Il Papa, le Donne, L’Evoluzione verso le Scimmie

Il giorno dopo la Giornata della Donna, di Papa Francesco e Darwin



di
Mastro Titta

Pubblicato sul sito di Marco Tosatti







Le ringrazio [le donne, ndr] per l’impegno a costruire una società più umana, mediante la loro capacità di cogliere la realtà con sguardo creativo e cuore tenero. Questo è un privilegio solo delle donne!”

Si legge d’un fiato questo invito di Papa Francesco a omaggiare le donne.

Poi di botto visualizzi i privilegi di Ursula Von Der Leyen, Annalene Baerbock, Sanna Marin, Kaja Kallas, Elly Schlein, Jacinda Ardern, la povera Liz Truss durata quanto uno stracchino aperto in frigorifero, Roberta Metsola (membro del Partito Nazionalista maltese, bvivido, tevvove, vaccapviccio), Margrethe Vestager, Stella Kiriakides, Eva Kaili, Lilianne Ploumen premiata da papa Francesco con la Medaglia di S. Gregorio Magno, la tenerissima Victoria Nuland che finanziò il sanguinario colpo di stato in Ucraina noto come Euromaidan.

Un tragico elenco di donne che imitano gli uomini con trasporto e sì, li superano in cieca crudeltà. Fa pensare che in fondo la parola umanità, un derivato mascolino tossico, non è così impropria e sessista come la gabellano.

A proposito di umanità: non vorrei che questi martellanti inviti ad essere “più umani”, “restiamo umani”, “riscopriamo l’umanità” siano stati presi troppo alla lettera, riportando letteralmente l’uomo alle origini del suo essere. Adam, da adhāmāh, terra. Un pezzo di melma.

Dopo questa carrellata di erinni assetate di sangue altrui e denaro proprio, si direbbe che sia così. Scattano i distinguo pavloviani: non si può generalizzare, fare di ogni erba un fascio, essere populisti, qualunquisti, persone ignoranti e divisive, eccetera.

Più passa il tempo, più mi viene pensato che simili inviti al discernimento, a spaccare il capello in multipli di due, all’esattezza morbida e positiva del linguaggio siano l’indizio principe di una coda di paglia intercontinentale.

In fondo nei Vangeli (anche nell’Antico Testamento, per la verità) è tutto un tagliar corto. Poche parole ben assestate, nessun fronzolo retorico, nessun “approfondimento” come suol dirsi, nessun glossario scientifico o note esplicative. Così è se vi pare, se non vi pare è così lo stesso.

Per millenni in quasi tutte le culture gli uomini hanno teso a Dio, a costo della divinizzazione di alcuni di loro, in un perimetro talvolta brutale ma nitido. La divinizzazione dell’uomo è un concetto chiave sia nella teologia ortodossa, sia in quella cattolica, sia per citarne uno nel pensiero di don Divo Barsotti.

In controtendenza nel magistero cattolico recente si è dato ampio spazio all’umanizzazione di Dio: il Dio umano, il Dio vicino, il Dio che tutto condivide e tutto perdona, il “Buddy Jesus”, il “God Pal”, il Dio in concorrenza col cane per il titolo di migliore amico dell’uomo.

Desumo dal cambio di rotta che abbia funzionicchiato. I credenti se ne sono giustamente infischiati. Perché tributare venerazione a qualcuno che è come te, anzi è al tuo servizio?
Dio è una Colf, nella migliore delle ipotesi: ti spiccia casa perché tu hai di meglio da fare.

Messo al bando il divino, adesso ci occupiamo ventre a terra di umanizzazione dell’uomo. Anzi: di femminilizzazione dell’uomo. Andiamo a sbattere un’altra volta, con la protervia dei bambini che fanno tutto da soli.

Con una Chiesa Madre, la Madonna che però ahinoi è una donna normale (si conti il numero di volte in cui Sua Santità ribadisce il concetto in una manciata di righe: dieci), un Dio Madre, è comprensibile che si allarghi lo spazio nel governo della Chiesa alle donne.

O agli uomini che scimmiottano le donne, ma quelli sono già largamente disponibili Oltretevere. E qui mi fermo, per non incorrere in considerazioni qualunquiste destituite di ogni fondamento: mai dire di un gay che è tale. Se lo può dire soltanto lui nei giorni dispari, e cambiando orientamento o sensazioni alla bisogna.

Fra donne che scimmiottano gli uomini e uomini che scimmiottano le donne, siamo alla prova scientifica che Darwin aveva ragione sull’evoluzione ma torto marcio sulla direzione: non discendiamo dalle scimmie, ci stiamo evolvendo nelle scimmie.
Il diavolo è la scimmia di Dio, è bene ricordarlo anche se fa brutto.






marzo 2023
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