Vaticano:
verso l’affossamento definitivo
della Messa tradizionale?


Articolo della Fraternità San Pio X






Celebrazione della Messa tradizionale a Oxford, Inghilterra


Il sito germanofono Summorum Pontificum ha pubblicato, il 13 febbraio 2023, un articolo che annuncia una nuova Costituzione Apostolica che limiterebbe ancora di più la possibilità di celebrare la Messa tridentina.
Il 26 febbraio, l’articolo è stato ripreso dal sito tedesco katholisch.de e dal sito svizzero  cath.ch.

Questa nuova Costituzione stabilirebbe quattro nuove disposizioni:
- In nessuna chiesa si può celebrare esclusivamente la Messa antica.
- Nelle chiese non si può celebrare ogni Domenica secondo il rito antico.
- L’uso dei libri del 1962 (con le modifiche stabilite da Francesco) è autorizzato solo per la celebrazione della Messa, e non per l’amministrazione dei sacramenti e dei sacramentali.
- Ogni prete è tenuto a celebrare anche secondo il Messale di Paolo VI.

L’annuncio di questo inasprimento è per adesso dovuto a delle voci. Esso si spiegherebbe col fatto che certi cardinali progressisti ritengono che l’applicazione di Traditionis custodes sia troppo lenta e indulgente.
Ai loro occhi, troppi vescovi applicherebbero le restrizioni liturgiche solo con esitazione e riluttanza. Dunque, un nuovo documento più esplicito dovrebbe esercitare una maggiore pressione su questi recalcitranti. A meno che il Rescritto del 20 febbraio scorso che precisa due punti di Traditionis custodes, sia il testo di cui parlano le voci.

In testa agli avversari della Messa tradizionale vi è il Prefetto del Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti: il cardinale Arthur Roche. In un documento del dicembre 2022, il prelato britannico affermava che «la promozione della liturgia anteriore al Vaticano II, considerata in qualche modo come più santa e più orante della liturgia attuale, non è fondamentalmente un problema liturgico, ma un problema ecclesiale».
Secondo lui, l’unificazione liturgica deve rappresentare l’unità della Chiesa.
Quando si sa che la nuova Messa non esiste, perché in nome della creatività liturgica oggi vi sono tante Messe per quanti sono i celebranti, ci si può chiedere se questo desiderio di unificazione non sia innanzi tutto il desiderio di distruzione della Messa tridentina.

L’avvenire dirà se queste minacciate restrizioni che riguardano gli istituti ex Ecclesia Dei e i sacerdoti diocesani legati alla Messa di San Pio V, sono fondate o no.

Secondo quanto riferito l’8 febbraio dal sito Summorum Pontificum, non si tratta «di semplici voci» e il documento dovrebbe essere pubblicato il 4 aprile, per l’anniversario della promulgazione della Costituzione Missale romanum di Paolo VI (3 aprile 1969).







marzo 2023

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