Benedizione papale a prostitute transgender


di Atila Sinke Guimarães


Pubblicato sul sito Tradition in Action


Dopo la sua famosa frase «Chi sono io per giudicare?» riferita alla condanna degli omosessuali da parte di Dio e della Chiesa e che è diventata un lasciapassare per il movimento omosessuale in tutto il mondo, Papa Francesco ha battuto il proprio record. Ogni mercoledì ora riceve un gruppo di prostitute “femmine” transgender per salutarle e intrattenersi amabilmente con loro.

Ecco una breve cronaca di questa nuova e strana impresa papale.

Il litorale vicino a Roma – particolarmente il paese di Torvaianica –  è infestato di prostitute di un tipo particolare: uomini che si sono sottoposti ad interventi chirurgici per sembrare donne, e con queste sembianze artificiali rubano i “clienti” alle prostitute che esercitano il loro famigerato mestiere nella zona. La maggior parte di queste “donne” transgender sono sudamericane, e molte di esse sono argentine.



Don Andrea Conocchia riunisce le “ragazze” da condurre all’udienza papale

Nell’aprile 2020, durante le restrizioni della cosiddetta pandemia di Covid, queste prostitute transgender hanno perso “clienti” e ora si trovavano in difficoltà finanziarie. Allora, hanno chiesto aiuto ad un prete della zona, Don Andrea Conocchia, parroco della chiesa della Beata Vergine Immacolata – un contrasto piuttosto simbolico… Il prete ha dato tutto l’aiuto che poteva ma non è basto; così, ha suggerito di scrivere a Papa Francesco per chiedere il suo aiuto. Francesco si è affrettato a rispondere: ha mandato l’elemosiniere pontificio, il card. Konrad Krajewski, a visitare Torvaianica e a provvedere ai bisogni di quelle prostitute innaturali.

Con l’attenuarsi delle restrizioni del Covid, queste prostitute sono tornate al loro “lavoro”, ed hanno espresso il desiderio di ringraziare personalmente il Papa per il suo cospicuo aiuto finanziario in quei tempi difficili. Si sono quindi rivolte nuovamente a Don Conocchia, che a sua volta ha chiesto l’aiuto di suor Geneviève Jeanningros, che da anni lavora con gli “emarginati” in quella zona e conosce Jorge Bergoglio dall’Argentina.
Suor Jeanningros è andata dal Papa, che le rispose: «Portale da me, voglio conoscerle personalmente». Dal momento che era impossibile portarle tutte in una volta, dato il loro numero elevato – più di 100 – il prete e la suora hanno deciso di portarle a piccoli gruppi una volta al mese per assistere alle udienze generali pontificie in Piazza San Pietro.




“Claudia”, in primo piano, aspetta di consegnare le sue empanadas a Francesco
[Le empanadas argentine sono dei fagottini tipici con un ripieno saporito a base di carne di manzo, peperoni, cipolle e spezie]


Don Conocchia va a prendere “le ragazze” – come le chiama lui – al mattino, dopo la loro notte di prostituzione, e le porta in Vaticano – un viaggio di circa 36 kilometri. Le “ragazze”, dopo l’incontro col Papa, sono andate a riprendere la loro “professione”, senza aver ricevuto alcun ammonimento per la loro vita peccaminosa né da parte della suora, né del prete, né del Papa.

Il primo gruppo è andato in visita dal Papa nell’aprile 2022, ma con poca pubblicità. Un altro gruppo è andato nel giugno 2022 – “mese del gay pride” – con grande clamore per fare pubblicità all’agenda LGBT; per l’occasione uno degli uomini transgender che si fa chiamare “Alessia“ ha offerto al Papa un suo libro intitolato La ragazza invisibile, in cui racconta il suo grande “dramma”.
Francesco gli ha detto: «hai fatto molto bene a scrivere questa storia. Bisogna raccontare, informare, perché la gente non sa». Successivamente “Alessia” gli ha scritto per ringraziarlo dell’udienza. Francesco ha risposto con un biglietto in cui lo ha chiamato “mia cara sorella”, lamentandosi del fatto che le persone avessero pregiudizi nei confronti delle “femmine” transgender e benedicendolo.
Il lettore può trovare una fotocopia del biglietto manoscritto con la traduzione inglese qui.



“Alessia“ offre a Francesco il suo libro intitolato La ragazza invisibile


Un’altra prostituta transgender ricevuta da Francesco è “Claudia”, che gli ha portato in regalo delle empanadas, fagottini tipici con un ripieno saporito a base di carne di manzo, peperoni, cipolle e spezie. Al successivo incontro con i suoi amici transgender Papa Bergoglio ha chiesto loro: “Dov’è Claudia con le sue empanadas?».

Sembra che Francesco abbia così familiarità con queste persone che mangia i dolci che gli portano… mi chiedo quale sia l’igiene nella loro preparazione.
Curiosamente, Francesco, che ha mostrato un gran rigore davanti alla possibilità del contagio da Covid al punto da sospendere le Messe e la distribuzione dei Sacramenti, ora si sente perfettamente a suo agio mangiando le empanadas fatte da prostitute che probabilmente non vivono nell’ambiente più asettico.



Francesco saluta “Noemi” - poco tempo dopo questi viene ucciso da un suo “cliente”. Francesco conserva la sua foto nell’ufficio papale


Un’altra conoscenza papale di questo gruppo è stata un’argentino, “Noemi” Cabral, che si vede salutare Francesco nella foto sopra. Come di consueto, dopo l’incontro papale è tornato alla sua occupazione di prostituta “femmina”.
Il 5 ottobre 2022 “Noemi” venne trovata morta, strangolata da un suo “cliente” in un albergo di Torvaianica dove abitualmente si guadagnava da vivere. Nell’incontro successivo con Bergoglio, suor Jeanningros gli ha reso nota la tragedia e gli ha dato una foto di “Noemi”. Successivamente Francesco ha rivelato di tenere la foto di “Noemi” nel suo ufficio.

Sappiamo per sua stessa ammissione che Francesco ha un ritratto di Giuda nel suo ufficio. Ora, abbiamo appreso che vi ha messo anche la foto di una prostituta transgender che è stata uccisa nell’esercizio della sua “professione”. Non dovrebbe aggiungere anche un ritratto di Satana, la creatura emarginata per eccellenza che è stata discriminata per così tanto tempo?







Suor Geneviève Jeanningros presenta le prostitute a Francesco


Indipendentemente da questa nostra provocatoria considerazione, ciò che emerge come certo è che Papa Francesco riceve regolarmente prostitute transgender “femmine” nelle sue udienze pubbliche. Il ritorno di questi uomini alla prostituzione nelle strade di Torvaianica dopo i loro incontri con il Papa dimostra la compiacenza che egli ha con questa pratica.

In realtà, c’è tutta una sequela di abomini che Francesco approva con queste udienze:

- Il fatto che realmente questi uomini pecchino con altri uomini, implica l’approvazione papale della pratica dell’attività omosessuale, un vizio che invoca vendetta al Cielo;

- Il fatto che questi uomini si siano sottoposti ad interventi chirurgici contro natura: la castrazione e l’inserimento di sacchetti di plastica nel petto per simulare i seni delle donne e indurre altri uomini a peccare con loro, implica l’approvazione papale di questo intervento contro natura, che è l’acme del vizio precedente;

- Il fatto che né Francesco né il prete né la suora combattano la prostituzione transgender li rende promotori di questi peccati;

- Il fatto che Francesco riceva pubblicamente queste prostitute transgender è un modo indiscutibile per promuovere questo abominio: uno scandalo pubblico che finisce per indurre i cattolici ad accettare questi uomini traviati o addirittura ad imitarli.

Ricevendo pubblicamente questi personaggi, Francesco promuove apertamente l’opposto della morale cattolica e dei Dieci Comandamenti.

Anni fa, quando ho considerato il costante sostegno di Francesco all’omosessualità, ho pensato che avessimo raggiunto il fondo dell’abisso. Mi sbagliavo. Quell’abisso appare poca cosa a confronto con quello che Francesco fa adesso: ricevere regolarmente e pubblicamente prostitute transgender.
Cosa rimane della morale cattolica dopo la promozione papale di questi vizi contro natura?

Cos’altro è necessario perché la coppa dell’ira di Dio sia colma?







febbraio 2023
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