Francia: “Vincere o Morire”,

un film che i critici detestano e il pubblico ama



Articolo della Fraternità San Pio X


Pubblicato sul sito informazioni della Fraternità



Pubblichiamo il presente articolo della Fraternità San Pio X, relativo alla proiezione in Francia di un film che tratta della guerra che si combatté nella Vandea (1793-1796) contro l’insorgente e invadente nuova repubblica francese giacobina e anticattolica.
La figura centrale del film è il generale vandeano François Athanase Charette de La Contrie, soprannominato il “Re di Vandea”.
L’informazione è interessante, soprattutto per i dati relativi all’affluenza di pubblico, tuttavia essa non sembra poter interessare il pubblico italiano, se non quella parte che si ispira ai valori cattolici e alla battaglia controrivoluzionaria, combattuta anche in Italia sia contro le truppe napoleoniche, con le cosiddette “insorgenze”, negli anni 1796-1816; sia contro le truppe piemontesi che occuparono il Regno delle Due Sicilie e lo Stato Pontificio, negli anni 1816-1861.
L’esempio della Francia potrebbe ispirare anche i nostri produttori cinematografi che avrebbero materiale a sufficienza per narrare le gesta dei controrivoluzioni francesi e italiani. C’è da augurarselo.







Uscito nelle sale il 25 gennaio 2023, il film della Puy du Fou, dedicato al generale vandeano François Athanase Charette de La Contrie, ha suscitato una marea di critiche odiose nella stampa politicamente e religiosamente corretta.
Tuttavia,, secondo il sito AlloCiné, dal 25 gennaio al 1 febbraio sono andati a vederlo più di 107.000 spettatori.

Malgrado la messa in guardia di Télérama del 24 gennaio:
«Vincere o morire, un film della Puy du Fou così brutto che anche i realisti detesteranno». Il settimanale dei benpensanti che non dubitano di niente ha aggiunto: Questo non è un film, ma un prodotto raccogliticcio.
«Il parco a tema Puy du Fou si lancia nella produzione cinematografica con l’adattamento per il grande schermo di uno dei suoi spettacoli di punta, Le Dernier Panache, un’ode alla gloria del generale e “martire” chouano François Athanase Charette de La Contrie (1763 -1796), che è stata seguito da circa 12 milioni di spettatori.
«Vincere o Morire è stato finanziato fra gli altri dallo Studio Canal con la benedizione del suo grande patron, il cattolico un tantino rigido Vincent Bolloré, ed è stato distribuito nelle sale dalla Saje, società specializzata in opere dal contenuto cristiano. C’era da aspettarsi dunque una visione a dir poco orientata delle guerre di Vandea.
«E almeno da quel punto di vista non siamo delusi: “Sus à la Gueuse!” [dalli alla pezzente], come dicevano i realisti dell’epoca e poi i loro discendenti di estrema destra negli anni ‘30 per distruggere le conquiste della Rivoluzione Francese».

Malgrado questa messa all’indice, e forse a causa di essa, molti spettatori hanno voluto vedere il film e farsi una propria opinione. Come accaduto alla corrispondente di AlloCiné che il 25 gennaio ha scritto: «La lettura del testo (di Libération) mi ha fatto venire voglia di vederlo».

Le Monde del 25 gennaio denunciava una «patacca storica» e deplorava la mancanza di «vigore hollywoodiano», dimenticando che il film, girato in 18 giorni e con una spesa di 3,5 milioni di Euri, non beneficiava della larghezza dei produttori dei film americani, che evidentemente il “giornale di riferimento” apprezza.

Su Boulevard Voltaire del 27 gennaio, Stéphane Buffetaut, eletto ad  Apremont in Vandea, ricorda alcuni fatti e cifre che la cultura della cancellazione (cancel culture) vuol fare dimenticare:
«Il lancio del film Vaincre ou Mourir dedicato al cavaliere de Charette e alle guerre di Vandea ha scatenato la furia vendicativa della critica di sinistra.
«Niente di cui sorprendersi, poiché questi specialisti del travisamento storico e del revisionismo marxista-leninista non possono tollerare che si mostri al grande pubblico cosa fu in realtà la Rivoluzione Francese a partire dalla instaurazione della tirannia giacobina.
«A titolo di inaugurazione, la prima Repubblica incoraggiò i massacri di settembre (dal 2 al 7 settembre 1792), in cui vennero massacrati brutalmente donne, bambini, religiosi e prigionieri. Bisognava colpire col terrore coloro che avrebbero potuto aver l’inclinazione ad opporsi al nuovo regime uscito dal rovesciamento dell’ordine costituzionale. Sarebbe presto seguito il Terrore “legale”».

Il rappresentante della Vandea precisa:
«Libération ironizza sui “cattivi repubblicani” e sui “buoni monarchici”. Ma, in effetti, quando i repubblicani sterminarono in pochi mesi duecentomila persone (uomini, donne, bambini e vecchi), è lecito ritenere che fossero molto “cattivi”. Nel mio villaggio in Vandea, una delle colonne infernali ha massacrato centodue persone.
«Un rivoluzionario che teneva un taccuino con il numero degli orrori, ha annotato: la sparatoria di Apremont ha ucciso 75 uomini e 27 donne, in tutto 102 persone; e aggiunge che tra le donne vi erano “tre ragazze molto belle e diverse donne incinte. Sono stati tutti fucilati senza riserve”. Sì, questo è in effetti molto “cattivo”, ed è avvenuto in tutta la Vandea».

Ed egli si augura: «La Repubblica francese, che ama pentirsi e che, dal 1990, ha fatto della negazione dei crimini contro l’umanità un reato passibile di azione penale, farebbe bene, per quanto riguarda la Vandea, ad applicare a se stessa la propria legislazione».

Per il giornale Causeur del 31 gennaio, la critica cinematografico-ideologica contro Vaincre ou Mourir sembra adottare gli accenti dei pubblici accusatori dei tribunali rivoluzionari:
«Vedere nella stessa lunghezza d’onda Libération, Télérama o anche Le Monde sgomitare per chi sputerebbe più forte e più a lungo su Vaincre ou Mourir, ha effettivamente qualcosa di comico.
«I tratti sono talmente grossolani, le critiche talmente abiette, che i giornali gocciolano di bile rabbiosa! I loro autori sembrano discendere in linea diretta dagli assassini del Comitato di Salute Pubblica o dalle migliaia di carnefici che hanno versato il sangue di centinaia di migliaia di Francesi, donne e bambini innocenti, durante il Terrore, così che non c’è da stupirsi».
E conclude: «Tutto sommato è logico: se dopo 230 anni dalla Rivoluzione milioni di visitatori vengono ogni anno a visitare il Parco del Puy du Fou, sapendo benissimo cosa trovarvi, e quale fiamma del ricordo vi si mantiene, non vi è niente di cui stupirsi se alcune persone inferocite deplorino ancora oggi che i Chouvani e i vandeani non furono totalmente sterminati, e con loro i tutti coraggiosi Francesi che si ribellarono contro i sanguinari rivoluzionari».

Dopo sei settimane di proiezione, Vincere o Morire ha superato i 300.000 spettatori.







marzo 2023

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