Combattere con armi spuntate?

di Elia


Articolo pubblicato sul sito dell'Autore: La scure di Elia

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Il manifesto del raduno satanista a Boston


Princeps militiae caelestis, Satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute in infernum detrude
(Leone XIII,  Preghiera a san Michele Arcangelo).


Pur nell’impegno di custodire il silenzio interiore e la pace del cuore, non possiamo esimerci dal dovere di compiere quel che è in nostro potere per zelare l’onore di Dio, quando esso è attaccato. Ciò che più ci indigna, tuttavia, non è il fatto che negli Stati Uniti si organizzino pubblici raduni di satanisti, come quello in corso a Boston in questi giorni (che non è certo il primo né l’unico); non fa meraviglia più di tanto, infatti, che simili abomini avvengano in un territorio dominato da una delle correnti più aggressive della massoneria. Quello che più ferisce e addolora è l’atteggiamento remissivo e disertore della gerarchia cattolica, che ancora una volta si sottrae all’ineludibile compito di reagire vigorosamente in difesa dei diritti divini e per il bene delle anime.

Trattandosi della diocesi di Boston, vien da pensare, come attenuante, che non possa permettersi di meglio, qualora la situazione del clero non sia sostanzialmente migliorata rispetto alla seconda metà del secolo scorso. Negli anni Novanta essa fu travolta da una serie di scandali e processi per abusi su minori che, portandola sull’orlo della bancarotta, la obbligarono a vendere persino le chiese per pagare pesantissimi indennizzi. Senza lasciarci andare a giudizi temerari, vorremmo sperare che la situazione non fosse ancora tale da costringere la Curia al silenzio per timore di ritorsioni. Se così fosse, bisognerebbe auspicare non solo un mutamento ai vertici della Chiesa, ma pure un capillare ricambio del clero, così che tornasse ad essere santo, o almeno affidabile.

L’intervento della Curia diocesana

In uno scarno comunicato al riguardo (a firma non dell’Arcivescovo, cardinal O’Malley, ma del suo ausiliare O’Connell), l’autorità ecclesiastica prende atto della necessità di offrire una risposta ai molti fedeli disturbati dall’evento, fornendoci così l’ennesimo esempio di quel ribaltamento della realtà che da decenni affligge la Chiesa, con il predominio della dimensione soggettiva dei fatti (il disagio emotivo provocato nei cattolici) su quella oggettiva (il grave male commesso). Questa risposta, oltretutto, vuol essere equilibrata, ossia – come si spiega subito dopo – intende situarsi a metà tra il contrastare gli effetti cattivi cui mira l’evento e l’attirare l’attenzione su di esso rendendolo così più visibile… se mai fosse necessario, visto che ha registrato il tutto esaurito.

In tale contesto, la prima disposizione (che appare inevitabilmente come la maggior preoccupazione di chi scrive) è che si eviti di organizzare o incoraggiare qualunque protesta, cosa che – testualmente – «alimenterebbe solo l’odio» e «rifornirebbe di immagini i mezzi di comunicazione». Sembra che i moderni presuli siano ossessionati dalla paura che i cattolici escano allo scoperto e – peggio ancora – vengano additati come fomentatori d’odio e divisione; eppure son proprio loro che, giovani preti, predicavano che la Chiesa doveva uscire dalle sacrestie e impegnarsi nel mondo a fianco della gente. Quel bel proposito, evidentemente, valeva soltanto per le battaglie sociali promosse dalla sinistra, la stessa forza politica che oggi autorizza, quando non benedice e promuove, le peggiori nefandezze.

L’unica raccomandazione – in sé lodevolissima – è quella di tempestare il Cielo di preghiere. Tutti gli uomini e donne religiosi della diocesi sono invitati a pregare più intensamente, mentre santuari, parrocchie e monasteri devono rimanere aperti per l’adorazione e la celebrazione di Messe secondo questa intenzione (non specificata: la parola riparazione rischierebbe di fomentare l’odio?); basta che le varie iniziative pastorali – come pare di legger tra le righe – rimangano sotto stretto controllo e non disturbino il sereno svolgimento del raduno satanistico. A quanto pare, la vita dei cattolici deve correre su un binario parallelo, rinchiusa negli spazi di culto, senza più la minima interferenza con la vita pubblica, nella quale c’è posto per tutti (compresi i satanisti), ma non per loro. Strano esito del pluralismo democratico… a senso unico.

Disposizioni pratiche

Il dettaglio più irritante è che, nella piena consapevolezza del fatto che in questi giorni Boston è invasa da individui avvezzi ai peggiori sacrilegi, anziché proibire, almeno temporaneamente, la comunione sulla mano, si esorti ad essere particolarmente vigilanti, impegno cui, in realtà, si è già seriamente obbligati. Si propone addirittura di collocare un sorvegliante – purché sia discreto – incaricato di verificare che i fedeli portino immediatamente l’Eucaristia alla bocca, così da impedire che sia asportato ciò che consideriamo più prezioso; questo tocca però al sacerdote, che non deve permettere a nessuno di allontanarsi se non dopo aver assunto l’Ostia consacrata davanti a lui. Sarebbe appropriato, infine, assicurare la protezione dei tabernacoli e delle chiese (onde prevenire – come ci si lascia indovinare – la loro profanazione), altra cosa che va sempre garantita.

Quanta delicatezza nel contrastare il male nelle sue espressioni più sacrileghe e aggressive! Vien da pensare che l’imperativo categorico degli odierni Pastori sia quello di non urtare o turbare chicchessia. Se il cardinal von Galen si fosse opposto a Hitler nella medesima modalità, non gli avrebbe dato alcun fastidio; il fatto che la Chiesa tedesca dell’epoca abbia subìto la persecuzione, con l’internamento e la soppressione di centinaia di sacerdoti e religiosi, dimostra però che contrastò efficacemente il regime nazista. Ma chi si azzarderebbe a paragonare con esso quello attuale, che di fatto è ben peggiore, pur essendo gestito dagli stessi burattinai? Quello fu un esperimento di massificazione di un solo popolo in vista di quella dell’umanità intera, attuata col pretesto di un’emergenza sanitaria appositamente causata e con la collaborazione della gerarchia un tempo cattolica.

Armi spuntate

Dispiace soprattutto che l’associazione mondiale degli esorcisti, per bocca del suo presidente, non trovi di meglio da suggerire che il ricorso a un testo contenuto nel nuovo rituale degli esorcismi, il quale, per esplicita ammissione di molti addetti ai lavori, è del tutto inefficace, visto che l’accento vi è stato posto non sugli atti di autorità con cui la Chiesa, mediante il ministro, intima al diavolo di andarsene, bensì sulle preghiere di domanda rivolte a Dio, ma pensate in chiave epicletica, ossia come invocazione dello Spirito Santo. È comune esperienza di quanti operano in questo campo che spesso un’umile supplica elevata al Salvatore è più efficace di un comando diretto indirizzato al nemico; non bisogna però dimenticare che, come appare chiaramente nei millenari testi del Rituale tradizionale, l’ossesso va prima liberato dall’intruso perché sia di nuovo libero di seguire le mozioni del Paraclito, tanto è vero che uno degli ordini impartiti è: Da locum Spiritui Sancto.

Inoltre, l’esortazione a pregare perché «questi nostri fratelli e sorelle caduti nella trappola del nemico del genere umano, conoscendo la vera identità di colui che stanno seguendo in questo momento, aprano il loro cuore all’amore infinito che sgorga dal Cuore di Cristo e rinuncino a Satana, a tutte le sue opere e le sue seduzioni» si fonda su diversi errori e malintesi. Anzitutto non sono nostri fratelli coloro che hanno rinnegato Cristo o non sono battezzati nella Chiesa Cattolica; di essi, poi, alcuni si son lasciati ingannare per ignoranza o per superficialità, altri hanno deliberatamente scelto di mettersi al servizio del male, ben conoscendo la vera identità di colui che stanno seguendo e rifiutando l’amore di Dio proprio in quanto amore. Sembra di respirare l’aria degli anni Settanta, quando ci si illudeva che bastasse spiegare le cose alle persone perché, capendo il proprio errore, si convertissero; poiché ciò, il più delle volte, non avveniva, a lungo andare si assumeva una motivata mentalità da perdente.


Cosa fare, allora?

La conversione, a quei livelli di peccato, richiede un intervento straordinario della grazia, che può essere ottenuto, in genere, soltanto da anime-vittima, come santo Stefano per Saulo e il conte de la Ferronays per Ratisbonne. L’idea che siano sufficienti le preghiere ordinarie può spingere molti a sottovalutare la gravità del male; questo, in un certo qual modo, contribuisce a normalizzarlo. Per arginare l’azione esplicita del diavolo, peraltro, occorre l’autorità del vescovo, che, in qualità di pontefice, esercita il potere di Cristo stesso dirigendolo contro gli obiettivi prescelti (cosa impensabile per chi è convinto che non esistano nemici, ma solo fratelli-che-non-hanno-capito). Abbiamo una certezza di fede che ispira una mentalità da vincitori, quella che corrisponde alla realtà: Satana è uno sconfitto, mentre noi godiamo dei privilegi e delle prerogative dei cittadini del Regno di Dio, al quale nessuno può opporsi e che niente può fermare.

Con questa consapevolezza, il vescovo del luogo dovrebbe indire una solenne processione riparatrice e recitare pubblicamente l’Esorcismo di Leone XIII, cosa che avrebbe ipso facto potentissimi effetti. In tal caso, infatti, non si tratterebbe di un’iniziativa isolata di gruppi scismatici che rafforzerebbe la causa che si intende combattere (come avvenuto con le parate dei sodomiti), bensì dell’intervento di un successore degli Apostoli che, unito al suo gregge, opporrebbe un baluardo ai sempre più spavaldi assalti dell’avversario. Se ciò non avviene, non significa che possiamo fare da soli, ancor meno contro certi pericoli: in casi come questo, chi non è insignito dell’Ordine sacro, non avendone i mezzi, non è incaricato di contrattaccare, ma solo di riparare chiedendo protezione. Le iniziative di preghiera devono rispettare la costituzione divina della Chiesa; altrimenti i fedeli si espongono a rischi troppo elevati e finiscono col sovvertire, sia pure con le migliori intenzioni, l’ordine gerarchico stabilito dal Signore.

Occorre inoltre evitare che singoli eventi come quello di Boston, per quanto in sé esecrabili e dannosi, distolgano l’attenzione da realtà ben più perniciose e durature: i veri e più pericolosi satanisti, di fatto, sono i massoni di alto livello che dirigono sia gli Stati che le organizzazioni internazionali e che, a loro volta, sono manovrati dai gestori dell’alta finanza. Pertanto chi, dopo aver cooperato ideologicamente all’infame ricatto sanitario che sta mietendo milioni di vittime, si dà l’aria di lottare, ma concentrandosi sui paraventi, difficilmente può risultare credibile. Poiché il nemico si è annidato perfino nel cuore del governo centrale della Chiesa, dobbiamo pregare sempre più intensamente perché avvenga un cambio al vertice, senza certo dimenticare che un’autentica rinnovazione ecclesiale richiede la santificazione di ogni singolo membro del Corpo Mistico.






aprile 2023
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