Cammino Sinodale tedesco:
bilancio e prospettive


Articolo della Fraternità San Pio X






Sede del Cammino Sinodale tedesco


Il processo del Cammino Sinodale si è concluso sabato 11 marzo 2023, ultimo giorno della quinta Assemblea plenaria. E’ ora possibile provare a fare un bilancio e considerare le prospettive che di profilano per il futuro, la cui pietre miliari sono state poste.

Noi abbiamo dedicato numerosi articoli a questo avvenimento, poiché ci è apparso chiaro fin dall’inizio che si trattava di un processo che avrebbe sconvolto la Chiesa tedesca, minacciando di estendersi alla Chiesa universale, almeno secondo lo spirito che l’animava.


Le cause del Sinodo

Occorre distinguere tra la causa che ha innescato il processo all’origine, e la causa lontana del suo modo operativo.

La crisi degli abusi

L’elemento che ha innescato il processo è stato la rivelazione della crisi degli abusi nella Chiesa tedesca.
Una commissione indipendente composta da universitari e specialisti di Mannheim, Amburgo e Giessen, da cui l’acronimo MHG, ha redatto un rapporto che è stato consegnato all’episcopato nel 2018.
Il rapporto descrive «la frequenza degli abusi e le loro forme (…)» e identifica le strutture e le dinamiche suscettibili di favorire gli abusi in seno alla Chiesa. Una serie di raccomandazioni chiamano in causa la struttura stessa della Chiesa, prendono di mira la sua moralità e attaccano il potere di Ordine.

Da qui la decisione di avviare un processo sinodale con quattro assi di riflessione: “Potere e separazione dei poteri”, “Morale sessuale”, “Vita sacerdotale”, e infine “Posto della donna nella Chiesa”, assi affidati a quattro forum incaricati di elaborare i testi che dovevano essere esaminati dall’Assemblea sinodale.

 Causa lontana del modo operativo

Il cattolicesimo tedesco è stato segnato fin da dopo il Concilio da un avvenimento sinodale che ha lasciato un segno profondo, ancora in atto: il Sinodo di Wurtzbourg, il cui modello è stato il concilio pastorale olandese, che riuniva vescovi, preti e numerosi laici.
Il concilio olandese fu una catastrofe. La debolezza di Paolo VI lasciò fare. Il concilio proponeva, con l’accordo dei vescovi, la soppressione del celibato sacerdotale nel 1970, tre anni dopo l’enciclica di Paolo VI sull’argomento. Il Papa reagì immediatamente, ma la Chiesa olandese entrò in crisi.

Il Sinodo tedesco di Wurtzbourg riunì tutte le diocesi tedesche e decise: l’accesso delle donne nei posti direttivi nelle diocesi, la richiesta del lettorato, dell’accolitato e del diaconato per le donne. Nonché la costituzione di una struttura permanente per portare avanti lo spirito del Sinodo.

Gli elementi messi in campo dal Cammino Sinodale

Nel corso delle cinque Assemblee plenarie sono stati esaminati, letti e votati i testi approntati dai forum, che potevano essere applicati se avessero ricevuto la maggioranza. Tuttavia, bisognava accettare che certe conclusioni potevano diventare operative solo dopo il consenso romano.

Un testo approvato dalla terza Assemblea verteva sulla implicazione dei fedeli nella elezione dei vescovi. Tuttavia, anche se la designazione dei vescovi in Germania ha una sua particolarità, essa è basata sul segreto pontificale, che poteva essere esteso ai laici solo con la dispensa della Santa Sede.

Nella quarta Assemblea, un testo «raccomanda al Papa di procedere ad una rivalutazione dell’omosessualità sul piano magisteriale». Viene chiesta la revisione del catechismo: gli atti omosessuali devono essere tolti dalla lista dei «principali peccati contro la castità».

Nella stessa Assemblea, un testo riforma le regole per l’assunzione di dipendenti nelle strutture dirette dalla Chiesa – La Chiesa è il terzo datore di lavoro in Germania.
Di fatto, questo documento si oppone ad ogni sanzione o discriminazione nell’impiego dei divorziati risposati e delle coppie omosessuali.

La quarta Assemblea ha infine votato un testo che rivendica l’uguaglianza delle donne in tutti posti di responsabilità e l’accesso ai ministeri ordinati. Il testo estende questa richiesta a quanto contemplato dalla teoria del genere, ovvero agli omosessuali e a coloro che cambiano sesso.

La quinta Assemblea ha adottato un testo sul sacerdozio che afferma che «un sacerdozio riservato agli uomini eterosessuali è discutibile e incompatibile con la pratica vissuta. (…) La giustificazione del celibato obbligatorio non è più largamente accettata. E’ esplicitamente rivendicata l’accettazione dell’omosessualità su un piano di parità, anche tra i preti».
Viene chiesto alla Santa Sede: il riesame del celibato sacerdotale, le dispense dal celibato da affidare ai vescovi, l’ordinazione di viri probati – cioè di uomini sposati -. Di permettere ai preti già ordinati di sposarsi.

Un altro testo chiede la celebrazione dei battesimi e dei matrimoni ad opera dei laici, che questi facciano l’omelia durante la Messa, una commissione di donne per aiutare nella gestione delle parrocchie. Anche se in modo edulcorato, chiede che i laici amministrino la Confessione e l’Estrema Unzione. Questo testo distrugge ulteriormente il sacerdozio.

Il testo successivo instaura una benedizione per le coppie di divorziati risposati e di omosessuali, nonostante gli avvertimenti di Roma: dal Responsum della Curia all’avvertimento del Nunzio Apostolico all’assemblea di primavera dei vescovi di fine febbraio 2023.

La teoria del genere, è trattata da un testo che l’accetta e ne trae le conseguenze: gli uomini che si ritengono donne potranno “se è il caso” avere accesso alle comunità religiose femminili e viceversa. Una donna che ritiene di essere un uomo potrebbe ricevere l'ordinazione sacerdotale.

Infine, nel testo che tratta della più ampia partecipazione delle donne ai servizi e ai ministeri della Chiesa, l’Assemblea ha chiesto l’instaurazione del diaconato femminile ed eventualmente del sacerdozio per le donne.


Prospettive

1. La prima è costituita dal Comitato sinodale, già realizzato e composto da 27 vescovi tedeschi, da 27 membri del ZdK – il Comitato Centrale dei cattolici tedeschi – e da 20 membri letti dall’ultima Assemblea. Esso ha il compito di vigilare sulla attuazione dei testi votati e di attuare i consigli sinodali, almeno diocesani e parrocchiali.

2. L’attuazione dei testi votati dai vescovi, individualmente. Cosa che è già cominciata: per esempio, Mons. Franz-Josef Bode, vescovo di Osnabrück, ha invitato tutte le coppie che non possono o non vogliono sposarsi in chiesa, a farsi benedire, se lo desiderano.

3. La reazione romana. Fino a che punto Roma lascerà fare? Vi sono due punti che sembrano realmente creare difficoltà.
Il primo sono i consigli sinodali, a livello sia nazionale, sia diocesano o parrocchiale. Roma ha rifiutato chiaramente il primo livello ed ha rigettato gli altri, perché la Chiesa tedesca non può decidere per conto suo.
Il secondo punto riguarda la benedizione delle coppie omosessuali. Interrogato il 13 marzo, il cardinale Parolin, Segretario di Stato, ha affermato: «Mi sembra che la Santa Sede si sia già espressa sulla questione in modo molto chiaro, col documento del Dicastero per la Dottrina della Fede», il Responsum di marzo 2021. Ed il cardinale ha aggiunto: «Una chiesa particolare non può prendere questo tipo di decisioni che coinvolgono la Chiesa universale - «per chiarire le decisioni da prendere, ci sarà un confronto con Roma e con le altre Chiese nel mondo». Questo dovrà sottostare al documento romano citato, che afferma l’impossibilità per la Chiesa di compiere una tale benedizione.

Il punto chiave sarà in definitiva la reazione romana. Ma questa è in parte condizionata dal Sinodo mondiale sulla sinodalità, poiché i temi imposti dal Cammino Sinodale tedesco si ritrovano più o meno nelle sintesi già realizzate e quindi riappariranno inevitabilmente nelle discussioni del Sinodo mondiale. Il che ritarderà una possibile reazione di Roma; e allora sarà troppo tardi … almeno per la Chiesa tedesca.




marzo 2023

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