Questua e Lavabo


Articolo di Don Lionel Héry, FSSPX
 

Pubblicato sul Sito francese della Fraternità San Pio X
La Porte Latine


Tratto da Apostol, bollettino del Priorato San Francesco di Sales (Francia) n° 170, gennaio 2023










La questua della Domenica non è una parentesi incongrua all’interno della Messa; essa fa parte del rito.

Il celebre vescovo americano Mons. Fulton Sheen era in viaggio in un aereo che penetrò in una zona di turbolenza. L’aereo fu talmente scosso che una hostess vi avvicinò al vescovo e gli disse: « Please Father, would you do something religious for us ? » [La prego, Padre, vorrebbe fare qualcosa di religioso per noi ?».
Allora, Mons. Sheen si alzò e cominciò a fare la questua col suo cappello. Era uno scherzo, ma non sprovvisto di verità.

Fu San Paolo che istituì la colletta a favore dei poveri. Egli altrove parla di sostentamento di chi celebra all’Altare. Nel corso dei secoli, i doni erano fatti in natura, ma questa pratica fu soppressa per preservare il buon ordine durante la Messa. Ormai l’elemosina è fatta in moneta, a sostegno di coloro che hanno bisogno: il clero, i poveri.
In questa pratica vi è uno scopo duplice, spiegato da San Giovanni Crisostomo: «San Paolo ha stabilito che le questue dovranno essere fatte la Domenica, giorno del sole e della Resurrezione. Ciascuno di noi porta all’assemblea la sua modica offerta, secondo i suoi mezzi: nessuno è tassato».
Il primo scopo è la carità per il prossimo; il secondo scopo è la purificazione delle colpe: «I nostri padri hanno posto i poveri alla porta delle nostre chiese come fonti di purificazione; poiché l’elemosina è molto più potente per purificare le nostre anime che l’acqua stessa per purificare le nostre mani. Attraverso l’elemosina della colletta, l’assemblea si unisce al celebrante che si lava le dita.





Questa cerimonia, dice Mons. Gaume, si basa su due ragioni: una naturale e l’altra misteriosa. E’ certo necessario lavarsi le dita dopo l’incensamento (e, un tempo, dopo la manipolazione delle offerte in natura). Ma San Cirillo di Gerusalemme dice: «Pensate che sia per purificare il corpo? Per niente. Questo lavabo delle mani ci ricorda che dobbiamo essere puri da tutti i nostri peccati, perché le nostre mani significano le nostre azioni; lavare le nostre mani non è altro che purificare le nostre opere» (Catechesi mistagogica, 5).
Il Salmo Lavabo si addice perfettamente a questa azione liturgica del sacerdote, a cui i fedeli si associano con l’obolo nella cesta.






gennaio  2023
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