Continua la manovra contro la liturgia tradizionale, nella nuova Chiesa cattolica bergogliana



di
Giovanni Servodio







Dopo l’abolizione di fatto e di diritto del già controverso Motu Proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI – 7 luglio 2007 -, attuata col Motu Proprio Traditionis Custodes di Francesco – 16 luglio 2021 -, il 20 febbraio 2023 il Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha reso pubblico un Rescritto di Francesco col quale i “Custodi della tradizione” – i vescovi -  vengono esautorati dall’esserlo e sottoposti all’autorità del detto Dicastero.

Il Rescritto è di fatto una restrizione dei poteri dei vescovi in materia liturgica, in deroga allo stesso Codice di Diritto Canonico. 
Esso stabilisce che: l’uso di una chiesa parrocchiale o l’erezione di una parrocchia personale per la celebrazione eucaristica col Missale Romanum del 1962; e la concessione della licenza ai presbiteri ordinati dopo la pubblicazione del Motu proprio Traditionis custodes di celebrare con il Missale Romanum del 1962, diventano dispense riservate in modo speciale alla Sede Apostolica, la cui autorità è esercitata dal detto Dicastero.

Quindi i “Custodi della tradizione” sono declassati a scolari dipendenti dal Prefetto del Dicastero e in ultima analisi da Francesco, il solo “custode della tradizione” che mira a demolire la “tradizione” stessa.
A questo punto diventa evidente che lo scopo ultimo di tutto questo indaffararsi di Francesco è la cancellazione nella Chiesa cattolica della sua stessa tradizione: non solo liturgica, ma anche dottrinale. La nuova Chiesa che si vuole realizzare è una struttura priva di radici – risalenti a Nostro Signore – a favore di una struttura che avrebbe le nuove radici intanto in Francesco e in seguito in chi capiterà che verrà a sedersi al suo posto.
Si potrebbe parlare di rivoluzione, ma forse è meglio parlare di capovolgimento e di sovversione, realizzate proprio da chi avrebbe il compito di conservare.

Come finirà tutto questo baccano sulla liturgia tradizionale? Molto probabilmente finirà in una clamorosa bolla di sapone, poiché i vescovi non lasceranno che si interferisca nelle loro decisioni e non permetteranno che li si tratti da scolari. Soprattutto in vista del Sinodo sulla sinodalità, voluto contraddittoriamente da Francesco per dare maggior potere ai vescovi stessi. Fermo restando che le contraddizioni di Francesco non sono tali se viste alla luce della personalità di quest’uomo, capace di dire e fare tutto e il contrario di tutto.

In che mani siamo messi?
Siamo messi nelle mani del Signore, che permette tutto questo per provare i Suoi veri fedeli: per permettere ai Suoi veri fedeli di rimanere tali nonostante i cicloni che imperversano nella Chiesa … e Francesco è uno di questi.

Miserére mei, Deus, miserére: quóniam in Te confídit ánima mea. Mísit de coelo, et liberávit me, dédit in oppróbium  conculcántes me.
Abbi pietà di me, o Dio, abbi pietà di me: che in Te confida l’anima mia. Dal Cielo, Dio, manderà a liberarmi, svergognando coloro che mi conculcavano.

(dalla Messa del Mercoledì delle Ceneri).







febbraio  2023
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