Armando Manocchia
intervista
Mons. Carlo Maria Viganò

18 marzo 2023


Il 18 marzo 2023, nel corso della quarantesima puntata del programma “Piazza libertà”, trasmesso da “Canale Italia”, il giornalista Armando Manocchia, Direttore di “Imola oggi”, ha intervistato Mons. Carlo Maria Viganò.





 
Armando Manocchia (AM): Monsignore. Seguendo gli articoli apparsi sulla stampa locale, mi sembra che la prima versione – secondo cui le Monache sarebbero delle ribelli occupate a vendere marmellate e a cantare in latino – non convinca nemmeno i giornalisti.
Secondo Vostra Eccellenza sta cambiando qualcosa nell’informazione di regime, il cosiddetto mainstream?

Mons. Carlo Maria Viganò (CMV): L’informazione è oggi costituita in massima parte da professionisti che hanno rinnegato il proprio dovere di servire la Verità, prostituendosi a chi li paga per divulgare la narrazione ufficiale, anche se essa è palesemente falsa e tendenziosa. L’abbiamo visto con la farsa pandemica, con la guerra ucraina, con la transizione green e le “città di 15 minuti”. La versione dei media è sempre stata univoca perché la fonte della propaganda era la medesima.
In questo caso, tuttavia, non c’è stato un vero e proprio coordinamento delle notizie, perché gli emissari di Bergoglio credevano che bastasse esercitare la propria autorità per intimorire le Monache e costringerle all’obbedienza, senza creare una narrazione ben congegnata. La Provvidenza ha voluto che queste giovani Suore abbiano alle spalle un pregresso di interferenze e di intromissioni nella loro vita di religiose contemplative da parte di Kiko Argüello e del Cammino Neocatecumenale, e che non siano quindi nuove alle sopraffazioni di chi crede di poter spadroneggiare e imporre la propria volontà.
Queste Monache sono coraggiose donne di Fede, temprate da prove e persecuzioni. La loro fermezza deriva anche dalla consapevolezza di non aver fatto alcunché di anche minimamente reprensibile.
Ora, siccome la stampa era stata inizialmente informata solo dalla Diocesi e dalla Federazione Benedettina, quando le Monache hanno diffuso ai media la loro versione dei fatti – suffragata da prove e testimonianze – i giornalisti che non erano “in modalità propaganda” si sono accorti che le Suore erano oggetto di un’aggressione ingiustificata. D’altra parte, è difficile non rilevare la disparità di trattamento nel caso del gesuita Rupnik, noto alla cronaca recente per i suoi orribili delitti e sacrilegi, a cui Bergoglio ha tolto la scomunica e che ancor oggi vive al Centro Aletti ed esercita indisturbato il suo “ministero” di abusatore.


A M: Monsignore, vorrei parlare della situazione che stanno subendo diverse Congregazioni religiose in tutta Italia. E abbiamo letto due interventi molto dettagliati che Vostra Eccellenza ha pubblicato a riguardo nelle ultime settimane. Si è parlato addirittura della cacciata di tredici monache da un Monastero in Toscana, a Pienza. Ci vuol dire qualcosa in più sulla vicenda di Pienza?


CMV: La vicenda di Pienza è a dir poco grottesca. Abbiamo un Monastero di giovani suore di clausura che non ha mai dato problemi di sorta, né morali né economici, e che ha il solo torto di voler vivere il proprio carisma contemplativo e tradizionale, nientemeno che con la Messa antica celebrata saltuariamente da un sacerdote nominato dal Vescovo diocesano. Questo Monastero riceve una Visita Apostolica a sorpresa, senza che venga motivata, e senza che alla fine dell’ispezione sia consegnata una relazione. Il Dicastero vaticano competente decide quindi, sulla base della Visita Apostolica, di cacciar via la Badessa e la Priora e di imporre una nuova Superiora, ma non lo comunica alle Monache, bensì alla Curia vescovile. Le Monache, ovviamente, ricorrono al Dicastero impugnando il decreto perché privo di regolare notifica e di motivazioni, ma la Curia e la Federazione benedettina vogliono comunque dare esecuzione al decreto – in violazione al Diritto Canonico – e chiamano addirittura i Carabinieri per terrorizzare e cacciare le “suore ribelli”.


AM: Monsignore, non so a Lei, ma a me pare una modalità anti-cristiana

CMV: Se posso osare un paragone con una situazione analoga, mi sembra che quanto avvenuto a Pienza segua più o meno le stesse modalità delle “rivoluzioni colorate”. Se pensiamo alle proteste in corso in Georgia, ci accorgiamo che il sistema adottato è praticamente il medesimo. Lo scopo reale da ottenere è il regime change di un governo legittimamente eletto, in modo da imporre un governo fantoccio della NATO e della UE che allarghi il fronte antirusso.
Lo scopo dichiarato dai “pacifici manifestanti” che assaltano il Parlamento con manifesti in inglese e bandiere europee e ucraine è impedire la promulgazione di una legge – peraltro esistente anche negli USA – che impedisce interferenze di enti stranieri nella politica nazionale. E sappiamo che questa coreografia è stata già sperimentata con successo con l’Euromaidan in Ucraina nel 2014, sempre grazie alle ONG finanziate dalle Fondazioni “filantropiche” di George Soros, ma anche in Kazakistan, in Iran, in Ungheria, in Moldavia. E sappiamo che sempre, invariabilmente, questi golpe portano al potere un premier proveniente dal World Economic Forum e obbediente alla NATO, oltre che una serie di Ministri e alti funzionari stranieri.
La stessa cosa avviene a Pienza, dove lo scopo non dichiarato è il regime change del Monastero tradizionale, per costringerlo a modernizzarsi e a seguire l’impostazione ideologica bergogliana - e forse anche vendere l’immobile o farne demagogicamente un centro di accoglienza per profughi.
Lo scopo ufficiale è ovviamente fittizio e pretestuoso – la vendita di marmellate, il Pater Noster in latino – e si avvale di una coreografia e di attori proprio come a Tbilisi, con al posto dei cartelli in inglese i decreti del Dicastero, e al posto delle bandiere europee l’Istruzione Cor Orans. Rimane da vedere se questo Monastero refrattario al nuovo corso vaticano (come il legittimo governo della Georgia non asservito all’élite globalista) riuscirà a far valere i propri legittimi diritti, o se il golpe della deep church bergogliana (e del deep state americano) avrà successo senza suscitare proteste per la palese violazione del diritto.


AM: Eccellenza, anche a Fognano, le suore sono ridotte alla fame, tanto è vero che per poter sopravvivere si sono rifiutate di continuare a versare le loro misere pensioni che più volte sono state loro richieste. Ma come faranno a vivere queste povere monache, e parlo di Pienza, di Fognano, ma anche di tante altre Congregazioni religiose senza poter nemmeno poter prelevare i loro risparmi e le loro pensioni per mangiare e acquistare medicinali? Dov’è finita la famosa “misericordia” di Bergoglio?

CMV: Lo chiedo a Lei, caro dottor Manocchia, e ai Suoi ascoltatori. Qui la “misericordia” di Bergoglio si manifesta in tutto il suo splendore: revocare la delega alla legittima Badessa sul conto bancario del Monastero, facendola intestare alla nuova superiora, ancora prima della notifica dei provvedimenti del decreto del Dicastero e della loro impugnazione che ne avrebbe sospeso l’esecutività. Così le Monache non hanno di che vivere, non possono fare la spesa, né curare le suore malate. Forse faranno anche sospendere le utenze, senza mandare però l’Elemosiniere a riattivarle. E sono giunti a diramare un comunicato in cui, senza alcuna legittimità, invitano i fedeli a non sostenere economicamente le Monache.
Mi pare che questo comportamento, che offende la carità cristiana e viola la giustizia e la verità, sia la più plateale dimostrazione dell’ipocrisia di questo sinedrio che a parole si dice accogliente e inclusivo, ma nei fatti sta solo perseguendo nella Chiesa di Cristo i medesimi scopi che si prefigge il deep state nella società civile. E questi scopi li conosciamo bene: preparare la tirannide del Nuovo Ordine Mondiale e la nuova Religione dell’Umanità, ecumenica, woke e green.


AM: Eccellenza, sono desolato, ma il tempo scorre inesorabile e il nostro spazio sta per terminare. Mi consenta di farLe l’ultima domanda e allo stesso tempo approfitto per ringraziarLa ancora per la Sua cortese disponibilità: ma oltre a Pienza, a Fognano e a Ravello, sempre per citarne alcuni casi, ma sono già oltre cento i Monasteri di Suore e Frati che sono stati sfrattati e ridotti alla fame. Mi chiedo e Le chiedo: chi c’è dietro a tutto questo? E perché questo accanimento contro la Tradizione?

CMV: La Tradizione è il vincolo con cui Cristo ha voluto legare l’autorità della Gerarchia all’insegnamento immutabile del Magistero. Ciò che era vero quando la Chiesa è nata, ciò per cui sono stati uccisi i Martiri e perseguitati i Cristiani, è vero sempre, è vero oggi e lo sarà anche domani, perché trova il proprio fondamento in Nostro Signore, che è Alfa e Omega, principio e fine di tutto, immutabile nella Sua essenza divina che per questo è perfetta.
Dal Vaticano II, e soprattutto in questi ultimi dieci anni di “pontificato” – chiamiamolo così – la Verità rivelata è stata messa da parte, perché considerata scomoda e “divisiva”, a vantaggio del dialogo ecumenico e del consenso del mondo.
Ma non è questo che Cristo ha ordinato a San Pietro e agli Apostoli: non ha comandato di dialogare, di piacere al mondo, di tacere il Vangelo e propagandare l’agenda globalista. Nostro Signore ha ordinato agli Apostoli di predicare il Vangelo a tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre, e del Figlio e dello Spirito Santo, e dicendo a chiare lettere che chi crederà sarà salvato, e chi non crederà sarà dannato.
L’odio contro la Tradizione è l’ultimo passo prima dell’odio verso Cristo, di cui i neomodernisti negano la divinità e che considerano come una sorta di “figura simbolica” creata dalla “comunità primitiva”.
Non pensiamo che gli eretici e corrotti che oggi sono ai vertici della Gerarchia siano solo moderatamente progressisti: coloro che li manovrano da sessant’anni provengono dalle stesse conventicole di cospiratori responsabili del colpo di stato globalista. E sarebbe strano se persone votate al male sopportassero queste fortezze di preghiera e penitenza, che ostacolano i loro piani. Per lo stesso motivo non sopportano la Messa tradizionale: proprio perché è tradizionale, ossia frutto di un armonico sviluppo nel corso dei due millenni di vita della Chiesa, sotto la guida dello Spirito Santo.




marzo 2023
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