Vaticano:
l’algoritmo sotto stretta sorveglianza


Articolo della Fraternità San Pio X

Nel dominio militare o in quello della protezione della vita, la Chiesa è molto attenta alle applicazioni sempre più innovative – talvolta inquietanti – dell’intelligenza artificiale, e desidera dare una dimensione etica allo sviluppo dell’algoritmo.

La questione dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale (AI) a fini militari è stata al centro del vertice internazionale organizzato il 16 febbraio 2023 a L’Aja sotto l’egida dei Paesi Bassi e della Corea del Sud.
Tra la sessantina di Stati partecipanti, la Santa Sede era rappresentata da Francesca Di Giovanni, esperta presso la Segreteria di Stato.

Subito, la delegata della Santa Sede ha fatto notare l’ambiguità del titolo del vertice: parlare di intelligenza artificiale «responsabile» - ha spiegato Francesca Di Giovanni – appare «contraddittorio». Infatti, la Santa Sede «riafferma il bisogno urgente di mantenere e di giustificare la differenza fra le persone e gli oggetti inanimati».
Perché i sistemi basati sulla AI «non possono pensare, intendere, decidere o assumersi la responsabilità delle loro azioni, poiché essi sono sprovvisti di ogni coscienza morale». Tutt’al più essi possono «simulare dei comportamenti», mentre «la realtà non potrebbe mai essere ridotta ad una semplice simulazione di se stessa».
Principi che trovano applicazione nel dominio militare: «Se importanti poteri decisionali in materia di uso della forza, sono delegati ad un tipo di arma il cui comportamento è imprevedibile, o il cui scopo e raggio operativo non sono ben definiti o conosciuti» – si tratta delle armi autonome con capacità di apprendimento automatico – «il legame cruciale tra azioni, effetti e responsabilità è inevitabilmente compromesso», soprattutto perché «ogni attacco armato deve essere attentamente valutato e si deve dimostrare la sua legittimità».

Posto questo monito etico, il Vaticano ricorda che non desidera tanto ostacolare la ricerca nel dominio dell’algoritmo, quanto orientarla «verso un orizzonte più appropriato, che non si basi solo sui criteri di utilità o di efficacia, ma sulla promozione del bene comune dell’umanità».
In concreto, la Sede Apostolica chiede la creazione di una Agenzia Internazionale dedicata alla AI, allo scopo di prevenire gli usi nefasti che se ne potrebbero fare.

Nel dominio della protezione della vita, il Vaticano mette in guardia contro il potere sempre più invasivo della AI.
Il 20 febbraio scorso, il Sommo Pontefice, intervenendo alla Pontifica Accademia per la Vita,  ha ricordato ai partecipanti che si trovavano ad affrontare un compito urgente: quello della valutazione etica delle nuove tecnologie: «Voi dovete assicurarvi che la crescita scientifica e tecnologica si concili sempre più con un parallelo sviluppo in materia di responsabilità, di valori e di coscienza», ha sottolineato Papa Francesco.

«In questi giorni, voi rifletterete sulla relazione tra la persona, le tecnologie emergenti e il bene comune: si tratta di un confine delicato, dove progresso, etica e società si incontrano, e dove la fede, nella sua perdurante attualità, può dare un contributo prezioso», ha aggiunto il Pontefice argentino, prima di mettere in guardia contro la «brutta tentazione» che vorrebbe far sì che «il virtuale prevalga sul reale».

«Scienza senza coscienza è solo la rovina dell'anima»: questo aforisma di Rabelais su cui intere generazioni di studenti hanno dissertato, non ha perso nulla della sua attualità, e ci ricorda che solo la fede cristiana, perché fondata sull’autentica Rivelazione divina – la cui due fonti sono la Scrittura e la Tradizione – può plasmare nell’uomo quella coscienza morale capace di affrontare tutte le sfide della modernità.






febbraio 2023

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