi fino alla fine dei tempi, quando il grano sarà separato dall’oglio, quel che rimane di questa Chiesa bipartita è che essa sarebbe qualcosa di molto simile al liberalismo moderato che, parafrasando la formula di Cavour, diventerebbe “Libera Chiesa dell’Anticristo, in libera Chiesa di Cristo”.
Sul manicheismo del liberalismo moderato scrive Padre Matteo Liberatore, S.J.:
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1260_GF_Laicattolicesimo.html
«Certamente se altri è il creatore della Chiesa, altri il creatore dello Stato, e l’uomo dall’un Principio riceve l’ordinamento alla vita civile, dall’altro alla vita religiosa; niente di più naturale che i due fini siano disparati tra loro, e conseguentemente disparati i due poteri, che ad essi dirigono. Soltanto, poiché anche in tale ipotesi identico sarebbe il subbietto sottoposto all’una e all’altra direzione; per evitare il contrasto di due opposti impulsi, che rendessero impossibile il movimento, potrebbe introdursi un accordo, liberamente fatto, tra i due motori, per via di scambievoli concessioni; presso a poco in quel modo, che nel Manicheismo alcuni opinarono essere intervenuto tra il Principio buono ed il Principio cattivo una specie di trattato, acciocché gli effetti dell’uno non distruggessero interamente gli effetti dell’altro. All’opposto se uno è il Principio di tutto il creato, come c’insegna la ragione e la fede, Unus est altissimus Creator omnipotens, la posizione liberalesca, comechè moderata, non può sussistere. Se uno è Dio, uno è l’ordinamento dell’universo, uno il fine supremo della creazione. Questo fine non può essere altro che il più sublime, rispetto all’ordinante, il più benefico, rispetto agli ordinati; il che non può essere altro se non la glorificazione di Dio, e la beatitudine eterna delle razionali creature» (Padre Matteo Liberatore, S.J., Condizione della Chiesa rispetto allo Stato; capo I, Assurdità del concetto, nel senso del liberalismo moderato. La Chiesa e lo Stato (2a ed.) Napoli 1872).
Se una parte della Chiesa è di Cristo e l’altra è dell’Anticristo, si osservano sotto un’altra forma quei problemi manichei presentati nel rapporto tra Chiesa e Stato, presentato da Padre Matteo Liberatore, S.J..
Nella tesi di Sant’Agostino sulle due città, le due città sono anche due corpi separati. Gesù può permettere al diavolo di toccare la Chiesa, ma ciò non rende la Chiesa un corpo bipartito.
 Le porte dell’inferno non prevarranno contro la Chiesa, ma nel caso di questa Chiesa bipartita, queste porte maledette sarebbero già in essa, perché se essa è nello stesso tempo sia di Gesù sia dell’Anticristo, chiunque potrebbe entrare in essa sia dal lato buono e di Cristo, sia dal lato cattivo e dall’Anticristo. Allora essa sarebbe simultaneamente la porta del paradiso e la porta dell'inferno. Capisci l’assurdità?
La tesi della Chiesa santa e peccatrice è meglio fondata in Ticonio che in Sant’Ambrogio (che aveva un’interpretazione usata in modo disonesto).
Sottolineo a questo punto che vediamo un altro punto problematico del metodo investigativo della Nouvelle Théologie: oltre al rifiuto del progresso teologico, vi è il tornare indietro e non distinguere tra eretici, Padri della Chiesa e loro magistero (come fa il magistero fin dal Vaticano II, che non distingue tra vero e falso, né dottrinalmente né nei suoi rappresentanti).
Se la memoria non m’inganna, il più grande difensore di questa tesi è stato Hans Urs Von Balthasar, lo stesso che sosteneva che l’inferno esiste ma è vuoto, e che identificava blasfemicamente il diavolo con lo Spirito Santo. Mi chiedo: Bergoglio, quando confondeva in modo blasfemo Gesù con il diavolo, non aveva in mente questa tesi? Infine, se i buoni devono tollerare i cattivi fino alla venuta del giudice giusto, non dobbiamo ripetere con Bergoglio: chi è il Papa per giudicare? Così, Onorio dovrebbe essere riabilitato, perché il motivo della sua colpa “...fu di non aver condannato l’errore, come portava il suo uffizio di giudice supremo del domma; fu di avere seguitato mollemente il consiglio dell’eretico Sergio, impendo il silenzio tanto a chi insegnava l'errore, quanto a chi insegnava la verità pel motivo addotto da Sergio, caritatevole in apparenza, di non mettere con una definizione ostacolo alla conversione degli eretici , e per non occasionare defezioni nei già convertiti. Esaminiamo i documenti, e prima quelli della sentenza di condanna”. La Civiltà Cattolica, Onorio, e il P. Graty, P. Valentino Steccanella, S.J.
http://progettobarruel.hostfree.pw/novita/10/Papa_Onorio_I.html
7 - «Ma egli, conosciuto il loro pensiero, disse loro: “Ogni regno discorde cade in rovina e nessuna città o famiglia discorde può reggersi”» Mt. 12,25.
Giustamente, per questo preghiamo nel Credo niceno-constantinopolitano: «Credo nella Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica». Paolo VI parlò di autodemolizione (oggi sarebbe più chiaro parlare di un processo di eutanasia) della Chiesa, il che evidenzia proprio “un regno diviso in se stesso… il corpo bipartito della tesi di Ticonio.
8 - «Così dice il Signore: “Maledetto l’uomo che confida nell’uomo, 
che pone nella carne il suo sostegno 
e il cui cuore si allontana dal Signore”» Geremia, 17, 5).
9 - «Nessuno può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro, o preferirà l’uno e disprezzerà l’altro: non potete servire a Dio e a mammona» Mt. 6, 24.
10 - La tesi di un’era costantiniana della Chiesa rappresenta un grosso errore, affermare la sua fine comporta alcuni sviluppi disastrosi, come:
1 - Il rifiuto di ogni progresso teologico dal IV secolo alla metà del XX secolo;
2 - La fine dell’Impero Romano Spirituale (secondo i Padri greci e latini, l’ostacolo che frenava l’Anticristo, era l’Impero Romano, che secondo San Tommaso era diventato spirituale nella Chiesa);
3 – L’elevazione della Chiesa Originaria a modello unico di Chiesa - Protestantesimo - (o il tentativo di fabbricare la Chiesa di Ticonio?);
4 - La perdita di importanza o riduzione del periodo patristico posteriore al periodo di Costantino;
5 - Il ritorno del manicheismo, dove lo Stato nel fare delle leggi contrarie alle leggi di Dio, si fa un altro Dio;
6 - L’idea che la monarchia ecclesiastica abbia origine nell’Impero e non in Dio;
7 - La fine della classificazione tradizionale di eresia, eterodossia ed ortodossia;
8 - La fine dei Concili regionali ed ecumenici sostituiti dalle Conferenze Episcopali regionali o universali (cosa che è di fatto accaduto con il Concilio Vaticano II) o adesso con la nuova forma sinodale di queste conferenze pastorali.
11 – Per altro verso, un’altra corrente nega l’esistenza dell’Anticristo, e sostiene che essa sarebbe stata solo un mito. E’ il caso del Prof. Gian Luca Potestà, per esempio, che in tre densi volumi  sull’Anticristo sostiene in una facoltà cattolica (presumibilmente per alcuni cattolici e con il beneplacito della gerarchia naturalista) che la Chiesa dell’antichità e del Medioevo creò e predicò il mito dell’Anticristo, come si può leggere nella presentazione del libro in vendita su Amazon:
«Gian Luca Potestà e Marco Rizzi, entrambi docenti all’Università Cattolica di Milano e specialisti dell’antichità classica, cercano di spiegare come nasce il mito dell’Anticristo, questa poderosa figura di antagonista che da quasi due millenni domina la nostra cultura. E lo fanno offrendo questa antologia dei testi antichi (dal II al IV secolo) che hanno parlato dell’Anticristo e sottolineando come inizialmente il termine non indicasse l’Antimessia, ma genericamente chi si opponeva a Gesù Cristo. Questo volume sarà seguito da un secondo, dedicato al periodo tra il V e il XII secolo, e da un terzo, per il periodo dal XIII al XV secolo».
https://www.amazon.com.br/Lanticristo-Testo-greco-latino-fronte/dp/8804544783


Certamente la Curia Arcivescovile di Milano deve credere lo stesso. A questo punto, l’arcidiocesi da dove era uscito Paolo VI dovrebbe essere completamente demolita.


12 - Nel documento “Sussidi per una corretta presentazione degli Ebrei e dell’ebraismo nella predicazione e nella catechesi della Chiesa Cattolica”, redatto dalla Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo (CRRE), e pubblicato nel sito vaticano del Dicastero per l’Unità dei Cristiani, la differenza tra giudei e cristiani è presentata così:
“Inoltre, sottolineando la dimensione escatologica del cristianesimo, si giungerà ad una maggiore consapevolezza del fatto che quando il popolo di Dio dell’antica e della nuova alleanza considera l’avvenire, esso tende - anche se partendo da due punti di vista diversi - verso fini analoghi: la venuta o il ritorno del Messia. E ci si renderà conto più chiaramente che la persona del Messia, sulla quale il popolo di Dio è diviso, costituisce per questo popolo anche un Punto di convergenza (Cf Sussidi per l’Ecumenismo della diocesi di Roma, n. 140).
Si può dire pertanto che ebrei e cristiani si incontrano in una esperienza simile, fondata sulla stessa promessa fatta ad Abramo (Cf Gn 12,1-3; Eb 6,13-18)”.

Tradizionalmente, sappiamo che i giudei  promuoveranno ed accetteranno l’Anticristo come Messia. Solo dopo aver visto che l’Anticristo é il falso Messia, essi si convertiranno in massa. Sebbene, secondo il documento i giudei aspettano la prima venuta e noi il suo ritorno.
Dimenticano che Nostro Signore verrà come giudice, mentre per essi Egli verrà per regnare (speranza millenarista?). Il documento va ancora oltre e inculca che giudei e cattolici, in questa prospettiva, devono lavorare insieme per ricevere il Messia:

 «Attenti allo stesso Dio che ha parlato, tesi all’ascolto di questa medesima parola, dobbiamo rendere testimonianza di una stessa memoria e di una comune speranza in colui che è il Signore della storia. Sarebbe parimenti necessario che assumessimo la nostra responsabilità di preparare il mondo alla venuta del Messia, operando insieme per la giustizia sociale, per il rispetto dei diritti della persona umana e delle nazioni, per la riconciliazione sociale e internazionale. Noi, ebrei e cristiani, siamo sollecitati a questo dal precetto dell’amore per il prossimo, da una comune speranza del regno di Dio e dalla grande eredità dei profeti. Trasmessa già nei primi anni di formazione attraverso la catechesi, una tale concezione educherebbe concretamente i giovani cristiani ad intrattenere relazioni di collaborazione con gli ebrei, al di là del semplice dialogo (Cf (Cf Orientamenti e Suggerimenti, n. IV). http://www.christianunity.va/content/unitacristiani/it/commissione-per-i-rapporti-religiosi-
con-l-ebraismo/commissione-per-i-rapporti-religiosi-con-l-ebraismo-crre/documenti-della-
commissione/sussidi-per-una-corretta-presentazione-degli-ebrei-ed-ebraismo.html

Come si vede, il Vangelo e la catechesi sono messi da parte. Tutto questo lavoro non servirà ad aspettare il Messia, ma l’Anticristo.



 













gennaio 2023
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