Il “giallo” Merry del Val


di Don Curzio Nitoglia


Prima parte
Seconda parte

Gli articoli dell'Autore sono reperibili sul suo sito
https://doncurzionitoglia.wordpress.com/





Il cardinale Raffaele Merry del Val


La misteriosa morte di Merry del Val,
 

Secondo le carte della polizia politica italiana


Durante un banale intervento d’appendicite, il cardinale Raffaele Merry del Val, muore inaspettatamente sotto gli occhi di un chirurgo di chiara fama e dei suoi assistenti. Pochi mesi più tardi l’anestesista scompare (“suicida”) in circostanze misteriose.
Sull’episodio è immediatamente calato un velo di silenzio impenetrabile destinato a resistere per ottant’anni, che è stato dissipato cinque anni or sono da uno storico.
Sembra la trama di un romanzo giallo, ma la storia è vera e documentata storicamente da un ricercatore universitario anche se, fino a questo momento, mai rivelata (Cfr. ALESSANDRO VISANI, giovane ricercatore presso il Dipartimento di Storia nell’Università “La Sapienza” di Roma, in  Giornaledistoria.net, “Opinioni & Notizie su Pio X”, 16 marzo 2018).

Siamo nella Roma degli anni Trenta e il nome del cardinale è di quelli importanti: Rafael Merry Del Val. Quando si cercano notizie sul famoso cardinale, nelle enciclopedie e nei dizionari i particolari della morte vanno dalla laconica informazione di luogo e data (Roma, 26 febbraio 1930) all’aggiunta di alcuni dettagli sul come, ai quali non segue mai, però, una spiegazione approfondita.

Per far luce sulla morte, tuttavia, occorre prima dare qualche breve cenno sulla sua vita, sulla quale tornerò in maniera più dettagliata in un secondo articolo.

Alla morte di Leone XIII (20 luglio 1903), che aveva avuto per lui molta benevolenza, Merry Del Val fu designato “Segretario del conclave” (31 luglio 1903 – 4 agosto).

Pio X fu sùbito conquistato dalle sue doti scegliendolo come collaboratore. Fu nominato cardinale (9 novembre 1903) e infine – sempre nello stesso anno – “Segretario di Stato” (12 novembre).

Egli lasciò un’impronta indelebile durante tutto il pontificato di Papa Sarto. Alla morte del Pontefice (20 agosto 1914), il cambio di rotta della politica vaticana (in direzione più moderata) determinò un progressivo allontanamento del cardinale dall’azione diplomatica attiva, ma non certo una sua emarginazione: Segretario del Sant’Uffizio, arciprete della Basilica Vaticana, Del Val rimase a lungo un protagonista e, fino agli ultimi giorni, uno degli uomini più influenti dell’establishment della Santa Sede (Per un breve profilo e una bibliografia orientativa si veda la voce a lui dedicata in: Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Ed. Treccani, 2009, vol. 73, pp.740-744, a cura del professor A. ZAMBARBIERI).

Seppur non giovanissimo (aveva 64 anni), come scrive il professor Zambarbieri, Merry Del Val godeva di una salute eccellente. Di «fibra forte e resistente», conduceva «vita regolarissima» e non mancava mai di praticare quotidianamente «esercizi ginnici». L’equilibrio «morale e fisico di tutta la sua esistenza dedicata al lavoro» faceva credere in una vita longeva. Il suo fidato collaboratore monsignor Nicola Canali, con il quale il Del Val «da tanti anni faceva vita quasi comune», fu il primo a mostrarsi dolorosamente sorpreso per l’improvvisa e inspiegabile morte (Ministero dell’Interno, PS, Polizia Politica, Fascicoli Personali, b. 828, f. «Cardinale Merry del Val», «Profilo del Cardinale Merry Del Val», informativa riservata in data 27 febbraio 1930).
Canali – e non solo lui a dire il vero – non riusciva a capacitarsi della cosa e ben presto alcune indiscrezioni cominciarono a circolare con una certa insistenza.

C’era qualcosa di misteriosamente tragico nella repentina scomparsa del cardinale e il monsignore iniziò a chiedere in giro. Il porporato era morto, infatti, nel corso di una banale operazione d’appendicite, un intervento già considerato di routine negli anni Trenta ma per la quale, vista la caratura del personaggio, ci si era comunque affidati a un’équipe di alto livello. Il chirurgo scelto fu niente di meno che il prof. Giuseppe Bastianelli, luminare di chiara fama (A. ZAMBARBIERI, Ivi). Bastianelli aveva già operato «brillantemente e con pieno successo» il re, Vittorio Emanuele III, di un’ernia strozzata.

Già il giorno dopo la morte del Merry Del Val, un’informativa della polizia politica italiana (Ovra) avvertiva che «negli ambienti della Santa Sede» circolava «con insistenza» una grave accusa contro Bastianelli che era annotata «con molta prudenza a solo titolo d’informazione». Secondo tali indiscrezioni – tutte da confermare – il chirurgo aveva niente meno che «ucciso il cardinale Merry Del Val» (Ivi. Informativa riservata, in data 25 marzo 1930). Fu soprattutto il fidato Canali a muoversi con tenacia alla ricerca della verità.

Ormai era chiaro a tutti che era successo qualcosa nel corso dell’operazione, ma si trattava di capire cosa e perché. La polizia politica fu rapida nelle sue indagini e i particolari cominciarono a delinearsi, con maggiore precisione nei giorni immediatamente successivi. Si legge, infatti, in una nota riservata «che l’operazione d’appendicite» era riuscita ma che «la somministrazione del cloroformio, troppo abbondante, avrebbe mandato all’altro mondo il Segretario della Suprema Santa Congregazione del Sant’Ufficio e Prefetto della S. Congregazione della Rev. Fabbrica di San Pietro».
Il sospetto di tale gravissimo errore era stato comunicato a papa Pio XI «il quale sarebbe rimasto molto costernato e impressionato».

Nell’entourage della Segreteria di Stato fu imposto da quel momento un rigido riserbo, ma la nota si chiudeva con una lapidaria affermazione: «Malgrado ciò, la grave accusa contro l’autorevole chirurgo circola ovunque negli ambienti della Santa Sede» (Archivio Centrale dello Stato [d’ora in poi ACS], Ministero dell’Interno, PS, Polizia Politica, Fascicoli Personali, b. 828, f. «Cardinale Merry del Val», «Profilo del Cardinale Merry Del Val», relazione in data 7 agosto 1929).

Tutti in Vaticano ne parlavano con cautela e circospezione ma, notavano gli informatori, a parziale conferma che ci fosse del vero in tutta questa faccenda, era detto apertamente che il prof. Milani, secondo medico insieme a Bastianelli e direttore generale dei servizi sanitari vaticani, non aveva smentito la notizia ma «solamente alzato le spalle» (Ibidem).

Si trattava di una vera «bomba» che vedeva protagonisti uno dei più potenti cardinali del Sacro Collegio, uno stimato chirurgo, uno dei medici del Papa e infine un anestesista da anni collaboratore dello stesso Bastianelli. Gli indizi che ci fosse qualcosa di strano spinsero, alla fine di marzo, il Papa in persona a ordinare un’inchiesta interna volta ad accertare le cause della morte del cardinale. Le voci circa il fatto che egli fosse stato vittima «dell’imperizia e dell’errore dei medici» furono sempre più insistenti. In un’ennesima informativa riservata della polizia politica per la prima volta si faceva riferimento a un particolare relativo alla «dentiera del cardinale» e alla confusione che si venne a creare nel corso dell’operazione subito dopo l’anestesia (Ibidem).

Il caso della morte di Merry Del Val s’era trasformato in un affaire scottante con forti implicazioni anche sul piano diplomatico. Alla cerimonia di commemorazione furono clamorosamente assenti sia il nunzio, Borgongini Duca, che l’ambasciatore presso la Santa Sede, De Vecchi. Il fatto ovviamente non mancò di essere notato e Pio XI in persona chiese spiegazioni a Borgongini il quale fu costretto ad ammettere di «essersi trovato tra due fuochi» e di aver ceduto alle pressioni di De Vecchi che non sopportava Merry Del Val.

 La parola d’ordine era evidentemente quella d’insabbiare il più presto possibile la cosa con la giustificazione, non del tutto credibile, che il cardinale era, di fatto «l’avversario più accanito di una certa corrente del fascismo nel Sacro Collegio» (Ivi. Informativa riservata, in data 7 dicembre 1929). A quanto sembra, però, non era tanto il governo a voler tacere sull’imbarazzante vicenda, ma soprattutto certi ambienti vaticani. Il Del Val, all’indomani della Conciliazione, era visto come un potente avversario da molti, oltre che “papabile”. Secondo monsignor Canali – che continuava a non darsi per vinto e a insistere con la tesi del tragico errore dei due medici, definendo l’incidente senza mezzi termini un «omicidio sia pure involontario» – le pressioni per non insistere oltre nell’accertamento della verità arrivavano da Giuseppe Pizzardo, uno degli uomini più potenti dell’establishment vaticano e diretto “protettore” dell’altro medico presente, quel prof. Milani già membro della ristretta cerchia dei “dottori del Papa” (Ivi. Si vedano le informative riservate in data 7, 12 settembre e 19 ottobre 1929).

All’inizio di giugno una laconica quanto inquietante informativa annunciava che l’anestesista dott. Boni, «terzo uomo» del team della tragica operazione a Del Val e «da 15 anni assistente personale di Bastianini», era morto «improvvisamente». Secondo Canali e altri – sempre stando alle indiscrezioni raccolte dagli informatori del governo italiano in Vaticano – in realtà egli s’era “suicidato” (Ivi. Informativa riservata, in data 19 ottobre 1929).

Tutta la faccenda della morte del cardinale cominciava ad apparire come un vero e proprio “giallo” destinato a trascinarsi ancora per mesi fino alla tarda estate, quando una breve relazione sembra dire la parola definitiva alla misteriosa vicenda. Le indiscrezioni dei mesi precedenti, rafforzate dalle insistenze di Canali, s’erano dimostrate fondate: era effettivamente successo qualcosa d’inaspettato durante l’operazione.

Sempre secondo quanto si legge in una nota – ancora dell’«Ovra», ossia la polizia politica italiana, in data 30 agosto 1930 – «la vera causa della morte di Merry Del Val» era stata «la soffocazione» (Ivi. Informativa riservata, in data 6 novembre 1929). Immediatamente dopo l’anestesia (somministrata, come di consueto a quei i tempi, per mezzo di cloroformio) ci si rese evidentemente conto che qualcosa non stava andando per il verso giusto. Nelle operazioni preparatorie la dentiera mobile del cardinale non solo non era stata rimossa come si fa abitualmente, ma addirittura era finita nella sua gola e nessuno dei tre era riuscito ad evitare il peggio.

In pratica, una volta anestetizzato l’illustre paziente, s’iniziò l’intervento e nei brevi e frenetici istanti successivi fu chiaro cos’era successo, ma non ci fu il tempo per agire. Bastianelli, infatti, «non aveva sottomano le pinzette adatte» (Ivi. Informativa riservata, in data 22 febbraio 1930) anche se sarebbero bastate le dita e, in pochi secondi, si trovò a dover sospendere l’intervento d’appendicite (a incisione già effettuata) e a cercare di salvare la vita del cardinale. Privo di coscienza e con una dentiera incastrata nella gola, Rafael Merry Del Val, per una serie di avversità “imprevedibili”, morì soffocato tra lo sconcerto dei presenti.

Nella relazione finale si legge che in Vaticano «raccontano che Bastianelli» si allontanò dalla camera operatoria «dimenticando anche il cappello» (Ivi. Informativa riservata, in data 26 febbraio 1930).

In un prossimo articolo vedremo meglio la vita e le opere del cardinal Rafael Merry Del Val.

Continua

 
aprile 2023
AL SOMMARIO ARTICOLI DIVERSI